
Nella tarda serata del 15 giugno, uno dei classici momenti di concitazione a cui si può assistere salendo a bordo degli autobus della linea urbana AMTS di Catania si trasforma in ben altro: un passeggero, un colombiano di 28 anni, viene ripreso da un secondo viaggiatore, un ventiseienne catanese, per atteggiamenti molesti nei confronti degli altri ospiti del veicolo. Dopo un breve litigio, il ventottenne estrae un coltello e si scaglia contro il ventiseienne, ferendolo prima alla gamba e poi alla spalla.
In realtà, l’aggressore aveva mirato al collo.
Poco dopo, in seguito alla chiamata d’emergenza effettuata dall’autista del bus, alcuni agenti raggiungono il mezzo in via Salvatore Marino, nel cuore del quartiere Monte Po’, e traggono l’uomo in arresto. Una volta giunta in ospedale per le dovute medicazioni, alla vittima viene riservata una prognosi di sette giorni.
D’altro canto, se non con i mezzi del trasporto pubblico, logiche da Far West di questo tipo trovano comunque il modo per spostarsi, attraversando in lungo e in largo la città dell’Elefante.
A pochi giorni dall’inizio dello scorso maggio, tra i locali e i pub di via Garibaldi, luogo in cui la movida catanese si fa più sostanziosa, un gruppo di giovanissimi pensa bene di scatenare una rissa: nell’arco di pochi minuti, da teatro della vita notturna, la zona diventa un circo violento in cui gli scambi di sgabellate sulle schiene diventano i principali gesti acrobatici.
L’accaduto, dovutamente ripreso dai cellulari di alcuni presenti, è subito virale sui social.
Giusto alcune settimane più tardi, e più precisamente il 20 maggio, la violenza prende piede in Piazza Santo Spirito, quando un parcheggiatore abusivo di 35 anni aggredisce due ragazzi indiani, schiaffeggiandoli, con la pretesa del pagamento di 5 euro per la sosta dell’auto dalla quale la coppia di giovani era scesa. Fortunatamente, viste le richieste d’aiuto da parte dei due ragazzi, le forze dell’ordine intervengono per bloccare e arrestare l’individuo, dopo un breve inseguimento.
Esattamente dieci giorni più tardi, il quartiere di Ognina è sconvolto da un altro caso di aggressione, stavolta senza un lieto fine: in seguito ad un acceso confronto, avvenuto in Piazza Mancini Battaglia, un parcheggiatore abusivo trentasettenne dello Zimbabwe sferra diverse coltellate alle braccia e all’addome di un dipendente della nota pasticceria “Quaranta”, di nome Santo Re. A causa delle gravissime ferite riportate, il giovane, di appena 31 anni, muore la stessa sera all’Ospedale Cannizzaro.
Successivamente a questo tragico episodio, nel corso di un incontro a Roma tra la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il sindaco, Enrico Trantino, è proprio il primo cittadino catanese a porre l’accento sulla necessità di un intervento da parte dell’Esercito per le strade del capoluogo etneo. Alla stessa richiesta si affianca pure il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
A tal proposito, è durissima la reazione dei dirigenti di Alleanza Verdi e Sinistra che, infatti, scrivono in una nota a firme congiunte: “Il sindaco Trantino ha incontrato a Roma la presidente del Consiglio chiedendo l’intervento dell’esercito per mantenere la sicurezza in città. Eppure, una settimana fa, a Catania, il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza convocato dal prefetto Signorello ha evidenziato che i reati sono in forte calo [...] L’invio dell’esercito per risolvere il problema dei parcheggiatori abusivi e delle discariche di rifiuti in città è paradossale, ridicolo [...]”
Alla luce del miglioramento delle statistiche, oltretutto confermato anche dallo stesso Trantino, i dirigenti di AVS premono l’amministrazione di “occuparsi di ciò che serve veramente alle città, cioè asili nido, scuole pubbliche, case popolari, servizi sociali adeguati, un servizio sanitario pubblico civile, alloggi per senzatetto e consultori per disagi economici e psichici.”
Quant’è efficace la militarizzazione di un territorio? E quant’è insicura la sicurezza delle nostre città?