









Della vicenda che raccontiamo Sudpress si era già occupata poco prima dell'estate su segnalazione di alcuni residenti della zona che avevano anche sporto delle denunce, rimaste a loro dire, senza esito e per tale motivo intendevano renderla pubblica. La redazione aveva quindi contattato, come fa sempre per le dovute verifiche, gli interessati ma, pur constatando la veridicità dei fatti, veniva convinta, anche con l'esibizione di varia documentazione che a questo punto non sappiamo bene a cosa si riferisse, che l'abuso era stato sanato e che lo spiacevole caso fosse superato. Ma la storia ritorna con una recentissima determina del dirigente dell'ufficio antiabusivismo del comune di Catania, la 1028 del 2 settembre 2014 che riportiamo integralmente in calce. E' un'ingiunzione di demolizione. E allora sul caso dobbiamo proprio tornare. Riguarda una porzione di una villa davvero di gran pregio, in pieno centro di Catania, una traversa di via Monserrato. Bella davvero, grandi volumi attorniati da un parco che appare rigoglioso, nonostante l'intervento di cui parleremo. Cosa mancava a quella bella casa? Una bella piscina, naturalmente. Magari quasi olimpionica, 16 metri per 12, con una profondità fino a 2,5 metri, da far impallidire la Virgin. Qualche problema se quell'opera proprio non si potrebbe fare in base alle norme vigenti? Ma no, basta presentare una perizia "asseverata" con la quale si asserisce che la ditta (e vedremo che ditta) vorrebbe solo realizzare una "vasca irrigua" non soggetta ad alcuna autorizzazione. Ma i vigili urbani accertano qualcosa di diverso: in realtà si tratta di uno "scavo armato in cemento", che dovrebbe significare che è stata realizzata un'opera abusiva in cemento armato e per di più in zona sismica. Fin qui potrebbe trattarsi del solito odioso abuso edilizio in scempio di un bel parco antico che seppur privato andrebbe preservato, ma la faccenda si complica proprio per la "personalità" dei componenti la "ditta" che questo abuso ha perpetrato e quella strana perizia ha presentato. Si tratta nientemeno che del presidente dell'ordine dei medici di Catania, Massimo Buscema, e di sua moglie, la consigliere comunale tra le più vicine al sindaco Bianco, Ersilia Severino. I coniugi sono proprietari al 50% ciascuno dell'immobile che in visura risulta catastato come edificio popolare ed economico, con una rendita catastale di appena 134 euro, nonostante le immagini fotografiche mostrino qualcosa di non proprio polarissimo. Pare che sulla vicenda sia stato aperto un procedimento penale, stranamente solo a carico del presidente Buscema (che a suo tempo ce lo ha confermato) e non anche della consigliera Severino e che poi sia stato archiviato sulla base di una qualche autorizzazione che però, alla luce della recente ingiunzione di demolizione, non si capisce a cosa si riferisca. A tutt'oggi, il manufatto in cemento armato è ancora lì, come tranquillamente rimangono ai loro prestigiosi posti di rappresentanza dei cittadini la consigliera comunale Ersilia Severino e di rappresentanza dei medici il presidente Massimo Buscema. Catania, è una città davvero incredibile. Immobile di tipo tipo economico e popolare









