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Omicidio Giordana, atti persecutori e istigazione per delinquere: Luca Priolo querela familiari vittima

20-09-2016 08:44

Serena Di Stefano

femminicidio, stalking, Cobas/Codir, maresciallo salvo mirarchi, terme di acireale e sciacca, zona industriale senza acqua, tutela ambientale, piano sanitario, vertice maggioranza,

Omicidio Giordana, atti persecutori e istigazione per delinquere: Luca Priolo querela familiari vittima

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Il legale di Luca Priolo, imputato per l'omicidio della sua ex compagna Giordana Di Stefano, ha chiesto il trasferimento del processo a Messina per "gravi situazioni locali" che potrebbero influire "sulla serenità del giudice chiamato a decidere". Tra queste, gli sfoghi della famiglia di Giordana sui social network e il caso politico dell'ex difensore Ivan Albo costretto a rinunciare all'incarico. La difesa: "Abbiamo già depositato la querela nei confronti dei familiari di Giordana"



Una ferita che ancora brucia all'opinione pubblica, un truce omicidio frutto di un amore malato. Ma soprattutto, l'ira travolgente della famiglia di Giordana Di Stefano che non riesce a dimenticare e che usa i social network per sfogarsi contro chi con 48 coltellate ha portato via una figlia e giovane mamma per sempre.



Secondo l'avvocato Dario Riccioli, difensore di Luca Priolo, il 25enne imputato per stalking e per l'omicidio dell'ex convivente, il rischio è che tutto questo influisca sul corretto svolgimento del processo.



E' questa la motivazione con cui la difesa ha chiesto il 15 dicembre il trasferimento del processo a Messina.  L'avvocato Riccioli ha oggi spiegato l'istanza. "Gravi situazioni locali" potrebbero influire "sulla serenità del giudice chiamato a decidere". In pratica, questo avviene "quando ragioni di sicurezza pubblica possono pregiudicare lo svolgimento del processo".



"Mi riferisco sia agli attacchi mediatici dei familiari di Giordana Di Stefano al mio assistito sia alla vicenda relativa al legale difensore che mi ha preceduto", ha detto Riccioli. Entrambe le questioni renderebbero evidenti la capacità di questa dolorosa vicenda di influire sull'opinione pubblica. La difesa ha reso noto di aver depositato la querela nei confronti dei familiari di Giordana per atti persecutori e istigazione per delinquere.



Nello specifico, ad essere indicati dall'accusa sono diversi post pubblicati su Facebook dalla famiglia della vittima, in cui per esempio, si inciterebbero gli altri detenuti a scagliarsi contro Luca Priolo.



Il caso ha travolto anche la politica. Risale a giugno scorso la richiesta di dimissioni avanzata dalla maggioranza del Consiglio comunale di San Gregorio nei confronti del vice sindaco Ivan Albo. Travolto dalla bufera per aver accettato la difesa di Luca Priolo, l'avvocato penalista, è stato poi costretto a rinunciare all'incarico. "Un attacco feroce e incivile" l'ha definito Riccioli secondo cui"questo già dimostra il concreto turbamento della libera partecipazione delle parti al giudizio".



La storia di Giordana, giovane mamma di Nicolosi uccisa con 48 coltellate dall'ex compagno il 6 ottobre del 2015, ha scritto una pagina drammatica della cronaca catanese e apre adesso una vicenda giudiziaria altrettanto complessa.



Il Gup Rosalba Recupido si sarebbe dovuta esprimere questa mattina in un'aula blindatissima sulla richiesta di rito abbreviato condizionato allo svolgimento di perizia psichiatrica sulle capacità di Priolo di intendere e di volere al momento del delitto. Ma davanti alla difesa, alle parti civili e al pm Alessandro Sorrentino, "il giudice ha fatto una scelta impeccabile perché ha demandato qualunque scelta al giudice che verrà indidivuato dalla Corte di Cassazione se questa deciderà di trasferire il processo a Messina" ha spiegato Riccioli.



La Corte di Cassazione è probabile che si esprimerà nei prossimi due mesi.



Il processo per stalking è iniziato quando, ormai, quest'accusa si accosta a quella ancora più drammatica di omicidio premeditato. E Giordana non c'è più per raccontare al giudice le pressioni subite dal padre di sua figlia, che decise di denunciare nel 2013.



Priolo, reo confesso del delitto, è stato catturato a Milano mentre tentava la fuga verso la Svizzera. A tradirlo è stato un sms inviato al padre. L'imputato non ha mai ammesso la premeditazione del delitto, "credevo volesse togliermi la bimba, non volevo ucciderla” ha detto agli inquirenti. Eppure quella sera ha portato un coltello con sé all’appuntamento.


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