I funerali giovedì 19 ore 16 in Cattedrale
Non so da quanto conoscessi Fabio, probabilmente dalle elementari, ed era sempre lo stesso.
La sintesi più efficace credo di averla sentita appena appresa la tristissima notizia, dal prof. Attilio Toscano: "Fabio era l’ombra di mio cugino Attilio e viceversa, dove c’era l’uno, avanti o dietro, c’era l’altro. Colleghi, amici, fratelli. Memoria enciclopedica, meglio di una banca dati, ragazzo dal genere unico, buono, gentile e garbato e soprattutto marito e padre. Un big Jim rossicio che chi incontrava o conosceva non poteva non trovare simpatico e amabile. Ciao al grande Fabione!"
Si proprio così, un "Big Jim rossiccio", sempre allegro, sempre ironico.
Persona buona.
Non ho trovato una sua foto che lo rappresentasse, non ne ho messa nessuna: se qualcuno che legge dovesse averne magari la inseriamo, così, per quel che vale, per mantenerne un ricordo anche visivo.
Fabio lascia una giovane moglie ed un figlio ragazzino: non è giusto ma è così, una terribile realtà che ci strappa dalla fredda contabilità di questi tempi di guerra, per diventare dolore lancinante quando colpisce qualcuno che conosciamo.
Non sta andando per niente bene, c'è poco da fare, non sta andando per niente bene.
Però è anche vero quello che ha detto il presidente dell'AVIS Carlo Sciacchitano: "È stato grazie a lui se la popolazione si è mossa per il plasma iperimmune. Il suo sacrificio sicuramente gioverà ad altri che come lui stanno lottando contro questo virus. Riposi in pace."
Si, probabile che almeno da queste parti sia cresciuta, proprio grazie all'appello degli avvocati per Fabio, la coscienza della solidarietà, con una gara a donare il plasma da parte di chi è guarito dal Covid producendo gli anticorpi, ma anche provocando il risentimento di quanti avrebbero potuto e voluto farlo, come l'avvocato Dario Riccioli che è ancora in attesa che l'ASP gli certifichi l'avvenuta guarigione e non si spiega perché il suo tampone sia finito a...Biancavilla.
Avrebbe potuto donare magari risultando utile se non a Fabio a qualcun altro che ne ha bisogno e non è stato possibile per ritardi organizzativi che risultano sempre più intollerabili, considerato che hanno avuto ben sette mesi per preparsi a questa rinnovata emergenza più che attesa.
Oggi è il momento del dolore per tanti che hanno conosciuto Fabio Ferlito, ma ogni dolore deve diventare pietra da opporre a sofferenze che forse sarebbe possibile evitare se solo chi ne ha il potere avesse anche la competenza e la coscienza di dare a chi è in prima linea, medici ed infermieri, gli strumenti più adeguati e rapidi per intervenire: non sta accadendo, troppo tempo perso, troppe risorse sprecate.
Poi arriva il ricordo del collega Concetto Ferrarotto, stimato lavorista, che ci strappa alla rabbia per ricondurci all'affetto, quello semplice, essenziale: "Fabio da oggi non c’è più. Questo è tutto. Sulla fine di una vita non si può aggiungere altro. Non mi va di estendere la sua vicenda a quella di tutti noi avvocati, non mi va di farne una questione di categoria o una bandiera, anche se ho molto apprezzato le parole di cordoglio espresse dal Consiglio dell’Ordine e dalla Camera Penale Serafino Famà. E’ più importante l’uomo, l’essenza di Fabio come è stato.
Come lo ricorderemo: una spontaneità quasi ancora adolescenziale, viva e sincera. Privo di malizia, ha regalato a tutti gli amici, anche a quelli che come me magari non lo frequentavano nel quotidiano, pienezza di allegria e di sguardo positivo sulle vicende della vita. Un gigante buono, ha scritto qualcuno. La sua famiglia, il fratello Duccio, la sorella Barbara, la brava Ana, sua moglie, il figlio, sappiano che conserveremo sempre nel cuore la bontà che lui ci ha offerto e che attraverso il suo ricordo ameremo anche loro."
Si, concordo con Concetto, l'immagine di Fabio, quel sorriso disarmante e, soprattutto, disarmato, buono, perbene, mi riporta sùbito ad un'adolescenza durante la quale mai avremmo pensato potesse finire così.
Avevamo tanti sogni, tanto entusiasmo, eppure è finita così, persi in una società brutta, violenta, egoista, miserabile: in cui si rischia addirittura la vita solo ad incontrare la persona sbagliata che ti infetta senza saperlo o bene che ti vada per salvarti, e salvare, devi restare chiuso a casa senza neanche poterti guadagnare da vivere.
Brutti tempi, tristissimi.
Ciao Fabio, sei stato voluto bene.