È successo di nuovo, proprio ieri pomeriggio.
E anche ieri per puro caso non è finita in tragedia, forse perché noi catanesi, oltre ad essere tra i più strafottenti ed ignavi del pianeta, siamo anche tra i più fortunati.
Sopravviviamo incuranti tra strade impossibili e amministrazioni indefinibili. E non può essere che per mera fortuna.
Ma veniamo alla notizia, che potrebbe essere da trafiletto in centesima pagina ed invece l'ennesima dimostrazione di una realtà governata dal “Me ne frego!”
Nel primo pomeriggio di ieri, nella trafficatissima via Vincenzo Giuffrida, all'altezza del civico 185, a pochi metri dall'imbocco del raccordo autostradale, si è schiantato d'improvviso un palo dell'illuminazione. Proprio così, d'emblée.
Che poi tanto d'emblée non è se accade molto più colpevolmente perché ci si trova in una città dove nessuno controlla niente ed è quindi ovvio che, se si lascia che tutto arrugginisca e si ammalori, è alquanto ovvio che prima o poi qualcosa accada.
Basta vedere le foto del palo schiantatosi ieri per capire che non è un caso sfortunato ma l'ennesimo di colpevole negligenza:
Doveva prevedersi che, arrugginito a quel modo, prima o poi sarebbe crollato.
Del resto non molto tempo prima a pochi metri da lì, via Raffaello Sanzio altezza frequentatissimo Saint Moritz, era già accaduto con le stesse modalità, ed anche in quel caso per la solita fortuna etnea non era morto nessuno.
Anche in quel caso talmente arrugginito che si poteva scommettere se avrebbe ammazzato qualcuno o solo distrutto qualche auto: per fortuna ha vinto chi ha puntato sulla seconda opzione.
Ma quanto accaduto allora, evidentemente, non ha indotto l'amministrazione comunale ad avviare una doverosa azione di monitoraggio dello stato di salute di questi pericolosissimi manufatti, in proprio o obbligando l'eventuale azienda privata che ne ha la concessione.
Del resto appena qualche giorno fa il caso del tombino saltato in via Santa Sofia, senza conseguenze letali al contrario della volta precedente, sempre nella stessa via, quando un ragazzo di 24 anni ci perse la vita.
O come quando in piazza Cutelli la cima di una palma assassinò una madre di famiglia seduta su una panchina.
O come sulla circonvallazione, trasformata in pista tipo Le Mans e dove muoiono gli studenti perché nessuno riesce a trovare una soluzione per un attraversamento che non sia una roulette russa.
Anche se non ammazzano nessuno, non sono notizie da trafiletto in centesima pagina i pali che cadono perché nessuno li controlla: sono l'atto d'accusa inconfutabile di una città in cui non funziona niente e si va sempre peggio.
Il resto sono chiacchiere da social, utilizzati in maniera melensa da amministratori pubblici evidentemente incoscienti oltre che inadeguati.
Che fanno perdere altro tempo. Prezioso.