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UNICT, relazione choc dei revisori dei conti: "Utilizzo delle riserve senza precedenti"

09-01-2020 06:03

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Università,

UNICT, relazione choc dei revisori dei conti: "Utilizzo delle riserve senza precedenti"

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Proprio così, a quanto si legge nella relazione dei Revisori dei Conti a corredo del bilancio preventivo 2020 dell'Ateneo catanese, si starebbe proprio raschiando il fondo del barile, mettendo a serio rischio la sua stabilità, già messa a dura prova dal risultato 2018 che ha comportato lo sforamento degli indici finanziari con gravi ripercussioni sulla capacità di spesa impedendo addirittura la copertura dei posti del personale andato in pensione. Il monito finale, che pone l'attenzione all'utilizzo dei punti organico, richiama alla mente i concorsi incriminati nell'ambito dell'indagine "Università Bandita"...



L'utilizzo delle riserve per far fronte a spese correnti non è mai un buon segnale, ma nel caso in cui è così massiccio e ricorrente come deciso dagli amministratori dell'Università di Catania diventa proprio drammatico.



Al prospetto di bilancio preventivo 2020 alla fine, con una relazione di 17 pagine, viene concesso un formale parere positivo dai Revisori Filippo Izzo, Letterio Barbaro ed Eva Ferretti, ma con ben 5 condizioni e 2 osservazioni.



Le premesse sono pesanti: "Una posizione di rilievo assume l'utilizzo delle riserve di contabilità finanziaria, stimato in un valore di euro 50.880.912,30, che rispetto al valore della voce omologa delle previsioni definitive dell'esercizio precedente aumenta del 45,70%."


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I Revisori bacchettano l'amministrazione segnalando che


"per quanto riguarda l'utilizzo di riserve di patrimonio netto derivanti da contabilità finanziaria, la nota illustrativa non fornisce alcun riferimento sugli esercizi di provenienza", precisando in maniera caustica che "l'utilizzo delle riserve, per un ammontare che non ha precedenti nei pregressi esercizi, non costituisce una modalità straordinaria di copertura dei costi di esercizio in quanto assume, per il suo costante ripresentarsi, i contorni di una prassi di bilancio ricorrente."

A pagina 4 i Revisori cristallizzano


l'imbarazzante vicenda del contestato "anticipo" delle tasse universitarie richiesto agli studenti per fare cassa:"La nota illustrativa rappresenta anche la decisione del consiglio di amministrazione del 21 ottobre 2019 di imporre agli studenti "irregolari" il pagamento di € 200,00 entro il 31 dicembre 2019, con successiva deliberazione del 5 novembre 2019, tuttavia, tale decisione è stata differita all'anno accademico 2020/2021 (p. 16)

."


Aggiungendo come


"la nota illustrativa sottolinea che l'importo stimato dei ricavi da contribuzione studentesca «potrebbe subire variazioni rn diminuzione» (p. 18) in conseguenza delle possibili variazioni dell'effettivo valore ISEE", e quindi concludendo che "la stima, dunque, non è ispirata a criteri di prudenza (come imposto dall'art.2 del DI n.19) che avrebbero suggerito di applicare una diversa metodologia nella previsione dell'entrata (ad esempio facendo riferimento alla serie storica dei valori ISEE registrati nei pregressi anni accademici)".

Secondo l'analisi dei Revisori,


"i costi operativi sono stimati in 300.896.869 euro, con uno sbilancio di 3.817.034"

, ma la situazione diventa ancora più drammatica evidenziando che


tale sbilancio supera i 54 milioni di euro"se i proventi operativi sono decurtati anche dell'utilizzo delle riserve di contabilità finanziaria."

Anche sul fronte delle spese per il personale il trend non migliora: "Le stime per il 2020 non invertono la tendenza all'aumento dei costi del personale che si registra negli ultimi esercizi."


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E qui


entrano in gioco le scelte compiute dall'amministrazione di proseguire imperterrita negli avanzamenti di carriera

del personale docente, "


ricercatori che diventano associati che diventano ordinari"

, aumentando la spesa senza che ciò corrisponda ad effettivo miglioramento della qualità accademica.


Per non dire dei casi in cui alcune figure vengono inspiegabilmente addirittura "importate" a caro prezzo da altri atenei, come accaduto nell'incredibile


"caso Licandro"

, finito adesso


al vaglio della magistratura

ma intanto costato all'università di Catania 120 mila euro l'anno per soddisfare la curiosità papirologica di poche unità di studenti.


E infatti, nella relazione si legge:


"La nota illustrativa precisa che l'aumento della spesa per le competenze fisse del personale docente a tempo indeterminato (+ € 2.499.467,66 rispetto allo stanziamento previsto per il 2019) è giustificata, per più dei due terzi, dall'adeguamento ISTAT degli stipendi del personale non contrattualizzato di cui al DPCM del 3 settembre 2019; per la restante parte, da dodici unità di professore associato in più nel 2020 e da «ben 19 passaggi da ricercatore a tempo determinato a professore associato» avvenuti nel novembre 2019 ma i cui effetti a regime cominciano a prodursi proprio a partire dal 2020 (p. 36)."

