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Confcommercio Catania dopo il caso Helg: "Attenzione ai finti perseguitati"

19-03-2015 12:04

Mattia S. Gangi

Cronaca, antimafia, confcommercio, Camera di Commercio, cavallo di ritorno,

Confcommercio Catania dopo il caso Helg: "Attenzione ai finti perseguitati"

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"La crisi del mondo dell'antimafia costringe tutti a ripensare il Sistema" è quanto afferma Confcommercio di Catania che questa mattina ha convocato una conferenza stampa durante la quale ha chiarito il proprio ruolo nei confronti delle "mele marce" che "usano l'antiracket per fare business" 



Cosa sono veramente l'antimafia e l'antiracket? parte da questo interrogativo il presidente di Confcommercio Sicilia Pietro Agen. "Sicuramente non può essere né diventare un mestiere, perché prima di tutto la lotta alla criminalità organizzata deve essere una questione di impegno etico e morale, direi più una vocazione. L'antiracket deve nascere dal basso". Il riferimento, neanche tanto velato, è sicuramente ai recenti casi di cronaca che hanno visto interessato il presidente della Camera di Commercio di Palermo Roberto Helg. 



"La mela marcia - così Agen definisce Helg - è stata denunciata e sono molto contento che a farlo sia stato un nostro iscritto. Girano troppi soldi intorno all'antiracket, ed ho la sensazione che questo sistema sia dientando troppo autoreferenziale. Vi è un'improvvisa pioggia di denaro che ha investito il nostro mondo negli ultimi 4-5 anni. Dobbiamo fare un ripensamento. Quando negli ultimi anni sono arrivati milioni di euro nell'antiracket, scusate io comincio a preoccuparmi. Siamo belli, duri e puri perché facciamo antiracket? Non penso proprio, l'antiracket si fa per strada".  



Esempi virtuosi, secondo Agen, esistono sicuramente, ed il presidente fa il caso di Libera. "Io ritengo che l'opera di Libera sia assolutamente virtuosa, perché ci hanno insegnato che da un terreno sottratto alla mafia si può far nascere una cooperativa di persone svantaggiate che danno un segnale. Ovvero che un terreno sottratto alla mafia può dare un contributo all'impresa pulita. Ecco quando vengono finanziate questo tipo di attività io non ho nessunissimo problema". 



Ma esistono anche casi negativi come quello del "PON sicurezza", per i quali sono stati spesi 13 milioni di euro, e non mancano gli attacchi anche diretti. Agen si scaglia duramente, senza fare nomi, una "misteriosa" realtà. "Recentemente tutti i giornali catanesi hanno dato ampio spazio a qualcuno che diceva di essere stato abbandonato dallo Stato. Attenzione, verifichiamo le notizie, perché le persone che trasmettevano questo messaggio erano state finanziate da noi con un fondo anti-usura, con un grosso finanziamento di cui non era stata pagata dopo due anni neanche una rata. Soldi pagati poi dal nostro consorzio e dal fondo della Prefettura". Ma a chi si riferisce Agen? "Parlo di due imprenditrici che dicevano nessuno le aiuta, stiamo fallendo, chiuderemo il negozio di una vita...falso! falso! ma la colpa è anche dei giornalisti perché non hanno controllato che esistevano i finanziamenti. Attenzione non facciamo dei delinquenti degli eroi". 



Agen facendo riferimento a questi soggetti, e ad un atteggiamento generale, parla di professione del perseguitato "Esistono tante persone per bene che non ce la fanno e poi ci sono quelli che di questo fanno una professione, la professione del perseguitato".  L'antiracket insomma, nelle parole del presidente, non dev'essere una "passerella per fare politica o business", ed attribuisce questa tendenza addirittura al padre storico dell'antiracket Tano Grasso. 



