Che parecchie cose non vadano nella partecipata catanese, da anni nel limbo di una procedura fallimentare surreale, ormai è più che noto.
Ultimamente abbiamo reso nota la discutibile abitudine del commissario ministeriale pro tempore Maria Virginia Perazzoli di farsi rimborsare pranzi e cene gravando sulle casse disastrate di una società para pubblica in serissime difficoltà
Poteva sembrare un pezzo di colore, ma invece indicativo di uno stile di gestione che meriterebbe maggiore attenzione da parte degli organi danti causa.
A quell'articolo la commissaria Perazzoli reagì alquanto scompostamente con una nota rivolta ad alcuni dipendenti invitati "a confessare" la diffusione delle notizie e provando a giustificare in maniera grottesca l'acquisto al supermercato di prodotti personali, compreso colluttorio dentale difficilmente correlabile con "esigenze di servizio".
Adesso probabilmente si è superata ogni immaginazione
É infatti ormai nota anche la turbolenza dei rapporti tra il commissario pro tempore Perazzoli ed il Consiglio di Amministrazione presieduto dall'imprenditore catanese Giuseppe Molino, componenti Giuseppe Bonaccorsi e Maria Luisa Aiello.
Il Consiglio ha più volte lamentato difficoltà nell'espletamento delle proprie funzioni che, per quanto limitate dalla procedura pre-fallimentare, richiedono condizioni minime di agibilità, a partire, ad esempio, di una stanza nella quale riunirsi e conservare i documenti di pertinenza.
L'esigenza, più volte rappresentate formalmente, non sono mai state prese in considerazione, sfociando in più occasioni di vero e proprio sgarbo istituzionale.
L'ultima è clamorosa nella sua ormai nevrotica comicità
In data 8 luglio il presidente Molino risponde ad una nota del commissario Perazzoli contestandole duramente affermazioni non vere e avvertendo cha "ogni ulteriore attività ostruzionistica (tardiva, dilatoria o omissiva che sia) che verrà posta in essere nei confronti di questo C.d.A. verrà intesa non solo come contraria al principio di leale collaborazione tra le parti ma anche come frutto di una scelta volta ad ostacolare, in violazione del principio di buona fede, la corretta e tempestiva redazione dello studio di fattibilità della proposta concordataria e di quest’ultima, rispetto alla quale sin d’ora il C.d.A. invoca l’esonero da propria responsabilità."
Alquanto allarmante, ma è un altro passaggio che assume rilevanza: "In ultimo, la "stanza per le riunioni" messa a disposizione del Consiglio di Amministrazione è idonea, al più, ad essere adibita a magazzino in quanto non rispetta i requisiti igienico sanitari previsti dalla normativa di settore per la prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro, non avendo nemmeno una finestra e/o apertura per l’aerazione naturale diretta."
In pratica è la conferma che il Consiglio di Amministrazione nominato dal socio pubblico Città Metropolitana in rappresentanza di interessi pubblici della comunità catanese non ha neanche una stanza adeguata, mentre il commissario nominato dal ministero per lo Sviluppo Economico banchetta a grappa barricata, gamberi rossi e polpi scottati.
La risposta all'ovvia richiesta di avere una stanza adeguata è stata oltraggiosa e, probabimente, integra altro...
È accaduto infatti che nella mattinata di ieri alcuni operai della Pubbliservizi, società pubblica, si siano presentati nella stanza assegnata al Consiglio di Amministrazione e, muniti di pennelli e colori, si siano messi a disegnare porte e finestre.
Proprio così, è accaduto davvero:
E questo è il risultato: la finestra mancante gliel'hanno disegnata!
Ora, ci sarebbe da ridere se non ci fossero in ballo 360 posti di lavori, ma è chiaro che il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Consiglio di Sorveglianza si stanno assumendo una pesantissima responsabilità non intervenendo di fronte a fatti inequivocabili.
Inoltre, se quanto documentato dalle immagini è vero, adesso occorre accertare chi abbia dato l'ordine di eseguire questa goliardata, considerato che per farla si sono impiegati dipendenti pagati con soldi pubblici ed è ora di finirla di giocare e banchettare a spese della povera gente!
Occorre gente seria ed adeguata che non renda le cose più complicate di quello che già sono.