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Caso Nicole, colpo di scena. Il direttore sanitario smentisce: "Non c'era il kit in sala parto"

21-09-2016 11:03

Serena Di Stefano

Giuseppe Pezzati, angelo attaguile, maresciallo salvo mirarchi, angela strazzanti, vittorio emanuele catania, aggressione medico,


Danilo Audibert, direttore sanitario della clinica Gibiino ai tempi della scomparsa della piccola Nicole, "ritratta la sua versione dei fatti mandando al macello tutti gli altri medici protagonisti di questa tragedia", secondo il legale della famiglia Di Pietro. Chiesto il rinvio a giudizio per la ginecologa, il neonatologo, l’anestesista e l’ostetrica



"La sala parto non era dotata del kit di emergenza neonatale". Danilo Audibert, direttore sanitario della clinica Gibiino all'epoca della morte della piccola Nicole, smentisce quanto dichiarato davanti ai pm durante le indagini preliminari.



E' "una dichiarazione che manda al macello tutti i medici e che porterà al proscioglimento di Audibert, indagato per favoreggiamento personale", commenta Michele Ragone, legale della famiglia della piccola deceduta il 12 febbraio 2015 poco dopo la nascita nella clinica Gibiino, durante il trasferimento in ambulanza in un ospedale di Ragusa.



"Questa nuova versione del direttore sanitario affossa ancor di più i medici che hanno sostenuto la presenza del kit in sala parto senza controllare la strumentazione presente - continua l'avvocato Ragone - L'assenza del kit era già confermata dalle intercettazioni telefoniche tra un infermiere e alcuni anestesisti in cui si diceva che mancava l'ago cannula adeguato per poter intubare un neonato".



Il dubbio rimane sulla presenza del kit di emergenza in sala parto perché, a mancare, potrebbero essere state delle parti fondamentali e non l'intero strumento. Se così fosse, allo stesso modo, i medici non lo avrebbero potuto utilizzare per salvare la bambina.



Oggi in aula, i pm Alessandra Tasciotti e Angelo Brugaletta hanno sostenuto la fondatezza dell'accusa e hanno fatto riferimento alla pronuncia del Gip e del Tribunale della Libertà secondo cui "tutti i protagonisti di questa vicenda sono gravemente indiziati di omicidio colposo" spiega il legale della famiglia Di Pietro.



"Sin da subito l'ostetrica non legge il tracciato come avrebbe dovuto, non evidenziando la sofferenza fetale. Per sua stessa ammissione, il ginecologo non guarda il tracciato e in seguito il neonatologo e l'anestesista perdono quella mezz'ora necessaria per salvare la bambina. Secondo quanto hanno confermato i medici legali, infatti, Nicole si sarebbe salvata se fossero intervenuti tempestivamente - quindi, secondo l'avvocato Ragone - Tutti i personaggi che sono cronologicamente coinvolti in questa vicenda hanno fatto sì che si arrivasse alla tragedia".



Con questo quadro, i pm che sostengono l'accusa hanno chiesto al Gup Alessandro Ricciardolo di rinviare a giudizio la ginecologa Maria Ausilia Palermo, il neonatologo Antonio Di Pasquale, l’anestesista Giovanni Gibiino (accusati di omicidio colposo) e l’ostetrica Valentina Spanò (accusata di false attestazioni).



Nell'udienza del 12 ottobre discuterà l'altra parte civile e i difensori degli imputati. La decisione del giudice è attesa per il 9 novembre.


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