
StMicroelectronics in Italia chiederà la cassa integrazione guadagni ordinaria per il sito di Catania, eccetto il nuovo investimento chiamato WSiC.
Saranno coinvolti un massimo di 2.500 dipendenti su un totale di 5.400.
Dall’azienda fanno sapere che la cassa integrazione sarà chiesta per circa una settimana dal 15 marzo e circa una settimana dal 27 aprile e “la riduzione temporanea dell’attività degli impianti manifatturieri non è correlata al programma globale che abbiamo annunciato per ridisegnare la base manifatturiera accelerando la nostra capacità produttiva a 300 mm per il silicio e 200 mm per il carburo di silicio e ridimensionando la struttura di costo globale”.
Ecco il primo passo dell’azienda dopo una serie di voci che si sono rincorse in questi giorni.
La cassa integrazione sarebbe dunque la procedura scelta per affrontare quello che viene definito un problema congiunturale che coinvolge lo stabilimento di Catania ma non solo.
La strada scelta per gestire la situazione è la riduzione, fra l’altro, dei livelli di attività in tutte le strutture manifatturiere.
Le misure varate includono riduzioni temporanee dei livelli di produzione, così come chiusure selettive delle fabbriche dai 5 ai 19 giorni come durata, a seconda dei siti, soprattutto nel primo trimestre.
Quello che rimane interamente in piedi è invece il maxi investimento da 5 miliardi di euro per la produzione dei semiconduttori nell’ambito dell’European Chips Act.
Era il 31 maggio 2024 quando l’attuale ministro del Made in Italy, il siciliano Adolfo Urso lo annunciava festoso insieme a Margrethe Vestager, allora vicepresidente esecutiva della Commissione Ue e Commissario Europeo per la Concorrenza, e a Jean-Marc Chery, Ceo di STMicroelectronics.
Oggi il quadro è cambiato e la crisi dei semiconduttori incalza.
STM adesso si trova anche sotto accusa a New York per comunicazioni fuorvianti che avrebbero nascosto il reale stato della situazione pertanto avrebbero nascosto le perdite reali.
STM ha chiuso il 2024 con ricavi per 13,27 miliardi di dollari, in calo del 23,2% rispetto allo stesso periodo dell'esercizio precedente.
L'utile operativo è in calo del 63,7% a 1,68 miliardi, con un margine operativo che si contrae dal 26,7% al 12,6%.
Indicazioni negative anche dall’utile lordo che è crollato del 37 per cento scivolando da 8,29 miliardi a 5,22 miliardi di dollari e per la marginalità che si è ridotta dal 47,9 per cento di un anno fa al 39,3% per cento.
Numeri che smentiscono le previsioni dell’azienda e a seguito della pubblicazione, lo scorso fine gennaio, il titolo è calato e come vi dicevamo la società è accusata di aver rilasciato delle dichiarazioni fuorvianti su propri risultati economici, nascondendo il peggioramento del mercato dei semiconduttori.
E non si tratta della prima volta.
Era accaduto già lo scorso luglio per via del forte squilibrio tra le stime annunciate all’inizio del 2024 e l’aggiornamento comunicato.
Intanto il nostro Adolfo Urso, che non era favorevole alla riconferma di Jean-Marc Chery come amministratore delegato, ha convocato il sindaco di Catania Enrico Trantino per assicurargli l’impegno del governo in questa vicenda.
Che seguiremo con grande attenzione.