Qualcosa scricchiola: a Palermo è accaduto in questi giorni che si è dimesso in blocco il vertice delle Crocerossine e sulle chat volano gli stracci...Domenica 24 maggio si deve eleggere il presidente della Croce Rossa Italiana. Quella che è ormai una vera e propria holding privatistica del valore di centinaia di milioni di euro è governata ininterrottamente dal 2008 da Francesco Rocca con aspetti interessanti, ai limiti del culto della personalità, con tanto di sito personale ufficiale che neanche Kim Jong Un.
Sul suo "sito ufficiale" Francesco Rocca offre a futura memoria la sua "storia" che è di certo interessante, dimenticando però di citare un piccolo particolare: la condanna, definitiva, per spaccio di eroina subita alla fine degli anni '80. Non è certo nel curriculum di tutti un simile plus ed ometterlo non è proprio il massimo della trasparenza.
Passa il tempo, che come si sa lava tutto e in Italia ancora di più, e Rocca nel 2008 viene nominato nientemeno che commissario della Croce Rossa Italiana dal governo Berlusconi e da allora, in 12 anni ininterrotti, ha costruito un regno assoluto fondato su una serie di "elezioni democratiche" in cui la maggior parte dei "grandi elettori" erano commissari da lui stesso nominati, molti di quelli non allineati sono stati nel tempo cacciati pur vantando medaglie e impegno ultra decennale.
Nel tempo quella che era una benemerita organizzazione benefica, ente pubblico, viene di fatto privatizzata e si è trasformata in una miriade di comitati regionali e locali, ormai vere e proprie aziende con tanto di partita IVA e iscrizione alle Camere di Commercio che ottengono milioni e milioni di denaro pubblico.
Ce ne siamo occupati più volte, soprattutto del comitato di Catania e di quello regionale siciliano: ce la stiamo discutendo nelle aule di vari tribunali perché hanno la querela facile.
Le udienze sono divertenti e presto pubblicheremo i verbali, in attesa di capire a carico di chi sono le spese legali, e di vedere se tutto quello che abbiamo pubblicato era vero e interessante.
Da un pò di tempo abbiamo avuto altro di cui occuparci ma il tema ritorna attuale per l'imminenza, domenica 24 maggio, delle elezioni, telematiche, per il presidente nazionale.
Per l'ennesima volta il candidato è Francesco Rocca cui si oppone Maurizio Scelli che guidò anch'egli la Croce Rossa agli inizi degli anni 2000 provenendo da una lunga esperienza ai vertici del volontariato cattolico e poi deputato al parlamento.
Di quello che sta accadendo a livello nazionale ci occuperemo nei prossimi giorni, a partire dai dati del bilancio 2020 della sola gestione centrale che prevede un giro di 76 milioni di euro pubblici, quasi tutti derivanti da "convenzioni" con il governo nazionale con oltre 5 milioni misteriosamente indicati come "oneri diversi di gestione" ed un aggregato di circa 400 milioni, a testimonianza dell'enorme centro di potere e spesa che è diventata questa organizzazione ormai privata, la cui gestione è stata sottratta al controllo pubblico nonostante pubblici siano la quasi totalità dei fondi e degli appalti gestiti.
Le elezioni del prossimo 24 maggio sono attese, anche perché stavolta il blocco non è più così granitico, a testimoniarlo la candidatura di Scelli, e dalla base si levano malumori crescenti verso il vertice: 12 anni ininterrotti di gestione sono davvero esagerati.
La notizia più immediata riguarda la componente femminile, le mitiche Crocerossine, ed in particolare quelle siciliane.
Qualche rumors pare circolasse, nei giorni scorsi le dimissioni delle vice ispettrici regionali e il 18 maggio la bomba atomica con le dimissioni irrevocabili dell'Ispettrice Regionale per la Sicilia Sorella Anna Di Marzo:
Al di là della formula di rito iniziale contenuta
nel testo integrale che alleghiamo
, la formula di chiusura risulta inquietante per un ente caritatevole. Manco a dirlo, nelle private chat di WhatsApp che hanno sostituito da tempo gli oscuri corridoi di una volta, si scatena l'inferno, con le Sorelle dell'una e dell'altra fazione che si strappano virtualmente il candido velo con la croce rossa delle loro belle divise.
In una di queste chat una delle Sorelle più autorevoli, le cosiddette "Sorelle Anziane" lamenta
"con grande meraviglia e disappunto: dimissioni improvvise e in contemporanea mi fanno pensare ad una incompatibilità con i nuovi scenari nazionali . Un Vertice si accetta ed è dovere di tutte collaborare per il migliore andamento del Corpo . Resto rammaricata e perplessa."
Immediata la reazione:
"Il suo messaggio nel gruppo, mi ha lasciato perplessa e meravigliata perché l'Etica di cui ci vantiamo le "Sorelle Anziane", ci impone di non entrare nel merito di cose che esulano dalle nostre competenze e di cui non conosciamo i fatti. Mi dispiace molto leggere che fantastica sui motivi di tali dimissioni, facendo intendere che la causa sia una incompatibilità (riportando le sue parole) con i "nuovi scenari Nazionali . Le sorelle hanno il diritto di dispiaceri ma non hanno il diritto di commentare, provocando illazioni e pettegolezzi che non giovano alla serenità del Corpo. Dedichiamo il nostro tempo ai servizi che ognuno può ed è in grado di svolgere,collaborando con tutti per il bene comune e non sprechiamolo giocando a scatenare ed a fare la guerra. Ognuna di noi ha l'obbligo di stare al suo posto e lasciare a chi riveste un ruolo, ai vari livelli l'Onere di occuparsi delle cose che gli competono."
Bhe, le danze sono aperte: e non sono quelle di una volta per beneficenza.
AVVERTENZA PER PM, GIP E GIUDICI (nel caso di denuncia per diffamazione questo inciso fa parte integrante dell’articolo): questo, come tutti gli altri dedicati a vicende alla Croce Rossa Italiana, è indispensabile, a fini di giustizia, valutarlo in relazione a tutti gli altri pubblicati, (alcuni elencati in via non esaustiva in calce e compresi quelli che saranno pubblicati prossimamente), in quanto fa parte di un’unica organica attività d’inchiesta giornalistica orientata alla funzione di pubblica utilità di raccontare le dinamiche del potere locale e non solo, i metodi di gestione di enti pubblici o di interesse pubblico e l’utilizzo di pubbliche risorse. Di conseguenza toni e contenuti sono direttamente correlati alla successione narrativa.