
“I dati ufficiali di STM dell’ultimo trimestre confermano le nostre preoccupazioni. Ci aspettavamo - afferma Saro Pappalardo, Coordinatore Nazionale Fismic, aderente alla Confsal - che il 2025 fosse un anno di transizione invece non c'è, almeno ad oggi, una previsione di ripresa. Anzi, si sta rivelando un anno ricco di incertezze e criticità tanto che è confermata la cassa integrazione ordinaria a zero ore per tutti i lavoratori degli stabilimenti produttivi CT6 e M5 di Catania, dal 27 aprile al 4 maggio 2025. Ad eccezione del solo presidio staranno tutti a casa.
Quanto sta accadendo, purtroppo, - continua con amarezza Pappalardo - non ci coglie di sorpresa, ma è un ulteriore segnale d’allarme serio. Come ribadito dopo l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, - aggiunge - siamo molto preoccupati per il futuro del sito produttivo e per l’occupazione. Durante quella riunione si è parlato dell’investimento sul carburo di silicio a Catania, ma ad oggi non sappiamo esattamente cosa comporterà sia in termini di occupazione che di impatto industriale. È evidente che non bastano promesse generiche.
Abbiamo appena concluso un ciclo di assemblee nei reparti e il messaggio che arriva dai lavoratori è inequivocabile: non accetteremo nessuna riduzione del personale. Un’azienda come STM, - continua ancora il Coordinatore Nazionale Fismic - che sta ricevendo ingenti fondi pubblici, non può permettersi di tagliare l’occupazione, ma deve invece garantire uno sviluppo reale, con investimenti che creino lavoro e non desertificazione industriale.
Chiediamo con forza al Ministero, alla Regione e alle istituzioni locali di riconvocare urgentemente il tavolo di confronto. È necessario - sottolinea Saro Pappalardo - discutere nel merito delle prospettive industriali del sito di Catania, e soprattutto ottenere impegni concreti per la tutela dei posti di lavoro. Senza un cambio di rotta, il rischio è che anche questo investimento finisca per essere l’ennesima occasione persa per il Sud e per l’industria italiana”.