
Luca Sammartino, esponente leghista, accusato di due episodi di corruzione: uno legato al "Patto Farmaceutico” a Tremestieri Etneo, l’altro a una bonifica di microspie nella sua segreteria politica, con il coinvolgimento di due carabinieri, è uno dei tanti protagonisti dell'Inchiesta Pandora; nel primo caso avrebbe ricevuto sostegno elettorale in cambio di un intervento a tutela di un farmacista, nel secondo avrebbe ottenuto informazioni riservate su indagini in corso.
Il 1° ottobre, il gup aveva rinviato a giudizio Sammartino e altri dieci imputati. L’apertura del processo era stata fissata per il 14 marzo 2025 dinanzi alla terza sezione penale del Tribunale di Catania.
Ripartiamo proprio da lì perché dall'udienza del 22 maggio possiamo cominciare a scandire il ritmo degli eventi.
14 marzo 2025 – Si era aperta con un’importante questione preliminare l’udienza relativa al procedimento Di Luca Sammartino in cui è parzialmente coinvolta la senatrice Valeria Sudano per alcune intercettazioni. In particolare, la difesa sollevava dubbi di legittimità costituzionale riguardo l’utilizzo delle intercettazioni ambientali effettuate all’interno della sua segreteria politica, al tempo eseguite senza la preventiva autorizzazione della Camera, il che violerebbe l’articolo 68 della Costituzione.
Tali intercettazioni infatti erano state ottenute senza l’autorizzazione parlamentare, condizione indispensabile per la legge che tutela proprio la libertà di comunicazione e la protezione del domicilio dei parlamentari. Certo, un'altra condizione indispensabile per portare avanti delle indagini dovrebbe essere quella di non sapere di essere intercettati, non il contrario.
18 luglio – Deposito richieste istruttorie
Entro questa data PM e difensori dovranno depositare le rispettive richieste di prova, indicando testimoni, documenti da acquisire e intercettazioni da trascrivere. Data l’enorme mole di materiale audio, è stata autorizzata la produzione documentale in formato digitale, per evitare un impatto logistico notevole. Per la trascrizione delle intercettazioni è prevista la nomina di un perito, o meglio, si è parlato anche di tre o quattro tecnici a causa dell’elevata quantità di conversazioni da analizzare. Lo stesso collegio - con aplomb - ha ironizzato sul rischio di intasamento del tribunale, in caso di produzione cartacea.
Rimane tuttavia sospesa ogni valutazione sull’utilizzabilità del "RIT Sudano", ossia una parte dell'intero corpo di intercettazioni captate negli anni e che ci hanno portato a Pandora. Il motivo è l’attesa di una pronuncia della Corte Costituzionale sulla legittimità del ricorso a intercettazioni ambientali nei confronti di un parlamentare, in assenza di autorizzazione della Camera.
La questione in sintesi è: fino a quando la Corte non si esprimerà, non sarà possibile né trascrivere né utilizzare il contenuto di quelle specifiche intercettazioni.
Entro questa data le parti dovranno completare il deposito degli atti e documenti previsti dalla fase istruttoria e, infine, il 23 ottobre l'udienza sulle ammissioni delle prove; qui giudice deciderà sulle ammissibilità di queste, i periti (si spera per loro) avranno finito il lavoro titanico di trascrizione e solo a quel punto, nel caso in cui la Corte darà il via libera, si potranno trattare anche le intercettazioni più calde.