Le vicende dell'Oda non riguardano soltanto gli operatori, ma chiunque usufruisca del loro servizio messo a disposizione anche in questo momento buio. Scioperi, incontri, proteste, richieste, non hanno mosso alcun tipo di sassolino verso la soluzione delle inadepienze dell'Ente.
Alcuni rumors vorrebbero il pagamento del mese di aprile proprio in questi giorni. In realtà, come per tutti i lavoratori che da mesi aspettano uno stipendio, una sola mensilità non cambia la situazione finanziaria. Sembrerebb, inoltre, che l'Asp abbia già anticipato il pagamento del trimestre, fino a settembre. Come mai, quindi, gli operatori continuano a non essere pagati?
Pubblichiamo la loro lettera:
Si dà atto che il disagio e le sofferenze delle famiglie dei lavoratori hanno raggiunto un livello insopportabile e dunque da ritenere leggittima la loro esasperazione e la richiesta di aiuto ed intervento all'opinione pubblica. Grazie
“Senza soldi non si canta Messa”
Questo antico detto descrive con precisione la gravità morale e materiale della condizione nella quale oggi si sta trovando il gruppo degli operatori dell’Opera Diocesana Assistenza (ODA), Ente Morale e Religioso, direttamente dipendente dalla Diocesi di Catania, che eroga servizi riabilitativi ambulatoriali e domiciliari.
Com’è noto dal mese di aprile 2013, oltre 550 dipendenti non ricevono lo stipendio. Si tratta di 550 famiglie (2000 persone circa) che non riescono a condurre la loro vita per la cattiva gestione amministrativa dell’Ente.
L’ Amministrazione Sanitaria Provinciale (ASP) eroga regolari mandati di pagamento per i lavoratori dell’ODA. Il denaro però si blocca nelle casse dell’amministrazione dell'Ente senza essere distribuito ai legittimi destinatari, quegli operatori che continuano quotidianamente nel loro impegno a favore dei più deboli. Nonostante la lezione di nuova svolta della Chiesa, della quale l’Ente è un’emanazione, ispirata alla Povertà francescana, a Catania ci troviamo costretti a osservare delle incoerenze nella gestione delle spese ai più alti livelli gerarchici locali, e questo ci costringe a richiedere maggiore attenzione e responsabilità dai vertici clericali nei confronti del denaro che è dovuto, sia moralmente che eticamente, a coloro che tengono in vita i servizi dell’ODA.
La diocesi di Catania sostiene “talvolta” che l’ODA sia un fiore all’occhiello del Servizio Cristiano, ma dimentica che il clima che in questo momento si respira all’interno della struttura, tra gli operatori, è di separatività e sfiducia, condizione fomentata dall’alto per indebolire la forza e la dignità del gruppo.
Data l’importanza e la delicatezza di un lavoro di sostegno che sul territorio raggiunge, ha servito e serve migliaia di famiglie al mese, reputiamo che il rispetto per la professionalità e la cura con cui l'attività viene svolta sia fondamentale e che non si possa più tollerare l’incapacità gestionale sino ad oggi dimostrata. Chiediamo pertanto azioni di controllo amministrativo, e una Saggia e Cristiana gestione delle Risorse Umane che riconosca la dignità del lavoro, del paziente e del professionista.