
Torna a protestare il Comitato cittadino davanti la sede della Sicula Trasporti. Claudio Longo Cgil: "L'arrivo giornaliero di ingenti quantità di rifiuti obbliga la struttura a non rispettare le tempistiche di trattamento dell'umido. L'ennesimo fallimento della Regione Siciliana" Si è svolto oggi l'incontro tra la Cgil di Catania e il Comitato Cittadino per la Vivibilità, Tutela e Salute di Codavolpe/Vaccarizzo, presso la contrada Codavolpe, in prossimità della Sicula Trasporti. L'obiettivo dell'incontro voluto dal comitato è stato quello di ottenere l'attenzione delle istituzioni riguardo la drammatica situazione degli abitanti di Vaccarizzo che, a causa della presenza dell'impianto di biostabilizzazione sono costretti a respirare esalazioni tossiche. Alla conferenza, voluta dal comitato, sono intervenuti Giacomo Rota, segretario generale della Cgil e Claudio Longo, segretario provinciale Cgil. La situazione è motivo di disagio e preoccupazione da parte dei cittadini. Il comitato, presieduto dal presidente Salvo Perricone, con l'incontro di oggi ha voluto dare un forte segnale, un grido di allarme alle istituzioni affinché venga intrapresa una strada diversa per la gestione dei rifiuti che, attualmente, provoca effetti devastanti, di invivibilità in questo territorio. Il Comitato, in questi ultimi anni è stato impegnato nella lotta per la chiusura e la delocalizzazione del biostabilizzatore della Sicula Trasporti che, come sottolinea il presidente Salvo Perricone: "da cinque anni a questa parte avvelena la popolazione di Vaccarizzo e Codavolpe con le emissioni prodotte, durante i cicli di lavorazione e trattamento dei rifiuti che quotidianamente giungono da ogni parte dell'Isola e persino dalla Calabria". Claudio Longo ha aggiunto: "Sbaglia la Regione a far confluire in questa piattaforma, che tra l'altro è l'unica funzionante in tutta la Sicilia. Trattandosi di enormi i quantitativi di rifiuti, lo stabilimento è "costretto" a non rispettare i tempi della procedura che riguarda la lavorazione e il trattamento. L'umido viene trattato in appositi contenitori, viene biostabilizzato e il protocollo prevede che deve stare nelle vasche per 45 giorni. Per la quantità di rifiuti che vengono conferiti ogni giorno, questi tempi si sono dimezzati, per cui quando l'umido viene tirato fuori il processo risulta incompleto e questo genera esalazioni e gas tossici. Sbagliano anche le istituzioni locali se non danno ascolto a questa cittadinanza. Il problema va affrontato".


