sudpresslogo

facebook
instagram
youtube
whatsapp

Il giornale che pubblica una notizia e scatena l'inferno

sudpresslogo

CONTATTI

multigrafica-grafiche-mediterraria-sud-nera2

Direttore editoriale

Pierluigi Di Rosa

Direttore Responsabile

Elisa Petrillo

 

Direttore editoriale

Pierluigi Di Rosa

Direttore Responsabile

Elisa Petrillo

 

salute2
sudlife2
sport2
sudlife2
hitech2
sudlife2
sport2
gusto2
style2

redazione@sudpress.it
direttore@sudpress.it
editore@sudpress.it
tel: +39 339 7008876 (solo messaggi wapp)

redazione@sudpress.it
direttore@sudpress.it
editore@sudpress.it
tel: +39 339 7008876 (solo messaggi wapp)

sudapalermo2
sudapalermo2
sudapalermo2
sudapalermo2

Registrazione Tribunale di Catania n. 18/2010 – PIVA 05704050870 - ROC 180/2021
Edito da: Sudpress S.r.l. zona industriale, c.da Giancata s.n. – 95121 Catania

Su SudSALUTE Torna il "Progetto Trinacria" alle Egadi per garantire assistenza sanitaria fino a ottobrenSu SudSport Pallanuoto: l'Ekipe c'è, la Nuoto Catania si gioca tuttoSu SudHiTech A Ragusa nasce il futuro sostenibile dell’innovazione sicilianaSAC-aeroporto Catania tra VIP, super consulenti e festini, il sindacato denuncia la verità: caos totale,precariato e salari da fameSu SudGUSTO Ulisse all’Inferno: uno spettacolo teatrale itinerante a cura di Officine CulturaliSu SudSport In ricordo di Totò Schillaci una sala dell'assessorato regionale allo sport (VIDEO)Su SudHiTech Cellule sotto osservazione: l'algoritmo che ne rivela lo stato senza toccarleInchiesta Pandora, la relazione prefettizia denuncia le omissioni del comando della polizia municipale. Che però è ancora in caricaSu SudGUSTO Francesco Foti racconta il suo Josefino in “La Chunga” in scena allo Stabile di Catania, fino al 18 maggioSu SudSALUTE Oggi all’Auditorium “Nelson Mandela” di Misterbianco in scena “L’Isola che non isola”, spettacolo realizzato dagli utenti del Centro Diurno del DSM

DIA corrode il patrimonio dei Carateddi: sequestro per 3milioni di euro

01-12-2014 10:12

Lucia Murabito

Cronaca, antimafia, Dia, guerra dei Roses, piazza cauteli, truffa specchietto, catani,

DIA corrode il patrimonio dei Carateddi: sequestro per 3milioni di euro

dia-carateddi-.jpgdscn1463-.jpgdscn1456-.jpgdscn1447-.jpg


La Direzione Investigativa Antimafia di Catania assesta un nuovo colpo ai clan mafiosi aggredendo il patrimonio illecito del pericoloso clan dei Carateddi, capeggiato dal noto boss Orazio PRIVITERA



 



Li avevano arrestati nel febbraio di quest'anno per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, porto illegale di armi da fuoco, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Oggi arriva per loro il maxi sequestro di beni.



Parliamo di Giuseppe Privitera, Orazio Buda e Franco Marino, elementi di spicco del clan mafioso Carateddi capeggiato da Orazio Privitera, detto Pilu Russu.



Il Privitera, fratello del capo clan Orazio, è stato già condannato in via definitiva ed è ritenuto dagli inquirenti pienamente inserito nell'organigramma del clan Carateddi.



Orazio Buda, considerato "soggetto socialmente pericoloso" e già destinatario di sorveglianza speciale ed è accusato di associazione a delinquere, intestazione fittizia ed estorsione.



Infine, il Marino - originario di Scordia - era stato accusato per truffe ai danni della Pubblica Amministrazione mediante cospicue erogazioni di fondi in ambito agricolo ottenute grazie ad un sistema di truffe in danno dell’Unione Europea in relazione a fondi erogati dall’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) per importi che all’esito delle verifiche effettuate per l’arco temporale 2005-2013 superano il milione e mezzo di euro.



L'inchiesta che li aveva visti coinvolti, conclusasi con il loro arresto - durante l'operazione Prato Verde, insieme ad altri 25 tra vertici e fiancheggiatori del clan - aveva consentito di disarticolare il gruppo mafioso. Gli sforzi della DIA di Catania avevano disvelato le dinamiche interne del gruppo criminale, il forte vincolo associativo rinsaldato dai "valori" della mafia tradizionale legati al territorio, alla famiglia e all'agricoltura e "tutelato" dal capo che si ergeva a paladino dei suoi solidali.



