
E' considerato fra i primi 2 scienziati italiani più importanti al mondo. Vincitore del premio Lasker 2010 per le sue scoperte nel campo delle maculopatie e tra i candidati al premio Nobel ha cominciato la carriera all'Università di Catania che non seppe o non volle sostenerlo. E andò negli States. Grazie a Dio
Alle 11.15 di mercoledì 29 aprile il prof. Napoleone Ferrara terrà una lectio magistralis presso l'aula magna dell'ateneo catanese.
La storia di Napoleone Ferrara è emblematica e la domanda che sorge tristemente spontanea è cosa sarebbe accaduto se fosse riuscito a "conquistare" quel posto di "professore associato" che per fortuna del mondo intero l'Università di Catania gli ha sempre negato.
Probabilmente il suo genio, oggi riconosciuto a livello mondiale, si sarebbe perso nelle meschine dinamiche di potere di un Ateneo che sappiamo ormai troppo bene com'è stato ridotto e dove professori associati diventano, per chiamata diretta del rettore pro-tempore, figli di baroni con titoli oggettivamente "straordinari".
E allora si dovrà quanto meno ringraziare lo scomparso prof. Umberto Scapagnini che riuscì a fargli ottenere una borsa di studio negli Stati Uniti, sottraendolo alle angherie dei baronati locali.
Napoleone Ferrara è un biologo molecolare, ricercatore nel campo della biologia tumorale e della angiogenesi. Laureatosi in Medicina all’Università di Catania, dopo la specializzazione si è trasferito negli States per studiare endocrinologia presso la University of California di San Francisco, una delle migliori scuole mediche degli Stati Uniti.
Nel 1989 infatti Ferrara effettua la scoperta che ha aperto le porte ai nuovi farmaci per la cura del cancro. Si tratta cioè della identificazione e clonazione di un particolare gene denominato appunto fattore di crescita vascolare endoteliale (VEGF), ovvero una proteina critica nella angiogenesi.
Nel 1993 Ferrara dimostra in modelli preclinici che un anticorpo, l’Avastin, diretto al VEFG, può inibire l’ angiogenesi e la crescita dei tumori. Gli studi clinici con una versione umana dell’anticorpo iniziano nel 1997 e si completano nel 2003 con la conclusione positiva della fase III del test clinico. Il farmaco ad oggi approvato è appunto l’Avastin per il cancro colon rettale e al polmone. Sono in fase avanzata invece le sperimentazioni cliniche del farmaco anche per altri tipi di cancro.
Ferrara è infatti riuscito per primo, a clonare e purificare in laboratorio questa proteina determinante nel favorire la crescita del tumore. La classifica del Via-Academy sui principali scienziati italiani nel mondo lo colloca al secondo posto.
Proprio il 21 settembre 2010, Ferrara si è aggiudicato il premio Lasker per la sua scoperta del VEFG e lo sviluppo di terapie per malati affette da degenerazione maculare, principale causa della cecità umana in età adulta. Il premio Lasker si assegna agli scienziati che hanno cambiato il mondo. Lo stesso Ferrara, ripercorrendo le tappe che lo hanno portato a diventare uno scienziato in odore di Nobel, ricorda se stesso come un laureato in medicina che frequentava la specializzazione in Ginecologia, quando poi il professor Umberto Scapagnini, appena tornato dagli Stati Uniti, lo aveva aiutato a ottenere una borsa di studio all’università di San Francisco. Ma nonostante l’idea iniziale di ritornare in Italia dopo al massimo due- tre anni, Ferrara non ha potuto resistere alle grandi possibilità offerte nel fare ricerca proprio sulle sue osservazioni ed interessi iniziali.
Le scoperte di Napoleone Ferrara, oltre che lo straordinario valore scientifico e medico, hanno anche rappresentato un interesse commerciale che ha prodotto miliardi per chi ha investito nelle sue ricerche.
A noi non resta che continuare a sognare il tempo in cui la genialità catanese potrà esprimersi e dare i suoi frutti senza che sia necessario espatriarne.