“Una città migliore per una vita migliore”: si apre così il secondo tomo del nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG) della città di Catania, atto di indirizzo adottato già l’ottobre scorso dalla Giunta comunale, capitanata dal sindaco Enrico Trantino.
La stesura di questo documento – compiuta dai tecnici della Direzione Urbanistica, coordinati dall’ing. Biagio Bisignani e guidati dal vicesindaco Paolo La Greca – fa emergere due necessità: sia che Catania elevi finalmente la propria qualità urbana, sia che la città non debba proseguire da sola lungo questo ambizioso nonché faticoso percorso di trasformazione. Per questo, il processo di formazione del nuovo PUG respira del confronto diretto tra l’amministrazione, le associazioni e i singoli cittadini, apertamente incoraggiati ad esporre i propri bisogni e le proprie proposte.
Bisogni e proposte da conformare ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile già individuati dall’Agenda 2030, promossa dall’ONU.
Più nel dettaglio, una delle prime strategie urbanistiche evidenziate nel secondo tomo del PUG riguarda la riqualificazione delle parti di territorio comunale in condizioni di degrado o di sottoutilizzo: il Piano deve, infatti, prevedere nuove destinazioni d’uso per le zone a sud-ovest del centro storico (San Cristoforo – Angeli Custodi), al fine di elevare lo standard qualitativo delle aree stesse, dando ampia priorità alla riduzione del rischio idraulico.
Ma le criticità ambientali e i disagi delle periferie non sono gli unici scogli a cui il nuovo Piano Urbanistico Generale del capoluogo etneo deve far fronte.
In effetti, com’è possibile leggere nello stesso documento, la redazione del nuovo strumento urbanistico “[...] deve garantire a ogni gruppo sociale un’elevata disponibilità di servizi e una buona qualità del patrimonio residenziale” in una città che, attualmente, pecca in equità abitativa nonché nel fornire spazi adeguati e inclusivi, pienamente fruibili dalle fasce più e meno giovani della popolazione catanese.
D’altronde, il tema della “fruibilità” si lega a doppio filo con quello dell’”accessibilità”. In merito a questo aspetto, un’altra sfida del nuovo PUG consiste in una pianificazione urbanistica in cui i trasporti e la loro offerta svolgono ruoli centrali: a partire dalla mobilità dolce, passando per le tratte già attive e di prossima realizzazione della linea metropolitana, fino alle fondamentali funzioni di infrastrutture cardine della città come il Porto e l’Aeroporto Fontanarossa.
È solo facilitando le interconnessioni e gli spostamenti che si può concretizzare “l’aspirazione di Catania nel diventare una metropoli.”
Ulteriore elemento di riguardo su cui la realizzazione del nuovo PUG si focalizza è la sicurezza, soprattutto quella legata al rischio sismico.
“A Catania, in particolare, la situazione è aggravata dallo stato di degrado e di manutenzione del patrimonio edilizio” - si legge al capitolo 12.1 del documento, che continua - “Nel 2024, i dati disponibili, dopo gli effetti delle procedure bonus 110%, purtroppo non sono rassicuranti per l’irrilevanza [...] degli interventi di recupero e di adeguamento sismico.”
In tal senso, diventa dunque imprescindibile l’adozione di norme efficienti che possano favorire la trasformazione radicale di un tessuto edilizio che, per larga parte, nasce tra gli anni ‘40 e gli anni ‘80 del secolo scorso; inoltre, risulta fondamentale l’individuazione di strutture urbane primarie che assicurino un rifugio sicuro alla comunità, in caso di sisma e di fenomeni dovuti ai cambiamenti climatici.
Di questi e di atri punti rilevati dall’atto tecnico del Piano Urbanistico Generale, come l’attrattività sostenibile e la sostenibilità urbana, si discuterà giovedì 22 maggio, nel corso di un forum dedicato al tema: tale appuntamento andrà a chiudere una serie di incontri fortemente voluti dall’amministrazione comunale e votati alla partecipazione civica, grazie all’organizzazione di tavoli tematici e di dialoghi aperti riguardanti il futuro che la città dell’Elefante rincorre ormai da tempo.