
Emergono i primi particolari dell'importantissima operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Catania coordinata dal Procuratore Capo Carmelo Zuccaro. C'entra anche la mafia, con il clan Nardo inserito negli interessi calcistici della famiglia. A finire in carcere il capo della famiglia, amministratore della holding dei rifiuti, Antonino Leonardi meglio conosciuto come Antonello. Il fratello Salvatore ai domiciliari, mentre in carcere è andato anche Delfo Amarindo, in dipendente della Sicula Trasporti ritenuto dagli inquirenti il collegamento con la famiglia mafiosa dei Nardo. Ai domiciliari anche il pubblico funzionario che gli inquirenti ritengono corrotto Vincenzo Liuzzo, dirigente ARPA che aveva la responsabilità dei controlli sulla più grande discarica della Sicilia. Arresti domiciliari per Salvatore Pecora, dipendente del libero consorzio comunale di Siracusa. Obbligo di dimora e presentazione alle forze dell'ordine per Pietro Francesco Nicotra, responsabile dell’impianto di compostaggio di Grotte San Giorgio di Francesco Zappalà, responsabile dell’impianto di trattamento meccanico biologico. IL COMUNICATO INTEGRALE E IL VIDEO DELLE SLIDE
I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania nei confronti di 9 persone (2 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 4 sottoposti alle misure cumulative dell’obbligo di presentazione alla P.G. e di dimora) indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione continuata e rivelazione di segreto d’ufficio nonché per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. I fatti delittuosi, perpetrati negli anni 2018 e 2019, sono essenzialmente connessi all’illecita conduzione della discarica di Lentini (SR), la più estesa della Sicilia, gestita dalla “SICULA TRASPORTI” nonché alle “pressioni” esercitate da esponenti del clan mafioso dei Nardo finalizzate ad ottenere l’affidamento di un chiosco presente all’interno dello stadio della squadra di calcio “SICULA LEONZIO” attualmente militante nel campionato professionistico di prima divisione.
Con il medesimo provvedimento, eseguito in data odierna dai Finanzieri del Nucleo P.E.F. di Catania (G.I.C.O.), è stato disposto, per le persone giuridiche ritenute responsabili, a vario titolo, di traffico illecito di rifiuti e di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio – tutti delitti perpetrati dai loro amministratori nell’interesse delle stesse – il sequestro preventivo (ai sensi dell’art.321 c.p.p., comma 1) di tutti i beni aziendali, quote e azioni sociali e la contestuale nomina di amministratori e custodi. La suddetta misura reale preventiva, afferente a un patrimonio societario complessivamente stimabile in circa 110 milioni di euro, precede la fase di contradditorio prevista dal D.Lgs.n.231/2001 (responsabilità amministrativa delle persone giuridiche) all’esito della quale il G.I.P. etneo determinerà l’eventuale nomina di un commissario giudiziale.
Le imprese destinatarie del sequestro preventivo sono le seguenti:
- “SICULA TRASPORTI S.R.L.” ora “SICULA TRASPORTI S.P.A.”, avente sede a Catania, in via Antonino Longo (Contrada San Giorgio), esercente l’attività di “trattamenti e smaltimenti di altri rifiuti non pericolosi” ovvero della gestione dei rifiuti solidi urbani (R.S.U.) ossia non riciclabili; l’impianto di trattamento meccanico biologico (T.M.B.) è situato nel territorio di Catania (Contrada San Giorgio) mentre le vasche di abbancamento sono situate nel confinante comune di Lentini (SR); la società ha un fatturato annuo di circa 100 milioni di euro e oltre 120 dipendenti;
- “SICULA COMPOST S.R.L.”, avente sede a Catania, in via Antonino Longo (Contrada San Giorgio), svolgente l’attività di “produzione di compost” ovvero produzione di fertilizzanti agricoli derivanti dall’utilizzazione e trasformazione di scarti vegetali e agroalimentari; la società, con circa 20 dipendenti, ha un fatturato di 3,6 milioni di euro;
- “GESAC S.R.L.”, con sede a Catania in Contrada Coda Volpe, avente quale oggetto sociale l’estrazione di pomice e di altri minerali; la società, inserita nella filiera della lavorazione del R.S.U., forniva il materiale pietroso da cospargere (obbligatoriamente per legge) sulla “parte secca” del rifiuto, abbancato nelle vasche della discarica gestita dalla “SICULA TRASPORTI”; essa ha un fatturato annuo medio di circa 2 milioni di euro e ha oltre 20 dipendenti.
