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Inquinamento Plaia, l'assessore D'Agata tenta di arrampicarsi sugli specchi

01-07-2017 06:41

Barbara Corbellini

Cronaca, catania, plaia, delitto amoroso, orchestra, antiabusismo, maresciallo salvo mirarchi, scarichi fognari, 43 gradi, gara,

Inquinamento Plaia, l'assessore D'Agata tenta di arrampicarsi sugli specchi

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“Allarmismo inutile, vanno completate le fognature!” Lo dichiara l’assessore comunale all’Ecologia Rosario D’Agata a seguito dei numerosi articoli usciti sulla stampa riguardo le condizioni del torrente Fontanarossa che scarica liquami a mare e del torrente Arci, fino a pochi giorni fa strapieno di melma e ora inspiegabilmente in parte svuotato come hanno documentato le associazioni Consitalia e Nuovi Consumatori Europei. Il Comune di Catania ha difeso a spada tratta il proprio operato e a detta dell’Assessore all’Ecologia l’Amministrazione avrebbe lavorato a lungo e duramente per il completamento della rete fognaria. Ma proprio perché le fognature vanno completate e oltre il 60% di Catania non è agganciata alla rete è facile intuire dove vanno a finire i reflui inquinati già da molto tempo e fino ad oggi la situazione sta solo peggiorando



"L’Amministrazione ha lavorato a lungo e duramente approntando i progetti e mettendoli a disposizione per avviare nel più breve tempo possibile tutti i lavori necessari per il completamento della rete fognaria, il potenziamento dell'impianto di depurazione e il riutilizzo delle acque depurate senza più alcuno sbocco diretto nella battigia".



E ancora:"E' paradossale che l'unica Amministrazione ad aver chiesto e ottenuto una enorme somma, 400 milioni di euro, per completare le fognature e il sistema di depurazione di Catania, venga attaccata su questo argomento con inutili campagne d'allarmismo".


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(torrente Fontanarossa adiacente al lido Belvedere sfocia in mare)




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  (canale Arci San Giuseppe La Rena - una settimana fa)


 


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(canale Arci San Giuseppe La Rena - oggi)


"Proprio quando - ha sottolineato D'Agata - la


strada maestra della soluzione definitiva

dei problemi è già stata imboccata, si propongono pannicelli caldi come le idrovore e


si spaccia per nuovo un problema che è il medesimo da trent'anni

, da quando cioè vengono sbarrati i torrenti per consentire la balneazione".


L'assessore però, dimentica che l'Amministrazione di cui fa parte è in carica già da quattro anni e che da allora nulla è cambiato anzi sì, in peggio!


Quale sia questa strada maestra imboccata e la soluzione radicale adottata non si comprende bene, considerando che proprio in questi giorni in tutta la Plaia la situazione è davvero allarmante per la salute delle persone e dell'ambiente:


mare denso e oleoso

,


uccelli morti nell’acqua, piccoli pesci morti sulla riva

. Che sia un indice di acque non troppo pulite è ben visibile anche a occhio nudo. Per non parlare poi di spazzatura di qualsiasi tipo ovunque.


Nulla si dice sulle tempistiche

 riguardo i lavori di completamento della rete fognaria e sulle cause di inquinamento su cui si potrebbe intervenire repentinamente, ancora nulla. Questo è il caso delle


lastre di eternit sparse su tutta la sabbia fino a riva accanto al torrente Fontanarossa 

che si trovano li da almeno 9 mesi, e ancora non sono state rimosse.


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Riguardo il


depuratore di Pantano D’Arci

e la rete fognaria già


lo scorso anno nello stesso periodo l’ ex-assessore ai Lavori Pubblici Luigi Bosco aveva dichiarato che:


L’impianto funziona regolarmente

e continuativamente ed è in grado di assicurare,


in normali condizioni di esercizio

, il rispetto dei termini di legge".


Ma sempre un anno fa Bosco dichiarò anche che: “Le fluttuazioni di concentrazioni inquinanti provenienti dagli scarichi urbani sono prevedibili e tranquillamente assorbite dall’impianto di depurazione, mentre l’


arrivo all’impianto di uno scarico improvviso


determina un abbattimento solo parziale degli agenti inquinanti

 con il rischio di superamento dei limiti di accettabilità dello scarico dell’impianto”.


Proprio di recente il


dottor Roberto Grimaldi, direttore della struttura territoriale dell’Arpa di Catania

, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ha tracciato un resoconto non del tutto promettente sul depuratore di Catania, motivo per cui sembrerebbero venire meno queste tanto decantate "normali condizioni di esercizio" dichiarate da Bosco.


“A livello strutturale –ha spiegato Grimaldi- questa rete già da un po’ di anni immagazzina una buona parte di reflui urbani oltre a


significative quantità di acque sotterranee

e questo causa


notevoli infiltrazioni

all’interno della condotta. Ciò comporta un


sovraccarico di liquami nel depuratore che lavora male

e butta fuori i fanghi. Abbiamo anche riscontrato che


gli allacciamenti della rete fognaria in alcuni momenti possono mettere in crisi l’impianto.

Può accadere che un forte carico arrivi tutto in una volta e in queste condizioni l’impianto di depurazione in uscita ne risente”.


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