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Tutti in scena con la Compagnia teatrale di pupi siciliani Thalia, accompagnati dal quartetto musicale le Cord

31-10-2024 10:00

redazione

Cronaca, Focus,

Tutti in scena con la Compagnia teatrale di pupi siciliani Thalia, accompagnati dal quartetto musicale le CordeinAria

Esistono diverse forme d’arte ma quella meno rappresentata che ne racchiude di piu’ e’ forse l’Opera dei Pupi.

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Esistono diverse forme d’arte ma quella meno rappresentata che ne racchiude di piu’ e’ forse  l’Opera dei Pupi. 

 

In essa coesistono tradizione, storia, arte drammatica, arte pittorica, arte popolare, (nella creazione e costruzione dei personaggi e nella creazione e ricerca dei costumi), arte meccanica (nella predisposizione del loro movimento), arte musicale (nella stesura della musica e dei testi), arte oratoria. 

 

Non a caso infatti questa poliedrica forma artistica ha avuto il suo naturale palcoscenico all’Accademia di belle Arti di Catania, in occasione dell’incontro in anteprima del PNA (Premio Nazionale Arti) XVIII edizione , alla presenza di direttori, presidenti, autorità e docenti provenienti da tutta Italia.

Questo cameo è stato proposto dalla compagnia teatrale di pupi siciliani Thalia, accompagnata dalle musiche originali dal vivo, composte, suonate e cantate dal quartetto le CordeinAria.

 

L’opera dei pupi Compagnia Teatrale Thalia di Paternò è nata dalla geniale creatività di Carmelo Viola la cui passione artistica è stata trasmessa, coltivata e mantenuta dai figli Antonino ed Emanuel Francesco con i quali continua il suo lavoro di “capumanianti”.  

 

Le voci dei personaggi maschili e femminili sono affidate a Massimo Scuto e Agnese Fallica, particolarmente belle e incisive. Massimo in particolare riesce a far parlare contemporaneamente i suoi personaggi maschili cambiando voce,  timbro e cadenza, 

 

Antonino oltre a seguire la compagnia teatrale lavora e insegna a Firenze all’Accademia di Belle Arti, come scenografo e marionettista  perché come sostiene lui  questi mestieri “ li sente uno funzione dell’altro”. 

Presidi, Autorità, Docenti, studenti e due fortunati ragazzini di sei anni, sono stati catapultati nella storia di Orlando e della morte di Agricane senza una minima distrazione, attentissimi alle scene che si susseguivano  con ammirazione e pura meraviglia.

 

E’ proprio vero che lo stupore per l’arte non ha età. 

L’accompagnamento musicale dal vivo del quartetto le CordeinAria , ha reso le scene ancora più drammatiche o più dolci, grazie alle melodie composte e suonate da Roberto Catalano, Anna Ventimiglia ai flauti, Lucia Inguscio al violoncello , Vittorio Ugo Vicari voce e compositore dei testi delle canzoni.

Riportiamo quanto sottolineato da Vittorio Ugo Vicari sulla genesi che ha ispirato le note compositive e la trama del racconto: 

 

“Quando pensiamo alle guerre di religione - che sono poi sempre, dalla notte dei tempi, squallide guerre di interessi economici e non di fede - il nostro pensiero prevalentemente corre al tempo medievale che va dall'epoca carolingia al periodo delle crociate; non riusciamo immediatamente a percepire quanto esse siano vicine e attuali, né mai siano finite ancorché circoscritte a conflitti che dalla nostra 'comfort zone' consideriamo "regionali".

 

"Orlando al campo di Agricane" racconta un episodio dell'epica carolingia da una prospettiva 'anomala', come sapevano sempre fare i narratori, i bardi della tradizione popolare. Da una parte ci sono gli eroi carolingi, ma, dall'altra, invece che gli infedeli ci sono altrettanti eroi, primo fra tutti l'Imperatore di Tartaria Agricane (ai miei occhi il pupo più bello di tutte le schiere). 

 

Il tòpos appartiene all'epica greca, all'altissima dignità che si aveva del nemico al tempo della cosiddetta 'Guerra di Troia', della necessità 'sacra agli dei' di onorarlo, della grave trasgressione e della conseguente colpa in cui si incorreva se e quando tale onore delle armi non veniva concesso (Achille docet); un canone cavalleresco che avrà enorme fortuna nell'occidente cristiano medievale e rinascimentale. 

 

Nella composizione delle canzoni e delle musiche abbiamo voluto rimarcare questo carattere paritetico tra i due schieramenti: la statura degli uni e la statura degli altri che giungono, entrambi, alla medesima conclusione: l'inutilità della guerra e la condanna di ogni forma di violenza, prevaricazione e potere militare. 

Anche il registro poetico/patetico e musicale è stato volutamente impostato su arie massimamente cantabili, perché rimangano il più a lungo possibile nelle orecchie degli spettatori così come si faceva nel teatro di strada d'età medievale e moderna, in cui i motivi principali si propagavano tra le genti come pollini fino alle parti più remote del contado e del regno.  

 

Un passo finale fa dire a Orlando:

Dopo tanto pugnare / La vittoria che arride / La vittoria che arride / Mi fa vieppiù soffrire / Mi fa vieppiù soffrire / Con la morte nel cor.”

 

L’ammirazione dei pupi e delle loro manifatture è stata l’attrazione finale di tutti i partecipanti che hanno potuto toccare i bellissimi e raffinatissimi personaggi, complimentandosi ancora una volta per la bravura dei “manianti” e dei loro “pruituri”, che riescono a far muovere pupi che pesano anche più di 40 Kg.  

 

Ci auguriamo che l’Opera dei Pupi Compagnia teatrale Thalia e il quartetto musicale le CordeinAria possano avere il giusto e apprezzato riconoscimento non solo in occasioni speciali come questa, ma che possano essere un volano per il rilancio della cultura e dell’arte popolare catanese, senza la quale il nostro territorio sarebbe senza dubbio impoverito. 

 

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