
Conclusa in positivo la rendicontazione 2020 della Ast, la storica azienda trasporti 100% partecipata della Regione. Un successo frutto della gestione del Presidente l'avvocato catanese Gaetano Tafuri che ci spiega la ricetta del cambio di rotta
Presidente Tafuri come inizia il 2022 per Ast?

"Il 2022 prende atto della chiusura del bilancio del 2020. Sono orgoglioso e soddisfatto di aver raggiunto in Ast questi risultati.
Quando fui nominato a luglio 2018 non erano stati approvati ancora i bilanci dei due anni precedenti.
Avevamo problemi a pagare gli stipendi, era una questione di sopravvivenza e mi era stato dato mandato di risanare l’azienda.
E siamo andati oltre ogni più rosea aspettativa raggiungendo non solo il pareggio di bilancio, ma anche la chiusura in saldo attivo per due anni consecutivi.
Tre se consideriamo che il mio insediamento è avvenuto a 2018 inoltrato e che quel bilancio lo avremmo chiuso in pareggio per la prima volta dopo anni.
È stata una grande e difficile inversione di tendenza iniziata proprio nel 2018 con una operazione verità: abbiamo tolto la polvere da sotto il tappeto rivelando crediti pregressi che non erano correttamente rappresentati nei contabili precedenti. Quell'anno mi interessava fino ad un certo punto essendomi insediato in corsa, ma ha gettato le basi per il risanamento degli anni successivi e ha dimostrato da subito che vogliamo fare le cose per bene e in totale trasparenza".
Quali sono i numeri di questo cambio di rotta?
"Abbiamo chiuso il 2019 con un attivo di oltre 300.000 euro e il 2020 con quasi un milione di euro in cassa. Per una società pubblica che offre servizi di utilità sociale è un grande successo e due anni in attivo credo che in Ast non sia mai successo.
Dovete tenere conto tra l’altro che il 2020 è stata la stagione Covid dove tutto era più difficile".




Come è riuscito a mettere Ast nuovamente in carreggiata?
"Il compito di Ast è di offrire un servizio, di farlo a costi congrui e senza sprecare fondi. Avere un utile di quasi un milione di euro è la cartina al tornasole della corretta amministrazione.
Ci siamo riusciti nonostante in questi tre anni e mezzo abbiamo pagato oltre 15 milioni di debiti pregressi con l’erario. Parliamo di debiti erariali ante 2014: abbiamo messo le basi per rimettere la società in pari con i pagamenti.
Ma abbiamo anche raggiunto il pareggio con i fornitori e gli stipendi adesso vengono pagati regolarmente, tredicesime e quattordicesime incluse.
Quando mi sono insediato non avevamo in cassa liquidità necessaria per mantenere la regolarità dei pagamenti ai dipendenti oggi siamo perfettamente in regola.
Abbiamo abbattuto di 10 milioni euro l’esposizione bancaria, passando da -44 milioni a -34, riducendo così anche gli interessi da pagare su quelle somme.
Il tutto a fronte di minori trasferimenti regionali rispetto al passato, circa un milione e mezzo in meno ogni anno da quando mi sono insediato.
Abbiamo fatto tutto con le forze aziendali".
Quali misure avete messo in atto?
"Non abbiamo la bacchetta magica, sia chiaro. A volte mi dicono che gestisco l’azienda come fosse la mia famiglia. In realtà faccio anche di più"
"Non sono soldi miei, sono soldi della collettività e non posso permettermi di sprecare un solo euro"
"E in questo sia il Cda che il Direttore Generale e i Dirigenti mi hanno seguito.
Siamo partiti dall’analizzare i costi e dall’eliminare le spese inutili".
Ad esempio?
"Ast conta 800 dipendenti e fino a 3 anni fa avevamo picchi di costo medio del personale di 46.000 euro annui pro capite.
Dal 2018 siamo scesi a 41.000 euro.
Ognuno riceve quello che gli spetta, sia chiaro. Ma abbiamo individuato oltre 100 imboscati e fannulloni e li abbiamo rimessi al loro posto.
Chi ha disabilità è stato messo a fare mansioni che possono essere eseguite con le proprie capacità e tutti quelli che dichiaravano straordinari e trasferte inesistenti o costringevano altri a fare straordinari per coprire turni non svolti sono stati rimessi a regime.
Ci trovavamo a pagare straordinari per colpa di dipendenti che avrebbero potuto benissimo svolgere le proprie mansioni.
E adesso lo fanno.
Per non parlare della spesa legata alle manutenzioni del parco macchine.
A fronte di più mezzi in circolazione abbiamo ridotto il costo delle manutenzioni da 7 milioni a 5 milioni e mezzo".
"Ho trovato di tutto: appalti senza gara, prezzi gonfiati, manutenzioni non necessarie".
"Spendevamo 200.000 euro ogni anno di ammortizzatori. Ma nessuno si prendeva la briga di verificare che gli ammortizzatori da sostituire fossero davvero esausti prima di essere cambiati.
O come l’appalto sui copertoni, che prevedeva pneumatici Continental e poi ci veniva rifilato altro senza che nessuno controllasse.
Faccio le pulci a tutto e penso che sia necessario. Credo fortemente che il pesce puzzi dalla testa, quindi se gli altri vedono che tu lavori correttamente si sentiranno più motivato a dare il loro apporto".
Cosa prevede per questo 2022?
"Il mio mandato si è ormai praticamente concluso e penso che sia il momento di lasciare spazio ad altri che possano apportare nuove idee. Il turnover negli incarichi pubblici è a mio avviso necessario, non credo nei monopoli. E io non sono un dipendente pubblico, sono un avvocato.
Tornerò a tempo pieno al mio lavoro e alla mia famiglia, che inevitabilmente ne hanno sofferto.
Pochi credevano probabilmente nel mio mandato di risanamento di Ast, ma posso ritenermi soddisfatto e lasciare spazio a qualcuno che spero dia continuità a questo percorso"
E se le chiedessero di restare?
"Lo farei solo a patto che la Regione metta in campo un progetto con una visione politica chiara. Abbiamo risanato i conti e va bene, ma ora è tempo che si decida cosa fare di Ast. E se resterà in mano pubblica è tempo che la Regione investa su Ast.
Innanzi tutto sbloccando le assunzioni: l’azienda ha subito 60/70 pensionamenti l’anno e il personale è al 50% delle necessità effettive di pianta organica.
Le aziende pubbliche non sono stipendifici, ma se hanno un ruolo devono necessariamente essere messe in condizioni di lavorare: Ast ha dimostrato di poter fare molto di più di quello che ha fatto finora. In questi anni siamo stati in grado di espletare il servizio per i pendolari fuori sede consentendo a tantissimi siciliani di rientrare sotto le feste e con costi molto contenuti, abbiamo assorbito la Jonica Trasporti eliminando i costi di Cda e dirigenti e abbiamo sostenuto l’aeroporto di Lampedusa chiudendo con numeri altissimi, più alti in proporzione di qualsiasi aeroporto dell’isola e in tempi di incertezze come quelli del Covid.
Adesso tocca alla Regione dire qual è il destino di Ast"