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A CATANIA prove tecniche di "Società Civile" che scende in campo: la lettera aperta dell'avvocato Dario Ricci

01-08-2022 07:05

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus, Voci Catanesi,

A CATANIA prove tecniche di "Società Civile" che scende in campo: la lettera aperta dell'avvocato Dario Riccioli. E il CODACONS chiede l'election day

Importante alzare il livello dell'attenzione sulle dinamiche elettorali

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Il lungo anno elettorale appena cominciato con l'anticipo delle elezioni politiche già fissate al prossimo imminente 25 settembre, poi seguite o forse coincidenti con quelle regionali e poi le comunali a giugno 2023, aprono una stagione decisiva per le sorti delle istituzioni messe a dura prova dalle varie emergenze che hanno evidenziato quanto sia ormai pericoloso continuare a dare delega ad una classe dirigente, chiamiamola così, del tutto inadeguata.

 

Le ultime legislature ai vari livelli, nazionale, regionale e comunale, sono state inconfutabilmente le peggiori della storia della repubblica, con l'affermazione di personaggi incredibili, che in condizioni normali al massimo avrebbero potuto fare gli attacchini di manifesti, con tutto il rispetto per chi lo fa per mestiere, ed invece ce li siamo ritrovati ad occupare ogni spazio pubblico, che hanno gestito in maniera famelica.

 

Enormi i danni arrecati alle prospettive economiche e persino alla tenuta sociale del paese. 

Adesso l'occasione di dare una svolta, per quanto arduo possa apparire, è da cogliere, quantomeno provando ad aprire un dibattito che provochi le coscienze.

 

In uno scenario così fortemente compromesso, devono considerarsi con attenzione le iniziative soprattutto estemporanee, che possano mostrare una ritrovata passione pubblica, che annunciano e sollecitano impegno civile, ancor di più se provengono da figure titolari di background di riconosciuto valore.

 

Nei giorni scorsi è accaduto che un professionista tra i più noti e stimati del foro catanese, l'avvocato penalista Dario Riccioli, è intervenuto nel dibattito politico con una lettera aperta inviata, e ripresa, alle maggiori testate giornalistiche.

 

Una riflessione con cui ha di fatto chiamato a responsabilità quella "Società Civile" che a Catania sembra da troppo tempo scomparsa, inebetita, ininfluente, ormai ai margini di un sistema che si è consegnato ai cacciatori di preferenze che hanno trasformato in bancomat clientelare ogni settore della pubblica amministrazione.

Non può più essere tollerato, perché ne va della sopravvivenza di ciascuno.

 

Da segnalare che nella nota originale, l'avvocato Riccioli cita CATANIA utilizzando il carattere maiuscolo per ogni sua lettera, a sottolinearne l'importanza nell'intenderla come patrimonio da tutelare, passione da recuperare e rilanciare.

I punti sono ovviamente sintetizzati, ma quello che conta è l'appello a darsi una mossa: non c'è più tempo! 

"Caro Direttore, - scrive l'avvocato Dario Riccioli -
ho appreso dai giornali che il Consiglio Comunale di Catania è stato chiamato, per la seconda volta in due giorni, ad approvare l’aumento della TARI (ben il 18%), per evitare il secondo dissesto finanziario (solo dopo pochi anni dal primo) e per correggere i conti del Comune.

 

Poche ore prima, il Sindaco di Catania si è dimesso dalla carica.

Alla seduta del Consiglio comunale erano presenti solo 9 consiglieri su 36.

Conseguenza: non è stato possibile approvare quella delibera, certamente spinosa ma fors’anche necessaria per evitare il secondo default in soli 4 anni.


Le ragioni di questa sconcertante crisi del sistema di organizzazione e di gestione del Comune di Catania sono da ricercarsi nei prossimi appuntamenti elettorali: politiche a settembre, regionali a novembre (o forse accorpate alle politiche) e, subito dopo, le elezioni per il rinnovo della carica di Sindaco di Catania e del Consiglio Comunale.

In prossimità delle elezioni, nessuno si vuole intestare un’iniziativa che, seppur necessaria, è certamente impopolare.
    

