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Terremoto a Vittoria: indagato il sindaco Giovanni Moscato, arrestati l'ex Giuseppe Nicosia e il fratello Fabi

21-09-2017 09:33

Michela Petrina

Giuseppe Nicosia, guardia di finanza, Alfonso Cicero, Giglio, Matteo Licari, caditoie,

Terremoto a Vittoria: indagato il sindaco Giovanni Moscato, arrestati l'ex Giuseppe Nicosia e il fratello Fabio

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Il reato contestato dalla Procura di Catania all'attuale sindaco è quello di corruzione elettorale, per il quale non è prevista la misura cautelare. Per questo il primo cittadino di Vittoria non è stato arrestato stamattina nell'operazione Exit Poll della Guardia di Finanza, insieme all'ex sindaco Giuseppe Nicosia, 55 anni, al fratello Fabio di 52 consigliere comunale, finiti ai domiciliari insieme a Gioambattista Puccio di 58 anni, detto “Titta u ballerinu”, di cui è stata accertata giudizialmente nel 2003 la contemporanea appartenenza alle associazioni mafiose “Cosa Nostra” e “Stidda”, Venerando Lauretta di 48 anni, Raffaele Di Pietro di 56 anni e il coetaneo Raffaele Giunta. Accordi in varie settori e anche l'assunzione di 60 dipendenti della raccolta rifiuti. Ci sono poi altri due indagati dei quali però, non sono stati fatti i nomi



Il sindaco Moscato, è stato detto in conferenza stampa con il Procuratore Carmelo Zuccaro, nell'ultima tornata elettorale, si sarebbe accordato affinché i 60 dipendenti della ditta che opera nella gestione dei rifiuti di Vittoria, la Tek.ra, ex Sea, da precari passassero a tempo indeterminato nonostante non avessero maturato ancora i requisiti previsti dalla legge. Come hanno sottolineato il procuratore Zuccaro, i colleghi presenti all'incontro e il comandante della Gdf Quintavalle Cecere, non tutti i lavoratori naturalmente erano a conoscenza di questi "traccheggi" volti alla loro stabilizzazione, sebbene ne abbiano poi beneficiato.



Ma al sindaco Moscato i mafiosi arrestati sono arrivati solo in un secondo momento, quello del ballottaggio del 2016. Avendo puntato in prima battuta su un'altra candidata alla poltrona di primo cittadino, Lisa Pisani che però no è riuscita ad arrivare al secondo turno. E così i voti sarebbero stati dirottati proprio su Moscato che avrebbe dato il proprio assenso a questa sorta di contratto ma, come ha affermato il capo della Procura, "ciò emerge solo a livello indiziario, motivo per cui non è stato possibile chiederne l'arresto".



Tutti, tranne l'attuale sindaco, sono responsabili di scambio elettorale politico - mafioso per fatti attinenti alle elezioni amministrative tenutesi nell’anno 2016 del comune di Vittoria (RG). Ma l'accordo elettorale-mafioso tra gli amministratori locali, "Cosa Nostra" e "Stidda" durerebbe da dieci anni, l'inchiesta infatti si è allargata anche alle amministrative del 2006 e 2011 e alle regionali e nazionali del 2008 e 2012.



Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Gdf, sempre su coordinamento della Procura etnea, hanno fatto piena luce su un sistema affaristico che ormai era il modus operandi collaudato della zona. In particolare, in cambio di voti, i politici fermati promettevano non soldi ma posti di lavoro, appalti e persino la concessione di un immobile per ricavarci una centro di assistenza per disabili.



Gli inquirenti sono partiti dalle dichiarazioni di alcuni pentiti. Tramite intercettazioni telefoniche, perquisizioni, sequestri e documenti, gli investigatori sono poi venuti a capo di questo enorme commistione affaristico-politico-mafiosa.



Nello specifico, i contatti erano tra i fratelli Nicosia e la "Stidda" rappresentata da Puccio e Lauretta anche tramite Di Pietro e Ginta. Quest'ultimo, fra l'altro, era anche candidato al Consiglio Comunale, poi ritiratosi proprio perché colpito dallo scandalo mediatico.



Puccio, in passato, è stato inoltre coinvolto in diverse operazioni condotte nei confronti del clan stiddaro “Dominante – Carbonaro” (Operazioni Squalo nel 1994 e “Flash Back” nel 2006) ed è indicato da più collaboratori di giustizia quale attuale esponente di spicco della Stidda; Venerando Lauretta è stato già condannato per la sua appartenenza al clan “Dominante – Carbonaro”. Di Pietro e Giunta, entrambi gravati da vari precedenti penali,  risultano aver svolto un ruolo di intermediazione attiva nell’accordo criminale stretto tra politica e mafia.



Gli interessi erano su molteplici settori, dalla raccolta della plastica ala produzione degli imballaggi per i prodotti ortofrutticoli destinati al fiorente mercato di Vittoria, il più grosso del Sud Italia per questo tipo di prodotti.



Zuccaro e il suo aggiunto Petralia comunque non hanno voluto aggiungere altro, le indagini sono ancora in corso e molte altre cose sono al vaglio del giudice per le indagini preliminari che dovrà stabilire le misure da adottare. "Noi sottoponiamo ipotesi e fatti -ha concluso Zuccaro- poi è il giudice che deve valutare".



E’ stata inoltre applicata la misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici nei confronti dell’assessore al bilancio dell’epoca per falsificazione delle autenticazioni delle sottoscrizioni delle liste elettorali.



https://www.youtube.com/watch?v=Nx0NEI4Szro&feature=youtu.be


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