Nonostante siano trascorsi ormai due anni dall’inizio della pandemia di Covid 19 i nostri governanti non hanno ancora imparato a fare rete e a prendere le decisioni che potrebbero facilitare percorsi di massa come la vaccinazione o il monitoraggio tramite i tamponi. O forse non conviene.
A niente sono servite 3 ondate di contagi, le decine di varianti e le 3 dosi di vaccino da somministrare: ancora non riusciamo ad evitare di fare file chilometriche per ottenere il risultato di un tampone o per completare il ciclo vaccinale.
Probabilmente è più conveniente così, considerando le spese pazze e il giro d’affari che ruotano intorno alla questione covid in Sicilia. Di esempi ne abbiamo fatti a decine.
“La soluzione a mio parere ci sarebbe”, afferma ai nostri microfoni il dott. Carlo Sciacchitano, medico del lavoro e volontario vaccinatore nella prima fase della campagna vaccinale.
“Si è aperto ai medici di medicina generale, ai pediatri e ai farmacisti. Perché non coinvolgere i medici di libera professione?”, suggerisce Sciacchitano.
“Parliamo solo a Catania di una platea di circa 10.000 iscritti - prosegue Sciacchitano - che, se potessero eseguire tamponi e vaccini, potrebbero contribuire enormemente a smaltire le folle oceaniche”.
“Ovviamente la richiesta, come per i farmacisti, andrebbe fatta su base volontaria e quindi sarebbe supporre di avere 10.000 medici che mettano a disposizione i loro studi professionali, ma i numeri ci sono comunque ed è un errore non sfruttarli. Tra l’altro - continua Sciacchitano - in termini di competenza, perché un farmacista sì e un medico no?”.
“Le condizioni potrebbero essere le stesse che sono state date ai farmacisti: 12 € per i tamponi e 9/10 € per la somministrazione vaccinale. Si darebbe la possibilità ai medici di guadagnare qualcosa contribuendo ad alleviare la pressione attualmente in atto sul Sistema Sanitario Nazionale”.
“Oltretutto - prosegue Sciacchitano - in alcuni casi, l’influenza di un medico a noi vicino, oltre che la flessibilità di orari e la capillarità di presenza sul territorio, potrebbe essere uno sprono per alcuni restii alla vaccinazione”.
“Credo che l’interlocutore per questo tipo di proposte debba essere direttamente l’Assessorato regionale alla Sanità”, prosegue il dott. Carlo Sciacchitano.
“Come medici libero professionisti non essendo dipendenti non abbiamo un sindacato che possa interloquire con il governo regionale, ma credo che l’assessorato stesso possa far valere quanto scritto sul piano nazionale anti-covid”.
“Anche fossimo l’1% di quei 10.000 a metterci a disposizione so bene che sarebbero tanti i cittadini ad affidarsi a noi. In tanti come me in questi due anni hanno contribuito a fare corretta informazione e con gli studi professionali abbiamo una platea vasta di pazienti che si fiderebbero e affiderebbero”, conclude Sciacchitano.
Insomma, ancora una volta le soluzioni dalla società civile arrivano e sono i nostri governanti a non volerle ascoltare.
D’altronde perché coinvolgere medici volontari se possiamo pagare 27 mila euro al mese i medici degli hub?