Non destinataria della misura del sequestro preventivo ma persona giuridica indagata ai sensi del citato D.Lgs.n.231/2001 per la quale pende la richiesta di nomina di un commissario giudiziale è la:
- “EDILE SUD R.L.”, avente sede a Scordia (CT) ed esercente l’attività di gestione di un impianto di recupero, trasporto e produzione di rifiuti non pericolosi (rifiuti inerti) nel territorio di Lentini (SR); la società, con 18 dipendenti, ha un volume d’affari di circa un milione di euro.
Ulteriori misure cautelari reali eseguite dai Finanzieri etnei sono il
sequestro preventivo di oltre 6 milioni di euro
finalizzato alla confisca del profitto illecito originante:
- dal traffico illecito di rifiuti; sequestro effettuato nei confronti dell’amministratore e del socio, tra le altre, della “SICULA TRASPORTI”, soggetti di seguito generalizzati (Antonino e Salvatore LEONARDI);
- da un rodato circuito corruttivo caratterizzato dalla dazione costante di tangenti in contanti per decine di migliaia di euro; sequestro effettuato a carico di un pubblico ufficiale corrotto sotto nominato (Vincenzo LIUZZO).
Per quanto concerne i soggetti destinatari delle misure personali, il principale indagato è
Antonino LEONARDI
(cl. 1963) noto come “Antonello”, quale amministratore di fatto della “SICULA TRASPORTI S.R.L.” e della “GESAC S.R.L.” nonché amministratore di diritto della “SICULA COMPOST S.R.L.” il quale è stato condotto in carcere.
Ristretto agli arresti domiciliari
Salvatore LEONARDI
(cl.1973), fratello di Antonino, in qualità di socio della “SICULA TRASPORTI S.R.L.” e della “GESAC S.R.L.”.
Sottoposti alle misure cumulative cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora
Pietro Francesco NICOTRA
(cl.1984), quale responsabile dell’impianto di compostaggio di Grotte San Giorgio a Catania dal quale provenivano anche parte dei rifiuti poi conferiti illecitamente in discarica e
Francesco ZAPPALA’
(cl.1968), nella sua qualità di responsabile dell’impianto di trattamento meccanico biologico dal quale originavano i rifiuti illecitamente conferiti “tal quale” in discarica.
NICOTRA e ZAPPALA’, unitamente ai fratelli Salvatore e Antonino LEONARDI, quest’ultimo quale capo e promotore, costituivano
un’associazione a delinquere
finalizzata alla commissione reiterata di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e di frode in pubbliche forniture nonché alla pervasiva pratica corruttiva quale strumento utile a eludere i controlli e a ottenere dalle pubbliche amministrazioni competenti provvedimenti amministrativi favorevoli.
Destinatari delle misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora anche i fratelli
Francesco
(cl.1971) e
Nicola GUERCIO
(cl.1961) nella loro qualità di amministratori di diritto e di fatto della succitata “EDILE SUD S.R.L.”.
Appartenenti ad organi amministrativi pubblici di controllo, destinatari della misura degli arresti domiciliari, sono:
- Vincenzo LIUZZO (cl. 1963), pubblico ufficiale corrotto, quale dirigente di unità operativa semplice dell’ARPA Sicilia (sede territoriale Siracusa), addetto ai controlli e monitoraggi ambientali;
- Salvatore PECORA (cl. 1957) quale incaricato di pubblico servizio, istruttore tecnico impiegato presso il Libero Consorzio Comunale di Siracusa addetto al controllo sulla gestione dei rifiuti.
Custodia cautelare in carcere, invece, per
Filadelfo AMARINDO
, detto “Delfo”, (cl.1952), quale dipendente della “SICULA TRASPORTI S.R.L.” e in quanto
concorrente nell’associazione mafiosa denominata “NARDO”
, affiliata a “Cosa Nostra” etnea, storicamente facente capo a NARDO Sebastiano e operativa su Lentini (SR).
