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Pedara, parco comunale “Angelo d’Arrigo”: il decoro buttato al vento

01-05-2025 06:00

Giacomo Petralia

Cronaca, Terzo speciale,

Pedara, parco comunale “Angelo d’Arrigo”: il decoro buttato al vento

Lo stato di decoro in cui versa il giardino pedarese rende tutt'altro che giustizia al nome dell'aviatore.

Prima fu l’alpinismo, per la gloriosa fatica di affrontare vertiginose salite; poi fu lo sci, per l’adrenalina delle rapide discese. Ma, nonostante la meraviglia terrena di questi sport, c’è ben altro che ossessiona Angelo d’Arrigo.

 

Questo “altro” si impossessa letteralmente di lui, come uno spasmo muscolare impossibile da controllare; questo “altro” è il volo.

 

D’Arrigo vuole vedere, toccare ciò che si cela dietro le nuvole. Anzi, sono proprio le nuvole che chiamano il suo nome, come il canto delle sirene.

 

Attentissimo, d’Arrigo osserva il volo degli uccelli: che portento della natura! Sono davvero liberi da ogni peso, sempre pronti ad affrontare un nuovo viaggio! E gli uccelli si spostano, infatti, rapidi e ostinati. Lo fanno seguendo schemi ben precisi e costruendo delle educate coreografie che sembrano davvero un tango, ma sospeso per aria, accompagnati da un solo e leale partner di ballo: il vento.

 

Che al vento piaccia o meno, c’è un altro danzatore in pista e il suo nome è “Angelo d’Arrigo”.

 

In appena 45 anni di vita, l’aviatore catanese solca i cieli del mondo: dal Sahara alle Ande, dal Nepal alla Siberia; a bordo dei suoi deltaplani, macina record su record mentre segue le rotte di falchi, di condor, di gru.

 

Angelo: nessun altro nome di battesimo suonerà mai altrettanto coerente.

 

Parole al vento

In certi casi, sarebbe imbarazzante voler tentare di fare un sunto dignitoso della vita di Angelo d’Arrigo, scomparso nell’ormai lontano 2006.

 

Ma ciò che imbarazza a tutti gli effetti, invece, è lo stato in cui versa attualmente l’enorme parco comunale della città di Pedara, intitolato proprio al compianto campione di volo sportivo.

 

Nonostante l’“Angelo d’Arrigo” sia tra i giardini più estesi non solo dell’hinterland catanese, bensì dell’intera Sicilia – cosa che non può che inorgoglire la comunità pedarese – l’estensione non può mica essere tutto.

 

A partire da quello che è forse uno degli accessi più frequentati, affacciato sulla centralissima Piazza don Giovanni Bosco, il parco comunale offre delle visioni mozzafiato a cittadini e non, sia che essi ammirino l’orizzonte sia che abbassino lo sguardo.

 

Per motivi molto diversi, però.

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D’altro canto, non è proprio una novità che il parco comunale “Angelo d’Arrigo” della cittadina catanese rimanga in una situazione “stazionaria”.

 

Nell’agosto 2017, in seguito a svariate segnalazioni, il personale dell’ENPA contesta le condizioni delle fontane presenti all’interno del giardino pubblico, i cui laghetti risultano da tempo infestati da alghe, zanzare e sporcizia varia, oltre che da diverse carcasse di tartarughe.

 

Quello che sarebbe stato un attesissimo intervento da parte dell’allora primo cittadino, Antonio Fallica, si rivela inconcludente: esattamente un anno più tardi, nel luglio 2018, la situazione è tutt’altro che cambiata.

 

In verità, il comune aveva affidato la gestione del polmone verde pedarese a dei privati, tramite una convenzione siglata nel 2015, la quale prevedeva una gestione totale del parco: pulizia, manutenzione, controllo e pieno funzionamento dell’area ristoro.

 

Nel 2021, dopo il mancato rispetto di ogni termine previsto dalla convenzione da parte dei privati - con tanto di canone annuo mai pagato - il Municipio, capitanato allora dall’attuale sindaco Alfio Cristaudo, prende l’iniziativa e rimodula la concessione: il parco “Angelo d’Arrigo” torna finalmente tra le braccia del comune, ma l’area ristoro continuerà ad essere gestita dagli stessi privati.

 

Giustamente, bisogna pur premiare un lavoro ben fatto!

 

Forse sarebbe utile fare come quando Angelo d’Arrigo tagliava in due il vento, abbracciato ai suoi deltaplani: “planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”, come scriverebbe Calvino.

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