
Una città che spende milioni in eventi e promozione, ma lascia morire i suoi cittadini per strada. Il 24 giugno la denuncia pubblica di chi non ci sta.
Cresce il numero di chi vive per strada. E cresce il silenzio delle istituzioni. Martedì 24 giugno una conferenza stampa denuncia la crisi sociale che Catania non vuole vedere.
Quando il disagio non fa rumore, ma puzza di abbandono
A Catania ci si abitua a tutto. Anche a passare accanto a un corpo coperto da una coperta logora, a una mano che chiede in silenzio senza più speranza, a un volto sfigurato dalla vergogna di chi non ha più nulla.
La città dell’Etna, delle sagre e delle vetrine addobbate per attrarre turisti e investimenti, è anche – e soprattutto – la città dei dimenticati.
E il numero di persone senza dimora continua a crescere, giorno dopo giorno, notte dopo notte.
Povertà strutturale e assenza di risposte: una città sull’orlo del collasso sociale
A nulla sono serviti – finora – gli appelli, i report, le richieste protocollate.
Nonostante i consistenti finanziamenti ricevuti dal Comune di Catania per il welfare cittadino, le politiche sociali sembrano evaporate nel nulla.
La rete dei servizi pubblici è inadeguata, incapace di garantire un’accoglienza immediata e dignitosa a chi è costretto a vivere in strada.
Nessun dormitorio comunale funzionante, nessun centro di emergenza realmente operativo, nessun piano organico per l’accoglienza.
“In Strada Catania”: l’ultima voce prima del silenzio definitivo
Martedì 24 giugno alle ore 10, nella Sala Coppola di Palazzo degli Elefanti, le sigle riunite nella rete “IN STRADA Catania” terranno una conferenza stampa aperta alla cittadinanza e alla stampa.
Un’occasione per denunciare pubblicamente l’inerzia dell’amministrazione comunale, che non ha ancora istituito neppure un dormitorio a bassa soglia, nonostante le numerose richieste e la drammatica evidenza dei fatti.
Interverranno, oltre alle organizzazioni promotrici, anche i consiglieri comunali Graziano Bonaccorsi e Gianina Ciancio (M5S) e Maurizio Caserta (PD).
Chi c’è dietro “In Strada Catania”
Una rete eterogenea e determinata composta da:
SUNIA, SICET, UNIAT, ASIA-USB, OULP, LHIVE Diritti e Prevenzione, Centro Astalli Catania ODV, UDI, ARCI Catania, Associazione Penelope – Coordinamento Solidarietà Sociale ETS, Rete La Ragnatela, Restiamo Umani/Incontriamoci, Cooperativa di Comunità Trame di Quartiere, Casa della Mercede, Catania Risorge, Catania Più Attiva.
Voci diverse ma unite da un’unica richiesta: rispetto e dignità per chi non ha più casa né futuro.
Un paradosso criminale: fondi ci sono, volontà no
La cosa più grave? I fondi per gli interventi sociali ci sono e sono stati erogati, ma manca la volontà politica di destinarli davvero a chi ne ha bisogno.
Nel silenzio complice delle istituzioni, la città muore ai margini delle sue stesse strade.
L’appello finale: “Scendete in strada. Ma con noi.”
Catania deve scegliere: continuare a ignorare chi vive e muore in strada, o iniziare a costruire politiche degne di una città civile.
Martedì 24 giugno è il momento di farsi vedere, ascoltare, indignarsi.
Perché nessuno può essere invisibile in una città che vuole chiamarsi comunità.