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Omicidio Giordana: l'accusa chiede l'ergastolo, la difesa i domiciliari da don Mazzi

20-06-2017 19:15

Francesca Guglielmino

ciclista morto, terme di acireale e sciacca, vertice maggioranza,


Omicidio Giordana Di Stefano, animi tesi in aula ma la sentenza tarda ad arrivare. Il pm, l'associazione anti-violenza Galatea e il difensore della famiglia di Giordana chiedono l'ergastolo per Luca Priolo. La difesa dell'omicida replica proponendo gli arresti domiciliari presso la comunità di Don Mazzi. Prossima udienza fissata per il 31 ottobre 2017



Rimandata la decisione del Gup Rosa Alba Recupito. L'udienza si e' aperta con l'arringa del pm Alessandro Sorrentino. Il magistrato nella sua discussione ha sostenuto la tesi secondo cui l'assassino di Giordana è sempre stato capace di intendere e di volere. La conferma di tale consapevolezza è stata rapportata anche nella perizia psichiatra, discussa ad aprile dallo psichiatra Gaetano Sisalli e la psicologa Federica Di Fazio.



Luca Priolo, assente in aula durante l'udienza, è sempre stato capace di intendere e di volere, ha premeditato l'omicidio ma soprattutto la sua fuga in Svizzera. Proprio per questo motivo il pm Sorrentino ha richiesto alla corte l'ergastolo per l'omicida, al fine di punire anche l'atrocità del delitto (Giordana venne uccisa due anni fa dal suo aguzzino con ben 48 coltellate ndr.). La stessa richiesta è stata avanzata anche dall'associazione anti-violenza Galatea di Catania, rappresenta dall'avvocato Mirella Viscuso, costituitasi parte civile insieme ai familiari della vittima.



L'udienza di oggi è ripresa nel pomeriggio con l'arringa del penalista Ignazio Danzuso, difensore della famiglia di Giordana Di Stefano, il quale ha avanzato le medesime proposte del pubblico ministero, ma con l'aggiunta della provvisionale. L'avvocato ha dunque richiesto dell'avvio di un autonomo processo civile incentrato sulla liquidazione dei danni.



"Nelle intercettazioni telefoniche e durante le prime udienze in tribunale, come sostenuto anche nella perizia psichiatrica, Luca Priolo si è sempre dimostrato lucido negli attimi successivi all'omicidio, - spiega l'avvocato Danzuso. Dopo aver ucciso Giordana, Priolo torna a casa, prepara la valigia ma soprattutto nasconde l'arma del delitto che non ha mai fatto ritrovare".



"La notte dell'omicidio Luca Priolo si premura di dire alla zia di sostenere la tesi del raptus di follia, per evitare un'aggravante della pena di almeno 20 ma non solo - continua il penalista.-. Inoltre, Priolo esorta anche la madre a sostenere che lui e Giordana stessero ancora insieme, quando la ragazza da tempo viveva la sua vita sentimentale senza l'ex compagno che non si occupava più neanche della figlia di 4 anni. Giordana si frapponeva all'ego di Luca Priolo, tanto che lui prima di ucciderla infierisce sul viso proprio perché la vittima decide di non piegarsi a un suo ordine, ovvero la remissione della denuncia per stalking. La mamma dell'omicida durante una telefonata con il figlio sostiene, appunto, che non può uccidere chiunque gli si oppone".



Il processo si conclude con l'intervento della difesa di Luca Priolo, sostenuta dall'avvocato Dario Riccioli. Il difensore inizialmente ha puntato il dito verso il pm Sorrentino, sostenendo che la richiesta dell'ergastolo sia stata fuori contesto in quanto non prevista tra le condanne del processo con rito abbreviato. In prima battuta il penalista Riccioli, ha spiegato come il ragazzo abbia effettivamente agito in preda ad un attacco d'ira. Motivo per cui il legale ha chiesto al Gup Recupido il riconoscimento dell'attenuante della provocazione affidandosi così all'articolo 62 del codice penale. La richiesta della difesa troverebbe le sue fondamenta in alcune dichiarazioni fatte da Luca Priolo.



L'omicida infatti ha sempre sostenuto di aver intrapreso una relazione quasi segreta con la vittima, come confermano alcune foto su Facebook dove la ragazza indossa l'anello di fidanzamento (Lo stesso anello che la madre della vittima, Vera Squatrito, ha sostenuto di aver regalato lei alla figlia ndr).



Sulla base di queste motivazioni l'avvocato Dario Riccioli per Luca Priolo ha richiesto al giudice l'accettazione della pena minima, circa 11 anni di reclusione, da scontare ai domiciliari presso la comunità di Don Mazzi.



Il processo per l'omicidio di Giordana Di Stefano non trova ancora la sua effettiva conclusione. Il giudice, Rosa Alba Recupito, ha fissato l'emissione della sentenza il prossimo 31 ottobre 2017 non prima della replica del pm.


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