Argomento di indiscutibile pubblico interesse e rilevanza, considerato che si tratta di soldi pubblici e metodi di gestione da parte di incaricati di pubbliche funzioni.
Migliaia di euro in pranzi, cene, soggiorni e voli caricati sul bilancio di un'azienda da anni sull'orlo del fallimento.
Che un Commissario ministeriale, nominato dal ministero per lo Sviluppo Economico, e quindi un pubblico funzionario, decida di farsi rimborsare grappe barricate, gamberi rossi e altre prelibatezze, vasche idromassaggio, e spesso pranzi o cene a più coperti, non è solo una questione di buon gusto, ma diventa di pubblica rilevanza quando il denaro utilizzato è pubblico e per di più di una società con enormi difficoltà.
E pone senza ombra di dubbio l'opportunità ed i criteri in base ai quali il ministero competente effettua la scelta di certe nomine così delicate.
La reazione all'articolo da parte del commissario Perazzoli è stata quanto mai scomposta e decisamente inopportuna, arrivando a formalizare una vera e propria "caccia alla talpa", con tanto di intimazione alla "confessione".
A quanto pare problematiche che riguardano non solo quanto accade a Catania, considerato che ci sono arrivate segnalazioni anche da Velletri ed altre città del Lazio che tiamo verificando e che rendono quanto mai necessari i più opportuni approfondimenti, e non da parte nostra che ci limitiamo a raccontare.
La reazione, si diceva, è davvero ultra interessante e consiste in una lettera che il commissario ministeriale Maria Virginia Perazzoli ha inviato su carta intestata della Publbiservizi in data 12 luglio a diversi dipendenti della stessa società, il contenuto è inaudito ed incredibile:
I Monthy Python non sarebbero riusciti ad essere più comici: peccato che si tratti di funzioni pubbliche, se no ci sarebbe da ridere a crepapelle.
A parte gli insulti al nostro giornale, (definirlo "sedicente" induce tenerezza e comprendiamo il nervosismo considerato che si tratta di un quotidiano registrato da oltre un decennio presso il Tribunale di Catania e con decine di migliaia di lettori al giorno) e l'accenno patetico alle querele subìte, che sono medaglie per quanto ci riguarda e per le quali stiamo già ottenendo cospicui risarcimenti, le affermazioni contenute nella missiva sono davvero surreali.
Incomprensibile e persino aggravante il tentativo di giustificare l'acquisto al Decò con il fatto che la società era chiusa per ferie: per emettere una fattura in un supermercato bisogna espressamente chiederlo alla cassa ed allora il problema è chi lo ha fatto e come si è permesso?
Il fatto poi che gli addetti al controllo della Pubbliservizi abbiano respinto il pagamento conferma che il tentativo di rimborso era del tutto irregolare.
"L'offerta della possibilità di confessare" è poi quanto di più patetico ci sia capitato di leggere in un atto firmato da un incaricato di pubbliche funzioni e si commenta da sé, ma rende urgente che gli organi competenti si esprimano su quanto accaduto.
Confessi lei, piuttosto: "Chi erano gli altri commensali ai quali ha pagato pranzi e cene con i soldi pubblici della Pubbliservizi?"
A chi è stata pagata la camera presso Etna Suite il 28 settembre 2020 in contemporanea alla sua?
Il richiamo poi alla "dignità" da parte di chi se ne va a bere grappe barricate e quant'altro, magari con amici e parenti, a spese di una società pubblica sull'orlo del fallimento...bhe.
"Avvocato Perazzoli, attendiamo con ansia la sua querela e sappia sin d'ora che non accetteremo remissione".