Vi rubo solo 50 secondi del vostro tempo. Ascoltate bene e visionate il contenuto di queste due interviste andate in onda in televisione, ad una trasmissione Mediaset e ad un telegiornale Rai, a distanza di pochi mesi.
Nella prima (ottobre) l’appena eletto rettore Priolo dice: “Conosco il caso, il dottore Scirè ha vinto giustamente un ricorso, anzi devo dire più di uno, e questo è uno dei casi che a Catania, come purtroppo in altre parti d’Italia, INQUINANO IL SISTEMA”.
Nella seconda (andata in onda sabato), il rettore, che chiameremo Priolo 2 - ma che dovrebbe essere, a giudicare almeno dalle immagini e dalla voce, la stessa persona - dice: “Noi abbiamo ottemperato a tutte le sentenze e quindi aspettiamo a questo punto che, eventualmente, possa essere il Ministero a dirci se qualcosa che non abbiamo fatto dobbiamo fare”.
E’ bene aggiungere un ulteriore tassello.
Nel tempo che intercorre tra le due interviste, secondo quanto ha dichiarato pubblicamente l’ex Ministro Lorenzo Fioramonti, il rettore avrebbe dato la sua disponibilità a risolvere il caso, tanto è vero che andai personalmente a parlare con due funzionarie del Miur, le quali, a novembre, hanno concordato con me una nota che ho prontamente inviato all’ateneo.
Inoltre esiste una ulteriore intervista - e a questo proposito chiamo in causa come testimone Ismaele La Vardera de Le Iene che l’ha girata a fine ottobre per un servizio che al momento non è ancora stato messo in onda - nella quale il rettore, che a questo punto chiameremo Priolo 3, parlando al telefono con me, dice chiaramente che mi avrebbe convocato prestissimo per un INCONTRO in modo da risolvere l’annosa questione.
Incontro che, ad oggi, non è mai avvenuto e sono trascorsi ben 4 mesi. Perchè?
Quanto alle sentenze ottemperate, sì certo come no, con tre anni di ritardo, e intramezzate da irregolarità e abusi di ogni sorta, che hanno comportato, come hanno scritto i tribunali amministrativi e penali, e come sanno bene tutti all’ateneo, a partire dal rettore Priolo, danni a catena alla mia vita e alla mia carriera accademica, ragion per cui sono arrivato a dover scrivere al Capo dello Stato e mi rivolgerò presto - se come è probabile il Ministero non farà nulla - alla Corte di Giustizia europea.
Non aggiungo altro.
Lascio valutare a voi il tono e i contenuti delle due diverse interviste del rettore.
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