Se c'è un personaggio che più di ogni altro incarna tutto quanto è accaduto all'Università di Catania nella sua fase più drammaticamente decadente, questo è indiscutibilmente Giacomo Pignataro, alla fine decaduto dall'incarico e adesso imputato principale del processo "Università Bandita", anzi dei processi "Università Bandita".
Dell'Università di Catania ci siamo occupati e ci occupiamo dalla nascita del giornale, come di tutti gli altri centri di potere locale: è la mission di un giornale dichiaratamente d'inchiesta.
Per averlo fatto abbiamo subìto di tutto, compresi tentativi di estorsione e vendette trasversali, non ultime le persecuzioni giudiziarie.
Siamo stati aggrediti in sede penale e civile: raccontando ai nostri lettori sempre e solo la verità, ampiamente documentata ed attinente fatti di indiscutibile interesse pubblico.
Il danno enorme di queste aggressioni giudiziarie è la perdita di tempo infinita cui si viene sottoposti: notifiche, identificazioni, interrogatori, udienze.
Cogliamo l'occasione per ringraziare per la pazienza e abnegazione gli avvocati che ci hanno difesi sempre con straordinaria efficacia: Emanuela Fragalà, che ci difende in maniera eccezionale sin dalla fondazione del giornale, e Dario Riccioli per il penale, gli avvocati Franz Sgroi, Renata Saitta e Salvo Zocco per il civile.
In questo caso l'aggressione giudiziaria l'abbiamo dovuta condividere con uno tra i più autorevoli dei nostri lettori, il Prof. Beppe Condorelli, noto e stimatissimo docente di cardiologia dell'Università di Catania che per un commento pubblicato su Sudpress venne citato, anch'egli in sede penale e civile, da Pignataro.
Quella penale, nata dalla denuncia dell'allora rettore Giacomo Pignataro scritta dall'altro professore universitario avvocato Giovanni Grasso, si risolse nel 2019 con un monumentale decreto di archiviazione del Giudice Marina Rizza.
Eravamo difesi dall'avvocato Emanuela Fragalà che ancora una volta riuscì a tutelare il nostro diritto/dovere di raccontare all'opinione pubblica quello che combina chi gestisce ogni tipo di potere, sempre pro-tempore anche se a volte troppo a lungo impunemente.
Finalmente dopo anni di udienze, 5 anni, è arrivata la sentenza del Giudice Alessandro Rizzo: lapidaria.
A difendere il giornale l'avvocato Franz Sgroi, che ancora una volta, non è la prima, è riuscito con grande professionalità ad affermare le nostre ragioni.
Il Prof. Condorelli è stato difeso dall'avvocato Capriotti.
Quasi ottomila euro per ciascuna parte il rimborso delle spese riconosciute dal Giudice, che aggiunti rimborso forfettario, IVA e CPA portano a circa 25 mila euro il costo di questa bravata per il signor Pignataro.
Che oggi, come detto, è sottoposto a processi penali di ben altra rilevanza.
Bisogna avere fiducia perché spesso il potere, evidentemente, "logora anche chi ce l'ha", soprattutto quando dimentica che deve essere esercitato con rispetto per gli altri ed in nome dell'Interesse Generale, oltre che gioverebbe a questi "signori" beneficati dalla sorte ricordare che ogni incarico è sempre pro-tempore.
Ogni potere finisce prima o poi e, comunque, troverà sempre chi se ne frega, non si fa comprare e non ha paura di niente.
Di niente!