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Sindacalaffarismo e Curricula copia e incolla Ci scrive "iscritto CGIL deluso"

05-02-2011 22:06

redazione

Inchieste, angelo villari, Concetta Raia, Enrico Sciuto, Formazione Professionale, Francesco Battiato, Giacomo Rota, Maurizio D'Agata, RETI Scarl, ST&T Scarl, stancanelli, strisce gialle catania, sviluppo,

Sindacalaffarismo e Curricula copia e incolla Ci scrive "iscritto CGIL deluso"

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In relazione alle inchieste sulla formazione professionale pubblicate sul n°6 e sull’ultimo numero di SUD, riceviamo e pubblichiamo la lettera di “un iscritto CGIL deluso”, che intende rispondere alla replica di Angelo Villari, segretario generale della Confederazione a Catania, replica già pubblicata sul sito e sul nostro giornale. Nel numero 6, in particolare, SUD aveva svelato che alcuni famigliari del gruppo dirigente della CGIL etnea sono amministratori di enti di formazione finanziati dalla Regione. Subito dopo, con una lettera di replica, la direzione di RETI Scarl ha fatto sparire la CGIL come committente. “Era un errore” dicono… Confronta I CURRICULA E



LEGGI la replica integrale DI MAURIZIO D’AGATA, Amministratore Delegato di RETI Scarl.





Riceviamo e pubblichiamo la lettera a firma di " un iscritto CGIL deluso":



"Caro direttore,



in relazione all'articolo intitolato "Sindacalaffarismo" in cui si riportavano alla luce situazioni a dir poco imbarazzanti per dirigenti della CGIL catanese, e vista la risposta apparsa sull’ultimo numero di SUD (preceduto dalla pubblicazione sul sito internet) a firma di una generica “la segreteria provinciale della CGIL di Catania” vorrei informare i lettori e voi tutti che l’articolo 7 dello statuto della CGIL fissa alcune incompatibilità tra l’essere dirigente dell’organizzazione sindacale e l’appartenenza a (riporto letteralmente): Consigli di amministrazione (ad esclusione di quelli di società promosse dalla CGIL), di istituti ed enti pubblici di ogni tipo e organi di gestione in genere; eventuali deroghe, riferite a cooperative di assistenza, volontariato, servizi sociali e di abitazione, devono essere autorizzate dal Centro regolatore confederale nazionale; seguono altre tipologie di incompatibilità per esempio l'appartenenza a organi direttivi di partito, l'avere incarichi di governo, assemblee elettive etc. etc.



Da ciò si ricava facilmente che l’affermazione a firma de “la segreteria provinciale della CGIL di Catania” che dice: le persone presenti a vario titolo in strutture esterne (compreso il cda di Reti) vi permangono a titolo personale. Ciònondimeno, abbiamo verificato che costoro non hanno mai percepito, nè percepiscono oggi, alcuna indennità, appare sicuramente poco professionale (forse anche poco competente) nel senso che una segreteria (segretario e dirigenti) o chi ha scritto per essa, dovrebbe conoscere quanto prevede lo statuto dell’organizzazione che presiede e di cui fa parte, riflettendo altresì sul fatto che lo stesso statuto reputa più grave e quindi maggior causa d’incompatibilità, l’appartenenza a consigli di amministrazione di società esterne rispetto a società promosse dalla stessa CGIL.



Risulta chiaro ed evidente a tutti che, il non percepire alcunché o inserire negli organici e consigli di amministrazione parenti o amici rientra in quella tipologia di comportamenti criticabili e sicuramente emendabili che il sindacato ha sempre contestato a politici e politicanti locali e nazionali, ma che evidentemente non valgono per se stessi".



Un iscritto CGIL deluso



Il presidente di STREC e amministratore delegato di Reti ed ST&T, Maurizio D’Agata, ci spiega che  i curricula delle aziende, come apparivano sui siti internet prima dell’inchiesta di Sudpress, erano frutto di “errori materiali”. Pubblichiamo i curricula aziendali dei due enti di formazione, così come figurano nei siti prima e dopo l’uscita del numero 7 di “Sud”.



Entrambi, come ammette lo stesso D’Agata, sono stati controllati e corretti. In realtà (leggi sotto) i curricula sono uguali, eccezion fatta per due elementi: dalla tabella è stata espunta ogni cifra riguardante l’entità d tutti i finanziamenti in elenco. E sono spariti i cinque progetti in cui le strutture della CGIL appaiono quali committenti.



