








Studenti delle scuole catanesi hanno occupato stamane il “Boggio Lera” e lo "Spedalieri" di Catania. Una distesa di giovani nel cortile dei due plessi contro lo stato di degrado edilizio in cui versano la maggior parte degli edifici scolastici catanesi E' da novembre che gli studenti del collettivo Kaos denunciano l'emergenza sicurezza nelle scuole. Oggi hanno deciso di occupare due delle scuole più importanti della città, il Boggio Lera e lo Spedalieri. Una invasione di studenti per protestare contro il degrado e la mancanza di sicurezza degli edifici scolastici. Non occupazioni estemporanee, dunque, ma un percorso di mobilitazione partito dalla sensibilizzazione degli studenti “Abbiamo cominciato con dei banchetti all'interno delle scuole, raccogliendo i dati che gli stessi studenti ci fornivano. Poi abbiamo stilato una serie di richieste di intervento straordinario – dichiarano gli attivisti del collettivo Kaos – depositandole al Provveditorato il 14 novembre dopo un corteo partecipatissimo per le strade della città". Come monito alle istituzioni, gli studenti hanno simbolicamente lasciato dei calcinacci davanti la sede del Provveditorato " un simbolo delle nostre scuole, ridotte ad un cumulo di macerie". Il messaggio sembra essere arrivato: infatti, gli studenti sono stati ricevuti oggi nei locali dell'ex Provincia da una delegazione dell'ufficio scolastico sull'edizia. "Abbiamo ricevuto promesse vaghe. Ma questo è l'esito che ci aspettavamo - hanno sottolineato gli studenti dopo l'incontro di oggi pomeriggio - Ci hanno spiegato quanto esigui siano i fondi a disposizione. Ci sono 4 milioni di euro in arrivo per interventi di manutenzione ordinaria degli edifici, che saranno effettuati dalla Pubbliservizi". "Ci hanno inoltre garantito che entro una settimana sarà pubblicato un documento contenente tutti i dati sui fondi a disposizione, su come verranno spesi e quali saranno le modalità di intervento della Pubbliservizi". Gli studenti, però, non ritengono esaustive le risposte dall'amministrazione: "Non riteniamo soddisfacente quest'incontro. C'è stata la disponibilità a riceverci, ma questo non basta". Una mobilitazione con una piattaforma ben precisa, dunque, lontano dagli schemi classici delle occupazioni scolastiche. Messa in sicurezza degli edifici, luoghi sicuri e dignitosi, uno stanziamento di fondi adeguato alle reali esigenze di sicurezza del territorio. A ben guardare le immagini forniteci dagli stessi studenti, le ragioni non possono che essere benedette. Infatti, appare insostenibile lo stato attuale degli edifici scolastici, tanto in città quanto nella provincia.









Anche i dati elaborati per il 2014 da Legambiente sullo stato dell’edilizia scolastica sono preoccupanti: il 58% delle scuole è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974, il 32,5% necessita di interventi urgenti di manutenzione il 9,8% degli edifici si trova in aree rischio idrogeologico, il 41,2% in aree a rischio sismico e l’8,4% a rischio vulcanico. Calano al 30,9% gli edifici dotati dei certificati essenziali come quello della prevenzione incendi, mentre solo 22,2% sono le scuole dove è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica. Il governo Renzi ultimamente ha previsto lo stanziamento di un miliardo di euro per la messa in sicurezza degli edifici scolastici nel territorio nazionalea; di questi, 91 milioni di euro sono andati alla Sicilia divisi in tre tronconi per la costruzione di nuove scuole e la manutenzione di quelle esistenti. di I nomi delle tranche ricalcano in pieno lo stile renziano: #scuolesicure, #scuolebelle #scuolenuove. Un'inezia se si considera lo stato degli edifici scolastici che, oltre a soffrire di gravi carenze ordinarie, scontano livelli di antisismicità bassissimi per i quali servirebbero cifre ben più alte di quelle arrivate nell'isola. Ma è un punto di partenza, rispetto al quale ci si può solo augurare un utilizzo intelligente e mirato dei fondi messi a disposizione.








