
Nell’operazione denominata “Fiori Bianchi”, gli investigatori intercettano Corrado Labisi, proprietario della casa per disabili “Lucia Mangano” di S. A. Li Battiati, mentre parla con Giorgio Cannizzaro.
Lui, Labisi, è nientemeno che il “Sovrano, Gran Commendatore e Gran Maestro della Serenissima Gran Loggia del Sud (Massoneria Universale di Rito Scozzese Accettato Zenith di Roma)”.
Giorgio Cannizzaro è un esponente storico del Clan Ercolano-Santapaola ma residente a Roma da dove gestiva gli affari della Famiglia.
Gli inquirenti hanno non a caso sottolineato i contatti altolocati del Cannizzaro, ed infatti le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania hanno ascoltato in diretta i rapporti dell’uomo di Cosa Nostra con esponenti del ceto imprenditoriale e con soggetti operanti nelle istituzioni, e lo hanno ascoltato mentre manteneva rapporti addirittura confidenziali con Prelati noti in Vaticano.
Il nome di Cannizzaro è appunto noto nell’ambiente e del resto su suoi rapporti si era già fatta luce nell’ambito del procedimento denominato “Padrini 3”.
Ad accusarlo ora ci sono le dichiarazioni dei collaboranti La Causa, Barbagallo, Sturiale e D’Aquino.
Santo La Causa lo ha indicato come uomo molto vicino ad Angelo Santapaola ed ha descritto ai Magistrati la biografia criminale di Cannizzaro, inviato dal vecchio Ferrera (Cavadduzzu) nella capitale per curare i rapporti con chi comandava. E Cannizzaro ci mette poco ad entrare nel giro giusto, diventando amico di imprenditori e di funzionari ministeriali, tant’è che si dice in grado di muovere cose e persone alla bisogna.
I Magistrati indicano Labisi come soggetto “legato al Cannizzaro da un rapporto che va al di la della mera conoscenza e che sottintende una comunanza di interessi per certi versi inquietante”.
Al telefoni i due si chiamano “Fratelli” e si discute dell’Africa, si precisa che ci sono delle cose da concretizzare laggiù.
Per aver dato spazio a questa notizia, Labisi ha denunciato il nostro giornale; la Procura ha chiesto l’archiviazione ma Labisi, sentendosi diffamato, ha proposto opposizione ed il GIP ha fissato per il 23 settembre scorso l’udienza di discussione, riservandosi la decisione.
Noi, che dalla nascita del giornale ci occupiamo della relazione scellerata tra ambienti massonici e mafiosi, riteniamo che il riscontro trovato dai Magistrati della Procura di Catania risulti una formidabile conferma di quanto pericoloso sia quell’intreccio.
Ma ora, persino la Massoneria, quella ufficiale, si è sentita in dovere di agire.
Così, la Gran Segreteria ha emesso addirittura un comunicato stampa con cui si dice:
"E’ con dispiacere e rammarico che il GRANDE ORIENTE ITALIANO – OBBEDIENZA PIAZZA DEL GESU’ ha dovuto RECIDERE dal TRATTATO di AMICIZIA stipulato con la GRAN LOGGIA DEL SUD poiché la stessa è venuta meno a quei dettami di correttezza e di corrispondenza fraterna tra le Obbedienze avendo intrapreso rapporti con Obbedienze con le quali Noi non intendiamo avere alcun rapporto e soprattutto perché non si sono mai creati da parte Loro i presupposti di un confronto, di uno scambio così come era stato previsto dal Trattato di Amicizia.
Inoltre si è dovuto provvedere a livello di FEDERAZIONE MASSONICA con cui l’Obbedienza era consociata alla sospensione del GRAN MAESTRO FR:. CORRADO LABISI a livello puramente cautelativo come si usa negli ambienti Massonici per i fatti noti riportati sulla stampa che riguardano la Persona dello stesso Gran Maestro.
Tutto ciò rafforza e conferma la convinzione che la MASSONERIA deve adattarsi momento per momento a tutte le situazioni che si presentano e che possano sconvolgere ogni ipotesi iniziale di rapporti tra Obbedienze ed Uomini.
La forza ed il coraggio sta nel prendere atto e nell’accettare, anche se a malincuore, la rottura di legami che possono eventualmente ledere l’immagine della Nostra Onorata Obbedienza."
Le maiuscole non sono le nostre e neppure gli aggettivi.
Pare insomma di capire che il grande oriente d’Italia abbia messo alla porta Labisi, cosicché ogni attività che quest’ultimo dovesse praticare sarebbe qualificata come spuria e non riconosciuta dalla massoneria ufficiale.
Certo, il comunicato usa delle prudenze inaccettabili e quando si parla di rapporti con esponenti della Mafia, infatti, ci si aspetterebbe chiarezza e linearità altro che malincuore, e nondimeno persino in quell’ambiente non devono esser piaciute le relazioni del Labisi tanto da dargli il cartellino rosso.