
Oggi alle 14.11 giunge il provvedimento di reintegra per Lucio Maggio. Ma la notizia eclatante è un'altra: Pignataro ha omesso di aver ricevuto già in data 28 novembre il provvedimento del giudice che rigettava la sua richiesta di sospensione della reintegra.
"Io non ho bisogno di vendetta: sono sereno, pronto a trasmettere serenità e a tornare al mio lavoro". Queste le dichiarazioni a caldo di Lucio Maggio sulla lunga querelle che lo ha visto protagonista in questi mesi, contrapposto - suo malgrado - al Magnifico Rettore. "Ancora oggi - ci dice - il Rettore mandava comunicazioni parlando di reintegra medio tempore, come se io fossi qui per sbaglio, ancora una volta di passaggio e quasi mi volessi imporre con prepotenza". "Sembra che la sua elezione lo legittimi in eterno in qualsiasi azione compia - continua - ma non si vuole rendere conto delle gravi implicazioni di questa vicenda. Non vuole assumersi le sue responsabilità che sono anche politiche. Non si intravede nessun tipo di ravvedimento ed è assurdo". E' stata una lunga giornata, quella di oggi, per il reintegrato direttore generale d'Ateneo Lucio Maggio: con i suoi legali . e insieme alla dirigenza dell'Ateneo e i rappresentanti delle componenti politiche - ha analizzato l'Atto Rettorale che lo reintegra nella sua carica. Ma, soprattutto, è venuto a conoscenza dell'esistenza di un provvedimento dell'Autorità Giudiziaria datato 28 novembre che rigetta la sospensiva che era stata richiesta dal Rettore. Giacomo Pignataro pare essere il grande sconfitto al termine di questa vicenda. Prima l'ordinanza del Tribunale del Lavoro che reintegra il direttore insubordinato e condanna l'Università - nella persona del rettore - al pagamento di 4.500 euro a favore dello stesso Maggio. Poi, quanti avevano avallato e approvato la proposta del rettore di licenziare il Direttore Generale hanno cominciato a prendere le distanze dalla vicenda e dallo stesso Rettore, sentendo l'esigenza di dichiarare pubblicamente che l'appoggio dato al provvedimento era solo un "atto di fiducia" al CdA e al Rettore stesso. Il 28 novembre il rigetto dell'istanza di sospensione del reintegro del direttore generale, senza che nessuno sentisse il dovere di informare tempestivamente gli organi d'Ateneo (proprio nel pomeriggio del 28 si è tenuta una seduta del CdA che non è stato informato di questo rigetto) e la comunità accademica di questa ulteriore decisione giudiziaria platealmente avversa alla linea scelta dal Rettore Pignataro. La tempesta pare conclusa. Adesso toccherà tirare le somme e fare la conta dei danni.
"Io non ho bisogno di vendetta: sono sereno, pronto a trasmettere serenità e a tornare al mio lavoro". Queste le dichiarazioni a caldo di Lucio Maggio sulla lunga querelle che lo ha visto protagonista in questi mesi, contrapposto - suo malgrado - al Magnifico Rettore. "Ancora oggi - ci dice - il Rettore mandava comunicazioni parlando di reintegra medio tempore, come se io fossi qui per sbaglio, ancora una volta di passaggio e quasi mi volessi imporre con prepotenza". "Sembra che la sua elezione lo legittimi in eterno in qualsiasi azione compia - continua - ma non si vuole rendere conto delle gravi implicazioni di questa vicenda. Non vuole assumersi le sue responsabilità che sono anche politiche. Non si intravede nessun tipo di ravvedimento ed è assurdo". E' stata una lunga giornata, quella di oggi, per il reintegrato direttore generale d'Ateneo Lucio Maggio: con i suoi legali . e insieme alla dirigenza dell'Ateneo e i rappresentanti delle componenti politiche - ha analizzato l'Atto Rettorale che lo reintegra nella sua carica. Ma, soprattutto, è venuto a conoscenza dell'esistenza di un provvedimento dell'Autorità Giudiziaria datato 28 novembre che rigetta la sospensiva che era stata richiesta dal Rettore. Giacomo Pignataro pare essere il grande sconfitto al termine di questa vicenda. Prima l'ordinanza del Tribunale del Lavoro che reintegra il direttore insubordinato e condanna l'Università - nella persona del rettore - al pagamento di 4.500 euro a favore dello stesso Maggio. Poi, quanti avevano avallato e approvato la proposta del rettore di licenziare il Direttore Generale hanno cominciato a prendere le distanze dalla vicenda e dallo stesso Rettore, sentendo l'esigenza di dichiarare pubblicamente che l'appoggio dato al provvedimento era solo un "atto di fiducia" al CdA e al Rettore stesso. Il 28 novembre il rigetto dell'istanza di sospensione del reintegro del direttore generale, senza che nessuno sentisse il dovere di informare tempestivamente gli organi d'Ateneo (proprio nel pomeriggio del 28 si è tenuta una seduta del CdA che non è stato informato di questo rigetto) e la comunità accademica di questa ulteriore decisione giudiziaria platealmente avversa alla linea scelta dal Rettore Pignataro. La tempesta pare conclusa. Adesso toccherà tirare le somme e fare la conta dei danni.