D’Agata afferma: “nei confronti di alcune associazioni spesso abbiamo contribuito ad elaborare studi e/o gestire altri servizi vari, ma sempre in maniera del tutto gratuita. In tali casi abbiamo utilizzato il volontariato di socie e/o collaboratori”. Fin qui la versione di STREC, Reti ed ST&T.



Nel curriculum aziendale che D’Agata definisce frutto di “errori materiali”, leggiamo invece le cifre.



Enrico Sciuto


Interviene Angelo Villari


Egregio direttore,



un vostro articolo pubblicato sul sito di Sud (“Sindacal- affarismo”) chiama in causa la Cgil catanese e il suo gruppo dirigente circa gestioni di attività imprenditoriali nel settore della formazione professionale, aggiungendo alcune interpretazioni e chiavi di lettura. Interveniamo solo per sottolineare alcuni punti che vi chiediamo di pubblicare sul vostro sito, premettendo che la storia della Cgil- compresa quella catanese e del suo gruppo dirigente- è costruita con anni di dure battaglie a favore dei lavoratori e dei diritti, di lotta alla mafia, al malaffare e alla criminalità organizzata in genere spesso pagata a caro prezzo; lotta al malgoverno nazionale, regionale, locale che troppe volte sottovalutano, o volutamente ignorano, i valori del lavoro e della democrazia, nonché i diritti dei più deboli.



La manifestazione del 22 ottobre scorso contro la mafia e per il lavoro svoltasi a Catania, grazie al sostegno dei cittadini, è solo l’ultimo esempio in ordine temporale. Per altri, purtroppo, non funziona sempre così.



Riteniamo utile precisare:



1 la Cgil di Catania oggi non gestisce alcuna attività imprenditoriale in alcun settore, nè nell’ambito della formazione professionale; da questo settore, la Cgil si è chiamata fuori già da tanti anni.



2 la Cgil di Catania non ha mai versato alcuna somma a soggetti esterni per attività formative, “Reti” comprese, o per altra attività non prevista dallo statuto.



3 le persone presenti a vario titolo in strutture esterne (compreso il cda di Reti) vi permangono a titolo personale . Ciònondimeno, abbiamo verificato che costoro non hanno mai percepito, nè percepiscono oggi, alcuna indennità.



Credevamo che queste precisazioni non fossero necessarie ma abbiamo ritenuto di doverle esprimere a tutela dei nostri iscritti e simpatizzanti, a scanso di equivoci, per non creare dubbi sulla nostra correttezza e trasparenza, e per evitare strumentalizzazioni esterne alla Cgil. Con la presente ci rivolgiamo anche ai dirigenti e ai tanti iscritti e simpatizzanti che, stupiti, ci hanno manifestato la loro solidarietà e la loro indignazione per quanto letto: crediamo che i toni debbano essere abbassati per evitare una discussione priva di fondamento. Sentivamo il dovere di offrire la nostra versione dei fatti a tutela dei lettori, della corretta informazione e di coloro che credono nel sindacato. Una volta chiarito il nostro punto di vista, per la Cgil la discussione si chiude qui.



Distinti saluti



La Segreteria provinciale della Cgil di Catania


Mutualismo o affari?


Nel 2000 la Cgil di Sergio Cofferati decise di troncare ogni impegno diretto e indiretto nella gestione degli enti di formazione. Il motivo? In un settore in cui le aziende sono destinatarie di finanziamenti pubblici provenienti da quella che in numerose vertenze è controparte datoriale, un impegno sindacale appare inopportuno.



A Catania nel 2000 ECAP CGIL divenne semplicemente ECAP. In RETI, invece, accanto a qualificati professionisti continuarono a transitare sindacalisti in carica. E loro familiari. Per i vertici della Cgil catanese è normale. Basta sedere in Consiglio d’amministrazione “a titolo gratuito” e “in qualità di persone fisiche”.



Per alcuni iscritti e militanti della Camera del Lavoro, non lo è. E, dinanzi alle repliche dei vertici della Cgil, continuano a chiedersi: qual è il confine fra mutualismo ed affarismo?



Enrico Sciuto



CONFRONTA I CURRICULA



IL VECCHIO...











...E IL  NUOVO:



Leggi la REPLICA INTEGRALE del presidente di Strec e Ad di Reti e ST&T


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