Ricominciano le scuole, zaini, carpette, astucci e grembiuli sono pronti.
Concentriamoci un attimo solo ed esclusivamente sui grembiuli, perché la notizia è freschissima.
Michele Emiliano, presidente della regione Puglia e controverso esponente del PD a causa di alcune sue uscite au contraire rispetto al partito di appartenenza, ha inaugurato l'anno scolastico in una scuola materna che ha introdotto grembiuli "no gender".
Niente blu per i maschi e rosa per le femmine, il verde sarà il colore dei grembiulini.
L'iniziativa, a quanto pare, mirerebbe a superare gli stereotipi di genere, promuovendo inclusività e libertà di espressione per i bambini.
Il preside Michele Serra ha sostenuto l'idea, considerandola un'opportunità per educare cittadini consapevoli e rispettosi della diversità.
Arriva la bomba di Galeazzo Bignami, viceminstro dei Trasporti: “Il grembiule verde per combattere gli stereotipi di genere? No grazie. Qualche dirigente scolastico sta proponendo questa roba. Da brividi. Basta con queste follie. Giù le mani dai nostri bambini. Fuori la teoria gender dalle nostre scuole”.
Abbiamo la notizia, al solito, svisceriamola.
Ora, l'uscita di Galeazzo è certamente di pessimo gusto ed utile come una forchetta in una minestra dato il ruolo che non ha nulla a che vedere con scuole (fortunatamente).
Qualsiasi elettore che abbia contezza della realtà, dovrebbe pensare che: va bene il grembiule verde unisex, va bene la nobile causa del far rendere conto ai bambini che esistono "più sessi", va bene tutto ciò che porta il bambino a scoprire quello che è oggi il mondo, un luogo estremamente complesso.
Ma bisognerebbe ricordare che oltre ad avere più sessi, abbiamo bambini disabili, bambini autistici, bambini con genitori problematici… a quel punto il mondo smette di essere complesso.
Certo la questione del gender, dell'orientamento sessuale, dell'educazione sessuale sono temi caldi ed hanno più appeal, ma stiamo attenti a non perdere il focus dato che abbiamo scuole in Sicilia e in tutto il sud che sono simili a slum indiani o a delle trincee.
A Catania siamo fortunati e talmente bravi che neanche ci scomodiamo ad averne di asili.
Nella nostra città nel 2020 i posti nido erano solo 7,5 ogni 100 bambini quando la media italiana è del 27,2 ogni cento.
Ora, non bisogna mai essere benaltristi perché non se ne esce più del lavoro che c'è da fare a livello scolastico in tutto il sud.
Però, è bene che il presidente della regione faccia un lavoro politico e strutturale dentro le scuole, non l'armocromista dei grembiuli.