L'operazione di oggi, invece, attacca e corrode i patrimoni direttamente o indirettamente riconducibili a Privitera, Buda e Marino.



Ripercorsi i loro "curriculum criminali" e compiuti i dovuti accertamenti patrimoniali, la Sezione Misure di Prevenzione ha svelato la totale assenza di risorse lecite idonee a giustificare gli investimenti fatti dai tre ed ha, in oltre, appurato la cospicua sproporzione tra i redditi dichiarati e i patrimoni posseduti.



Con tre diversi provvedimenti, sono stati oggi sequestrati beni riconducibili a vario titolo a Giuseppe Privitera, Orazio Buda e Franco Marino per un valore complessivo di 3 milioni di euro.



I beni, considerati il provento dell'attività illecita dei tre, consistono in sei fabbricati, tra cui appartamenti, autorimesse e fabbricati a destinazione commerciale ed abitativo e 13 appezzamenti di terreno tutti ricandenti nei territori delle province etnea e aretusea; sette aziende con sede a Catania operanti in vari settori economici e tre delle quali fittiziamente intestate a "teste di legno"; dieci veicoli tra cui anche mezzi pesanti per autotrasporto, nonché numerose disponibilità bancarie e finanziarie ancora in corso di quantificazione.



 



 



Li avevano arrestati nel febbraio di quest'anno per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, porto illegale di armi da fuoco, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Oggi arriva per loro il maxi sequestro di beni.



Parliamo di Giuseppe Privitera, Orazio Buda e Franco Marino, elementi di spicco del clan mafioso Carateddi capeggiato da Orazio Privitera, detto Pilu Russu.



Il Privitera, fratello del capo clan Orazio, è stato già condannato in via definitiva ed è ritenuto dagli inquirenti pienamente inserito nell'organigramma del clan Carateddi.



Orazio Buda, considerato "soggetto socialmente pericoloso" e già destinatario di sorveglianza speciale ed è accusato di associazione a delinquere, intestazione fittizia ed estorsione.



Infine, il Marino - originario di Scordia - era stato accusato per truffe ai danni della Pubblica Amministrazione mediante cospicue erogazioni di fondi in ambito agricolo ottenute grazie ad un sistema di truffe in danno dell’Unione Europea in relazione a fondi erogati dall’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) per importi che all’esito delle verifiche effettuate per l’arco temporale 2005-2013 superano il milione e mezzo di euro.



L'inchiesta che li aveva visti coinvolti, conclusasi con il loro arresto - durante l'operazione Prato Verde, insieme ad altri 25 tra vertici e fiancheggiatori del clan - aveva consentito di disarticolare il gruppo mafioso. Gli sforzi della DIA di Catania avevano disvelato le dinamiche interne del gruppo criminale, il forte vincolo associativo rinsaldato dai "valori" della mafia tradizionale legati al territorio, alla famiglia e all'agricoltura e "tutelato" dal capo che si ergeva a paladino dei suoi solidali.



L'operazione di oggi, invece, attacca e corrode i patrimoni direttamente o indirettamente riconducibili a Privitera, Buda e Marino.



Ripercorsi i loro "curriculum criminali" e compiuti i dovuti accertamenti patrimoniali, la Sezione Misure di Prevenzione ha svelato la totale assenza di risorse lecite idonee a giustificare gli investimenti fatti dai tre ed ha, in oltre, appurato la cospicua sproporzione tra i redditi dichiarati e i patrimoni posseduti.



Con tre diversi provvedimenti, sono stati oggi sequestrati beni riconducibili a vario titolo a Giuseppe Privitera, Orazio Buda e Franco Marino per un valore complessivo di 3 milioni di euro.



I beni, considerati il provento dell'attività illecita dei tre, consistono in sei fabbricati, tra cui appartamenti, autorimesse e fabbricati a destinazione commerciale ed abitativo e 13 appezzamenti di terreno tutti ricandenti nei territori delle province etnea e aretusea; sette aziende con sede a Catania operanti in vari settori economici e tre delle quali fittiziamente intestate a "teste di legno"; dieci veicoli tra cui anche mezzi pesanti per autotrasporto, nonché numerose disponibilità bancarie e finanziarie ancora in corso di quantificazione.



 



 


dscn1463-.jpgdscn1456-.jpgdscn1447-.jpg

NEWSLETTER

Rimani aggiornato su tutte le news e gli eventi promossi da Sudpress

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER