
Per mesi, anni, abbiamo dovuto raccontare con dolore il declino che sembrava inarrestabile di uno dei templi simbolo dell'Essere Catanese: Il Teatro Stabile. Non soltanto luogo di arte e cultura, ma crocevia di Speranza e Disperazione: al suo cancello venne trucidato Pippo Fava, fu tragedia e riscatto, da allora nulla fu come prima. Questo venerdì è stata presentata con sobrietà, passione e un pizzico di emozione "Altrove, la rassegna itinerante di una nuova drammaturgia". Di questo ha scritto il direttore del nostro SudStyle Aldo Premoli nella bella intervista che segue al direttore dello Stabile Laura Sicignano. SudPress invece vuole raccontare che questo venerdì ha avvertito un fremito tra la gente del nostro Teatro. Da qualche parte questa benedetta Città deve ripartire, perché non potrebbe farlo proprio da un "Altrove" come questo, da un "Altrove" qualsiasi capace di rimettere in circolo energie positive, visioni, creazioni? Ripartire proprio dai suoi artisti, dalle maestranze, dalla voglia di esserci, partecipare. E allora, torniamo a frequentarli i luoghi dell'Arte, strappiamoli alla tristezza, alla decadenza. Basta poco: un biglietto. E torniamo pure ad abbonarci allo Stabile di Catania: É l'ora! La conferenza stampa è cominciata puntualissima alle 11. Al tavolo la Vice Presidente del Teatro Lina Scalisi, professore ordinario di Storia Moderna all'Università di Catania, il Direttore Laura Sicignano alla prima prova con il pubblico catanese ed il curatore della rassegna Massimo Tamaio, con Caterina Andò sempre impeccabile e rapidissima nel coordinare i numerosi interventi. Abbiamo voluto partecipare a questa conferenza di presentazione spinti dall'ambizione di voler essere presenti ad un momento importante: una rinascita non è roba da tutti i giorni. In una città che è la capitale mondiale delle cerimonie cretine, dei protocolli fasulli, dei tavoli sfasciati, delle inaugurazioni farlocche, abbiamo potuto assistere ad una presentazione essenziale, quasi rigida, niente effetti speciali, il "sangue e la merda", che a teatro porta bene, di chi tra le faticose tavole dei palcoscenici ci vive e lavora. In sala, ad occupare tutte le sedie disponibili (immortalati dal bravissimo Antonio Parrinello di cui abbiamo utilizzato le immagini), gli artisti protagonisti della rassegna, autori, registi, attori, finalmente sorridenti, impegnati, concentrati al contrario di come li abbiamo visti e raccontati, preoccupati e spesso sfiduciati nei lunghi terribili mesi della crisi più nera. Sembra tutto passato, la montagna di debiti quasi sparita se non fosse la stessa Vice Presidente Scalisi a ricordare a tutti che il percorso è ancora lungo: è stato preso un bambino malato per mano e occorre accompagnarlo nella sua convalescenza. Bella metafora, efficace: si sente che ci credono, si legge nei sorrisi. Il Direttore Sicignano non lo nasconde: "Il Teatro è stato ferito, ma sto trovando un amore inaspettato in quanti ci lavorano." Ed è questa la chiave: la passione, l'impegno di quanti sono custodi di una grande tradizione che deve guardare al futuro grazie anche a questi nuovi linguaggi. Non è mancato il rispetto del galateo con i ringraziamenti per la loro "vicinanza" alle istituzioni che invece, possiamo dirlo noi, sappiamo lontanissime, responsabili principali anche dello sfacelo della cultura di questa città, la classe dirigente più gretta, volgare ed ignorante che si sia mai vista, incapace di rispettare persino gli impegni essenziali come liquidare i contributi dovuti. È infatti una sorta di "accidente virtuoso" che si siano determinate condizioni talmente disperate da non lasciare altra scelta che nominare un Consiglio di Amministrazione di altissimo profilo, con il notaio Carlo Saggio presidente, la professoressa Lina Scalisi vice, consiglieri Loredana Lauretta, Fabio Roccuzzo e Raffaele Marcoccio, tutti impegnati a titolo gratuito. E questo CdA è riuscito a dare il colpo d'ala sottraendosi al solito bilancino di nomine d'apparato scegliendo come Direttore una giovane manager che in pochissimo tempo a quanto pare è già riuscita a garantirsi il rispetto, non scontato, del difficile ambiente dello spettacolo catanese ed al contempo infondere fiducia per il prossimo futuro. Insomma, non è stata la solita conferenza stampa, è stato uno spettacolo e a noi è piaciuto. Adesso tocca a noi catanesi, non ci resta altro che passare qualche bella serata andando a Teatro per poterci accreditare una qualche personale partecipazione a questa Rinascita. E il biglietto, cavolo, costa 8 euro!