https://youtu.be/zx7qErsuNPo
Le rapide e approfondite investigazioni condotte dai Finanzieri del Nucleo P.E.F. di Catania (G.I.C.O.) e dallo S.C.I.C.O. sotto la direzione di questa Procura distrettuale sono state sviluppate attraverso l’esecuzione di intercettazioni telefoniche e ambientali, accertamenti bancari, disamina della documentazione amministrativa afferente le autorizzazioni necessarie per la gestione degli impianti della famiglia LEONARDI nonché attraverso la messa a sistema degli elementi indiziari desunti dall’esecuzione di una consulenza tecnica disposta da quest’Ufficio in ragione di un accesso presso gli impianti “incriminati” operato dai Finanzieri nel febbraio del 2019. La consistente mole indiziaria così emergente permetteva di portare alla luce un perdurante e sistematico illecito smaltimento dei rifiuti solidi urbani provenienti da oltre 200 Comuni siciliani convenzionati con la “SICULA TRASPORTI”; un enorme quantitativo di rifiuti strutturalmente non più gestibile secondo le prescrizioni di legge che finiva in discarica senza subire alcun trattamento preliminare, un trattamento quest’ultimo essenziale per favorire l’individuazione dei materiali non ammissibili in discarica o dei rifiuti da destinare a operazioni di recupero. In altre parole, una gestione della discarica, dell’impianto T.M.B. e di compostaggio, da parte della famiglia LEONARDI, orientata all’esclusivo perseguimento di utili attraverso il mantenimento delle convenzioni con i Comuni pur non essendo gli impianti nelle condizioni di poter più adempiere alle prescrizioni fissate dalle stesse autorizzazioni amministrative. Il sistema illecito orchestrato da Antonino LEONARDI si reggeva su due pilastri:
- la puntuale dazione di tangenti a soggetti ritenuti dal corruttore, al di là del ruolo assegnato dall’amministrazione di appartenenza, in grado di influenzare la concessione di autorizzazioni amministrative e di “pilotare”, preventivandoli, i prescritti controlli ambientali;
- la fasulla rappresentazione della movimentazione dei rifiuti al fine di garantire un’apparente osservanza delle norme; una contabilità assolutamente non corrispondente alla reale entità e tipologia dei rifiuti conferiti in discarica e trattati nell’impianto di compostaggio.
Altro funzionario pubblico a “libro paga” dei LEONARDI era Salvatore PECORA, il quale similmente a LIUZZO, era solito notiziare l’amministratore della “SICULA TRASPORTI” di tutti i controlli che sarebbero stati effettuati e curati dal Libero Consorzio Comunale di Siracusa; PECORA, inoltre, partecipava preliminarmente ai LEONARDI atti riservati del proprio ufficio prima che gli stessi fossero oggetto di deliberazione interna assumendo, a priori, posizioni congeniali alle illecite finalità imprenditoriali di LEONARDI.
Da ultimo, la meticolosa attività d’indagine portava alla luce anche una stabile e compiacente relazione finanziaria tra il gruppo imprenditoriale dei LEONARDI ed alcuni esponenti del clan NARDO (tra i quali Angelo RANDAZZO e Alfio SAMBASILE entrambi già condannati per 416 bis) ai quali Antonino LEONARDI faceva pervenire, durante le festività, somme in contanti di 5.000 euro tramite il suo collaboratore “Delfo” AMARINDO. Quest’ultimo forniva un rilevante supporto per la realizzazione dei progetti criminosi del clan NARDO, una collaborazione significativa manifestatasi attraverso plurime condotte, tra le quali anche quella di riportare agli affiliati della compagine mafiosa le indicazioni e le volontà del boss recluso Alfio SAMBASILE. “Delfo” AMARINDO rappresentava l’anello di congiunzione dei LEONARDI con il sodalizio lentinese e questo ruolo viene in luce quando è necessario decidere a chi assegnare la gestione di un punto di somministrazione di cibi e bevande nello Stadio di calcio della “SICULA LEONZIO”; è AMARINDO che viene incaricato da Antonello LEONARDI di veicolare il messaggio che il chiosco non sarebbe stato affidato a nessuno dei gruppi criminali pretendenti e che gli stessi sarebbero stati “ripagati” per il mancato introito con le dovute regalie. Antonino LEONARDI e suo figlio erano ben consapevoli, in quel frangente, quali rischi corressero nel concedere quell’attività a figure orbitanti negli ambienti di criminalità organizzata.
L’investigazione della Guardia di Finanza di Catania ha, dunque, fatto luce su un groviglio illecito d’interessi permeante la gestione della maggiore discarica siciliana così confermando come il delicato settore ambientale possa essere facile preda di rovinose pratiche corruttive oltreché di appetiti mafiosi.