Pesante la situazione per il personale amministrativo:


"La nota illustrativa precisa pure che per il 2020 sono previste 130 unità di personale a tempo determinato (di cui 51 da stabilizzare nel corso del 2020, 24 «nuove unità» e 21 «a valere su fondi esterni»). Il costo per il personale a tempo determinato sembrerebbe quindi essere stato stimato su queste 130 unità, anche perché, pur dovendosi completare il piano di stabilizzazioni, non è «definibile, nel corso del 2020, il momento nel quale si completerà il suddetto processo di stabilizzazione» cosicché l'ateneo ha preferito prevedere «un'ulteriore proroga dei contratti a T.D. (...) in quanto in termini di previsione i saldi (sulla spesa complessiva del personale tecnico amministrativo) rimangono pressoché immutati» (p. 40)."La doccia fredda

:


"Per queste 55 unità la nota illustrativa esclude rinnovi ulteriori rispetto al 2020: per 34 unità il 2020 è l'ultimo anno del triennio massimo consentito dalla legge; per 21 unità (i cui contratti sono finanziati «a valere su fondi esterni», p. 41 della nota illustrativa) viene escluso «il rinnovo della prima annualità di contratto a scadere nel 2020» (p. 40)."

Per quanto attiene poi ai


costi di gestione "aumentano

, in ogni caso, le previsioni relativo all'acquisto di servizi e collaborazioni tecnico gestionali."


Più nel dettaglio:


"In questa previsione sono compresi anche i costi per le consulenze professionali e le collaborazioni coordinate e continuative. Nel riclassificato a tale voce di spesa sono destinati € 778.277 ,55 (prospetto di dettaglio a p. 47 della nota illustrativa). Sono da considerare anche le voci Organizzazione mostre cerimonie ed eventi (+ 175.168,31), Incarichi a società di studi, ricerca e consulenza(+ 831.600,00) e Compensi per prestazioni altamente professionali (+611.028,46), non previste nei documenti di bilancio del precedente esercizio 2019."Un accenno a parte i Revisori dedicano ad una particolare e costosa operazione

già prevista:


"Soltanto per la spesa destinata agli incarichi a società di studi, ricerca e consulenza, la nota illustrativa si limita a illustrare una parziale destinazione di € 600.000,00 per un incarico ricognitivo del patrimonio dell'ateneo (p. 46)."

Seicento mila euro per fare una ricognizione del patrimonio dell'Ateneo? Cioè non sanno neanche cos'hanno in casa? Vabbè...


Per quanto riguarda l'equilibrio della gestione corrente, come detto e senza considerare l'utilizzo delle riserve che lo fa sballare del tutto, già la somma algebrica tra proventi operativi e costi operativi risulta negativa per quasi 4 milioni di euro.


Alla fine i conti dei Revisori non lasciano molti spazi alla speranza:


"Si stima un risultato negativo per 14 milioni 171 mila 121 euro, che viene coperto attraverso l'utilizzo di riserve di patrimonio netto", una situazione che "mostra una cronica incapacità dell'ateneo di adottare un bilancio di previsione se non in avanzo quanto meno in pareggio, senza attingere alle riserve di patrimonio."

Quindi l'avvertimento: "Sia l'indicatore relativo alle spese di personale (articolo 5 del decreto legislativo n. 49), sia quello concernente la sostenibilità economico-finanziaria (articolo 7 del decreto legislativo n. 49) presentano valori molto vicini al limite massimo e in peggioramento rispetto alle previsioni 2019 (rispettivamente 79,7357% per il primo, 1,0267% per il secondo: cfr. prospetti a p. 57 della relazione illustrativa)."


E "ciò si riflette anche sugli indicatori previsti dal decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 49, per la valutazione delle politiche di bilancio e di reclutamento degli atenei."


Abbiamo già visto quanto accaduto per l'esercizio 2018, con le gravi conseguenze sull'ateneo per lo sforamento degli indici, cosa ancora più grave, per appena 40 mila euro, con ciò indicando una discutibile capacità di controllo da parte degli organi competenti.

Anche le norme sul contenimento della spesa, secondo i Revisori, non risulterebbero rispettati dall'amministrazione, con "il costo del personale a tempo determinato che non rispetta il limite di spesa previsto dall'art.9, comma 28 del decreto legge 78/2010", mentre


le spese previste per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e di rappresentanza (art.6) superano di ben 22 volte il limite consentito dalla legge: previsione di spesa di 1 milione 283 mila euro contro un limite di 58 mila 286.

In conclusione,


i Revisori lanciano un monito

: "che sia mantenuta sotto controllo costante la voce dei costi del personale in rapporto agli andamenti di bilancio e sia attentamente valutata l'opportunità di un utilizzo integrale dei punti organico disponibili per le nuove assunzioni di là da quelle necessarie al completamento del percosrso di stabilizzazione."


La relazione dei Revisori dei Conti al bilancio preventivo 2020 dell'Università di Catania.

 


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