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Fabbrica del Decoro, Camarda si dimette: Amministrazione immobile

20-05-2017 12:23

Barbara Corbellini

Cronaca, comune, dimissioni, Legalità, veronica valenti, maresciallo salvo mirarchi, Marco Aurelio Sinagra, Insieme per Vizzini,

Fabbrica del Decoro, Camarda si dimette: Amministrazione immobile

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Renato Camarda, presidente della Fabbrica del Decoro lascia e lo fa sbattendo la porta nella maniera più eclatante: "Sono stanco e frustrato, l'Amministrazione ha mostrato fino a questo momento immobilismo e lentezza. Dopo vari sopralluoghi organizzati in zone del centro storico a rischio, dove si verificano fenomeni di illegalità, non sono mai arrivati ad una vera soluzione! Ora basta, lascio tutto!"



Insieme alla presidentessa dell'Associazione Centro Storico di Catania, Daniela Catalano, Camarda davanti alla stampa, ha fatto il punto della situazione, drammatico, riguardo le emergenze del centro storico e l'indifferenza del Comune.



Contrastare il degrado e la violenza di alcune zone come piazza Dante, piazza Carlo Alberto, piazza Teatro Massimo, via Gisira e ancora piazza Federico di Svevia sono sempre stati tra gli obiettivi della Fabbrica del Decoro e delle associazioni per riqualificare il centro storico e far rispettare la legalità.



Ma questa volta il presidente Renato Camarda non ce la fa più. La città si trova a un punto fermo -denuncia- a causa dell'assenza di una parte dell'Amministrazione che sembrerebbe ignorare determinate problematiche.


ad oggi noi abbiamo prodotto con non poca fatica il


Regolamento del Decoro Urbano

e il


Regolamento dei Beni Comuni

-spiega Camarda-. Riguardo il primo non abbiamo lavorato male col Comune ma ogni step di questo percorso è stato segnato da ritardi e attese.


L'Assessorato all'urbanistica lo ha approvato e ora siamo in attesa che venga discusso in Consiglio Comunale.

Per quanto riguarda il Regolamento dei Beni Comuni, al quale abbiamo iniziato a lavorare in autunno dello scorso anno, due mesi fa lo abbiamo sottoposto alla direzione del Patrimonio, ma ancora non si arriva a un punto perchè stanno discutendo sul


comma 3 dell'articolo 20.

Si tratta di una forma di autofinanziamento per chi gestisce il bene. E' una proposta naturalmente e noi abbiamo chiesto di parlarne per affrontarla e spiegarla meglio ma ancora non è stato possibile.


Sono due mesi che chiediamo incontri".

"Abbiamo inoltre svolto


molti sopralluoghi

 nelle aree più a rischio -dichiara l'ormai ex presidente-. Volevamo mettere in evidenza le criticità di queste zone, ma ciò non ha mai avuto un reale seguito.


Tutto è rimasto come si trova: occupazione di suolo pubblico da parte di esercenti, volume della musica proveniente dai locali oltre i limiti consentiti, spaccio e intimidazioni da parte di determinati soggetti nei confronti dei residenti che chiamano i loro diritti.

Ci sono stati dei


tavoli tecnici di lavoro

a seguito dei quali


non succedeva mai nulla.

Tutto questo causa frustrazione. Io


ho anche telefonato agli assessorati, ma non rispondeva nessuno

o non c'era mai chi ceravo".


"Dobbiamo denunciare


l'inattività completa da parte dell'Amministrazione

-afferma Daniela Catalano- E' ridicolo parlare delle ordinanze sui caffè concerto perchè i livelli di inquinamento acustico vengono ampiamente superati e questo è stato documentato dall'Arpa, ma nessuno effettua controlli. I risultati che abbiamo cercato di raggiungere come Associazione Centro Storico di Catania e Fabbrica del Decoro non si percepiscono perchè non sono stati concretizzati da parte delle istituzioni".


I toni sono di


rassegnazione, stanchezza e frustrazione

per aver svolto un operato che non produce effetti nel momento in cui deve intervenire l'Amministrazione per concretizzarlo. Tutto sembrerebbe in fase di stallo e ogni sforzo vanificato. Camarda puntualizza anche che se si continua così questi regolamenti purtroppo non funzioneranno mai.


Insomma, si tratta di un segnale forte che fa capire come la Fabbrica del Decoro, fortemente voluta dal Comune, in realtà non è stata presa sul serio dallo stesso, se non dall'assessorato all'urbanistica. Ancora una volta ci troviamo di fronte all'ennesima contraddizione dell'Amministrazione.


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