Questa notizia mi induce freddamente a ritenere che la politica non sia più in grado di evitare quella pericolosissima deriva che, pare, stia prendendo la nostra martoriata città, già vittima di un primo dissesto e le cui conseguenze sono patite, ogni giorno, dalle donne e dagli uomini che vivono la nostra città e che ormai guardano, sgomenti, alle iniziative assunte da una classe dirigente incapace di orientarsi, come fosse un pugile stordito.

 

Perché sia chiaro, nessuno dei soggetti attivi e passivi della politica cittadina può andare immune da responsabilità, per un motivo o per un altro.

Non sono un politico di professione e, pertanto, lascio il tentativo di fare chiarezza a chi ha fatto dell’arte del possibile il proprio mestiere.


Ancora più freddamente, ritengo che ciò che la politica poteva fare per la nostra Catania lo ha fatto.

Evidentemente, ciò che era (ed è) necessario fare non è nelle “corde” di una classe dirigente, troppo legata a logiche di appartenenza e troppo vincolata alla ricerca del consenso: di quel consenso politico necessario per proseguire nella “carriera”.
    

CATANIA è una città in cui NON SI RIESCE A RECUPERARE IL GETTITO FISCALE e, nonostante si registri – ogni anno – una continua perdita dei ricavi, sprecando costantemente utili risorse.

È indispensabile ridurre gli sprechi e gestire al meglio le entrate fiscali.
    

CATANIA è una città in cui si chiede al cittadino di pagare una tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, nonostante non si riesca ad individuare un contraente per la esecuzione del servizio; e, quando – finalmente – si conclude la procedura per la scelta di quel contraente, il servizio è scadente. È indispensabile approvare bandi di gara funzionali al servizio che viene delegato all’azienda privata.
    

CATANIA è una città con una naturale vocazione “verde”, ma non si riescono a sfruttare le immense risorse naturali per creare energia pulita.

È indispensabile una politica orientata a recuperare fonti alternative, per garantire un risparmio di spesa alla P.A. e, conseguentemente, al cittadino. 

 

CATANIA è una città soffocata da centinaia di clientele che rendono impossibile amministrarla.

È indispensabile approvare un valido ed efficace piano triennale per la lotta alla corruzione e, per tale via, garantire la trasparenza.
    

CATANIA è una città in cui si chiede agli imprenditori del settore ricreativo di inventare, ogni giorno, un modo diverso per attrarre persone, ma non si è, ancora, sviluppato un regolamento comunale per la gestione del suolo pubblico. Salvo poi presentarsi dai ristoratori per sequestrare le strutture in precedenza autorizzate; ovvero chiedere il pagamento di oblazioni spropositate per concessioni temporanee, della durata annuale.

 

È indispensabile approvare il piano regolatore comunale ed un regolamento che aiuti la creatività dei tanti imprenditori disponibili ad investire a CATANIA, nel rispetto delle leggi che regolano il settore, non trascurando la normativa in materia di inquinamento (acustico e di emissione di odori) e di sicurezza pubblica.


CATANIA è una città che ha una naturale vocazione turistica, ma non si riesce a fare turismo anche d’élite.

È indispensabile regolamentare le modalità di accoglienza in città, offrendo un’immagine nuova a chi arriva a CATANIA.

 

Occorre sfruttare adeguatamente le immense risorse che circondano CATANIA come il mare e la montagna.
 

CATANIA è una città che non ha un pronto soccorso al centro della città che possa fronteggiare tutte le emergenze sanitarie. A titolo esemplificativo al Garibaldi-centro non è presente la sala di emodinamica.

È indispensabile un piano della sanità coerente ed efficace.


CATANIA è la città di Giovanni Verga, di Vincenzo Bellini, di Ercole Patti e di Angelo Musco, Nino Martoglio, ma anche di Leo Gullotta, Gianni Bella, Carmen Consoli, Franco Battiato e Brigantony.

Ma anche di tanti artisti geniali che non chiedono altro se non fare esplodere la loro creatività, al servizio della città.
 