Ma ad Agen non piace neanche il "metodo utilizzato da Don Ciotti", per la sua dichiarazioni sul caso Helg e conclude facendo un riferimento ad Helg "Il passato è passato, le mele marce vanno buttate fuori e non avremo nessun dialogo con chi non rispetta le regole. Io personalmente sono sempre stato un oppositore di Helg, ma sul piano interno. Se avessi saputo qualcosa, se avessi saputo che fosse un corrotto, ovviamente l'avrei denunciato io stesso, mai avrei potuto sospettare qualcosa del genere. Ora tocca a noi fare pulizia ed andare avanti". 



 



Ma esistono anche casi negativi come quello del "PON sicurezza", per i quali sono stati spesi 13 milioni di euro, e non mancano gli attacchi anche diretti. Agen si scaglia duramente, senza fare nomi, una "misteriosa" realtà. "Recentemente tutti i giornali catanesi hanno dato ampio spazio a qualcuno che diceva di essere stato abbandonato dallo Stato. Attenzione, verifichiamo le notizie, perché le persone che trasmettevano questo messaggio erano state finanziate da noi con un fondo anti-usura, con un grosso finanziamento di cui non era stata pagata dopo due anni neanche una rata. Soldi pagati poi dal nostro consorzio e dal fondo della Prefettura". Ma a chi si riferisce Agen? "Parlo di due imprenditrici che dicevano nessuno le aiuta, stiamo fallendo, chiuderemo il negozio di una vita...falso! falso! ma la colpa è anche dei giornalisti perché non hanno controllato che esistevano i finanziamenti. Attenzione non facciamo dei delinquenti degli eroi". 



Agen facendo riferimento a questi soggetti, e ad un atteggiamento generale, parla di professione del perseguitato "Esistono tante persone per bene che non ce la fanno e poi ci sono quelli che di questo fanno una professione, la professione del perseguitato".  L'antiracket insomma, nelle parole del presidente, non dev'essere una "passerella per fare politica o business", ed attribuisce questa tendenza addirittura al padre storico dell'antiracket Tano Grasso. 



Ma ad Agen non piace neanche il "metodo utilizzato da Don Ciotti", per la sua dichiarazioni sul caso Helg e conclude facendo un riferimento ad Helg "Il passato è passato, le mele marce vanno buttate fuori e non avremo nessun dialogo con chi non rispetta le regole. Io personalmente sono sempre stato un oppositore di Helg, ma sul piano interno. Se avessi saputo qualcosa, se avessi saputo che fosse un corrotto, ovviamente l'avrei denunciato io stesso, mai avrei potuto sospettare qualcosa del genere. Ora tocca a noi fare pulizia ed andare avanti". 



 



Agen facendo riferimento a questi soggetti, e ad un atteggiamento generale, parla di professione del perseguitato "Esistono tante persone per bene che non ce la fanno e poi ci sono quelli che di questo fanno una professione, la professione del perseguitato".  L'antiracket insomma, nelle parole del presidente, non dev'essere una "passerella per fare politica o business", ed attribuisce questa tendenza addirittura al padre storico dell'antiracket Tano Grasso. 



Ma ad Agen non piace neanche il "metodo utilizzato da Don Ciotti", per la sua dichiarazioni sul caso Helg e conclude facendo un riferimento ad Helg "Il passato è passato, le mele marce vanno buttate fuori e non avremo nessun dialogo con chi non rispetta le regole. Io personalmente sono sempre stato un oppositore di Helg, ma sul piano interno. Se avessi saputo qualcosa, se avessi saputo che fosse un corrotto, ovviamente l'avrei denunciato io stesso, mai avrei potuto sospettare qualcosa del genere. Ora tocca a noi fare pulizia ed andare avanti". 



 



Ma ad Agen non piace neanche il "metodo utilizzato da Don Ciotti", per la sua dichiarazioni sul caso Helg e conclude facendo un riferimento ad Helg "Il passato è passato, le mele marce vanno buttate fuori e non avremo nessun dialogo con chi non rispetta le regole. Io personalmente sono sempre stato un oppositore di Helg, ma sul piano interno. Se avessi saputo qualcosa, se avessi saputo che fosse un corrotto, ovviamente l'avrei denunciato io stesso, mai avrei potuto sospettare qualcosa del genere. Ora tocca a noi fare pulizia ed andare avanti". 



 



 



 


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