CATANIA è la città in cui si fondono armoniosamente la cultura borghese con la più genuina tradizione popolare
 

CATANIA è la città con una delle più antiche università del mondo, ma l'offerta culturale non è adeguata alle nostre potenzialità e tradizioni.
 

CATANIA ha una forte vocazione sportiva. Occorre rafforzare la cultura dello sport, anche come stimolo alla competitività e alla aggregazione sociale, oltre che quale strumento per la promozione nel mondo delle eccellenze cresciute nel nostro territorio.
    

CATANIA, in altre parole, ha bisogno di cultura, legalità, sicurezza, sanità, turismo e sport. E di tanto altro ancora.

 

Caro Direttore, al punto in cui è stata portata la nostra città, non resta altro che sperare nel risveglio di quel mondo professionale, accademico, imprenditoriale e sportivo fatto da Donne e Uomini di buona volontà, che hanno dato prova, nella loro vita, di avere doti di organizzazione e gestione, che hanno fornito testimonianza di trasparenza ed integrità etica morale.

So che sono tanti, là fuori. Pronti a scommettere sulla rinascita di CATANIA.
 

CATANIA, non ha bisogno del partito del non voto, ma di risvegliarsi e di vivere con fiducia un giorno nuovo.

Un caro saluto e buon lavoro."

 

Dario Rccioli

A stretto gira un altro intervento di peso, con l'associazione nazionale dei consumatori CODACONS che antra nel merito di una questione apparentemente tecnica ma che in realtà assume notevole importanza politica ed anche economica.

L'anticipo delle elezioni per il rinnovo del parlamento nazionale, fissate al 25 settembre, renderebbe logico ed opportuno, semmai logica ed opportunità appartenessero all'attuale classe dirigente, accorparle con quelle regionali, consentendo così alle casse pubbliche un'enorme risparmio di denaro.

"L'election day per la tornata elettorale 2022 è una necessità e non è una scelta possibile",  afferma infatti il Segretario Nazionale del Codacons Francesco Tanasi, sostenendo che la data unica per le elezioni politiche e le elezioni del Presidente della Regione è una precisa richiesta degli elettori siciliani.

"Basti pensare a una serie di motivi che rendono la data unica del 25 settembre 2022 l'unica cosa da fare. Risparmio dei costi che, in caso contrario, sarebbero raddoppiati; impiego delle forze dell'ordine in due date che farebbero incrementare i problemi organizzativi; doppia chiusura delle scuole ove hanno sede i seggi elettorali. Inoltre bisogna tenere presente che l'aumento della disaffezione dei cittadini nei confronti delle elezioni, facilmente riscontrabile con l'aumento del tasso di coloro che non si sono recati a votare nelle più recenti tornate elettorali, deve fugare ogni dubbio residuo perché l'eventuale doppia data, certamente, aumenterebbe l'indifferenza degli elettori che considererebbero un fastidio andare a votare due volte."

"Election day, quindi per politiche e regionali. Francesco Tanasi chiede pertanto di mettere in moto quanto necessario per unificare le date."

Due interventi che pongono temi essenziali ma, soprattutto, testimoniano, finalmente, una presa di coscienza che occorre tornare ad occuparsi della "Cosa Pubblica" che non può più essere lasciata in mano a carrieristi senza arte né parte, ma piuttosto tornare ad impegnare quanti hanno già dimostrato, ciascuno nelle proprie professioni, di essere in grado di trovare soluzioni ai troppi problemi creati dall'incompetenza di chi doveva risolverli e li ha ingigantiti.

 

Infine, la questione apparentemente più banale dell'election day: non accorpare la data delle elezioni nazionali e regionali sarebbe un atto di irresponsabilità gravissima, uno sprezzo intollerabile per l'interesse generale, con lo spreco ingiustificabile di risorse economiche che in questo momento aggraverebbero inutilmente una condizione già drammatica per le casse pubbliche.

 

Non accorparle sarebbe l'atto finale che consegnerebbe definitivamente all'ignomina un'esperienza di governo della regione che già di per sé avrebbe troppi motivi per puntare a farsi dimenticare piuttosto che dare il colpo di grazia alla propria reputazione con questo ennesimo atto di arroganza autoreferenziale.

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