Stavolta li hanno beccati: ma quanti ce ne sono di questi giochini?
Appena un paio di giorni fa abbiamo sollevato la questione dei dubbi circa i requisiti di conferibilità dell'incarico di direttore generale a Giuseppe Laganga Senzio che era stato nominato a capo dell'ASP di Catania.
Motivo principale del dubbio, l'incarico che aveva ricoperto nel biennio precedente presso un'azienda sanitaria privata che intrattiene rapporti di affari con il servizio sanitario siciliano: l'Istituto Maugeri.
Ora, la vicenda è probabilmente superata, al netto di eventuali falsi sottoscritti, perché Giuseppe Laganga Senzio è stato raggiunto da una misura cautelare emessa dal Tribunale di Messina in esito ad una pesantissima indagine relativa agli anni in cui dirigeva il policlinico universitario di Messina: è stato sospeso per 12 mesi ed è stato emesso un decreto di sequestro penale per circa 7 milioni di euro.
Gli indagati del fascicolo sono in tutto 9 e, elemento non trascurabile, tra i principali accusati Mario Malazzini che è amministratore delegato proprio dell'istituto privato Maugeri presso cui Laganga Senzio andrà a svolgere ruolo direttivo dopo aver lasciato il Policlinico di Messina e prima di atterrare all'ASP di Catania.
Ma vediamo cosa è successo.
L'inchiesta nasce dalle denunce presentate agli inizi del 2019 da Roberto Dattola, già ordinario di medicina fisica e riabilitativa presso l'università di Messina e a quel tempo in servizio presso la U.O.C. di Medicina fisica e riabilitativa dell'A.O.U. - Policlinico di Messina.
Denunce poi corroborate dal manager catanese Giampiero Bonaccorsi, che in questa vicenda assume un ruolo coraggioso e determinante nel fare emergere le irregolarità commesse dagli indagati e bloccandone le attività, informando compiutamente le autorità regionali.
Il premio che ne ebbe il dr. Giampiero Bonaccorsi di questa sua rettitudine fu che, pur essendo tra i migliori per punteggio, venne inspiegabilmente, anzi ora ce lo spieghiamo, escluso dalle nomine dei nuovi direttori generali, tra i quali invece il governo Schifani con assessore alla Salute Giovanna Volo, anche lei indagata in questa indagine, ha scelto proprio Giuseppe Laganga Senzio: non occorrono altri commenti.
Al centro dell'inchiesta il "Centro Clinico denominato NeMO SUD, sorto nel 2012 e ubicato presso la palazzina "B" del policlinico universitario "G. Martino" di Messina, in seguito ad una convenzione siglata tra la Fondazione Aurora Onlus (costituita nel 2011 da vari enti, tra cui l'Università di Messina e il Policlinico) e l'AO.U. Policlinico di Messina."
“Il centro NeMO SUD, - si legge nell'ordinanza - costituito dalla Fondazione Aurora per attività di riabilitazione neurologica in convenzione, nel mese di giugno 2013 riceveva dal Policlinico di Messina l'uso gratuito del padiglione B per 30 anni, pur in assenza di reparti analoghi nella struttura pubblica e pur non avendo, al suo interno, sino al 2015, uno specialista in medicina riabilitativa.”
Ora, nonostante il piano regionale "prevedesse l'assegnazione, sia all'Unità operativa di Terapia Fisica che a quella di Riabilitazione Neurologica del medesimo nosocomio, di n. 32 posti letto, dei quali n. 20 con codice 56 (unità riabilitative intensive) e n. 12 con codice 75 (neuroriabilitazione), mai "attivati" secondo quanto denunciato dal querelante.
In tal modo, segnalava il denunciante, si sarebbe realizzata una sostanziale sottrazione di risorse pubbliche, ovvero spazi, posti letto destinati alla riabilitazione e relativi introiti, a vantaggio di un ente di natura privatistica."
"L'artefice dell'operazione - ricostruiscono gli investigatori - sarebbe stato il prof, Giuseppe VITA, Direttore dell'U.O.C. di Neurologia e Malattie Neuromuscolari, che, in tale qualità, era tra i soci fondatori della Fondazione Aurora Onlus; questi, a partire dal dicembre 20134, era stato incaricato dal Commissario Straordinario del Policlinico, PECORARO Giuseppe, del controllo e della verifica delle attività sanitarie previste nella convenzione tra centro NeMO SUD e Policlinico, pur essendo egli anche Direttore Clinico del centro privato.
Inoltre, il figlio (VITA Gianluca) e la nuora (BUCALO Letizia) del prof. Vita erano stati assunti dal centro NEMOSUD, in assenza di selezione pubblica, il primo quale dirigente medico neurologo, la seconda quale "responsabile comunicazione e raccolta fondi Centro Nemosud e fundraising".
Insomma, anche qui storie di figli, nuore & C. che troviamo anche in altre vicende che abbiamo già accennato e su cui ritorneremo.
"II 22.11.2017 la Fondazione e il Policlinico (in persona del Commissario Straordinario Michele VULLO) stipulavano una nuova convenzione", con cui l'ente pubblico si impegnava a pagare oltre 2 milioni di euro l'anno per l'attività riabilitativa presso il centro, attività svolta all' interno dei locali del Policlinico dati in uso gratuito dal Commissario Straordinario al centro NEMOSUD; nel luglio dello stesso anno", il Commissario Straordinario (dott. Giuseppe LAGANGA) aumentava i posti di ricovero ordinario in favore di NEMOSUD da lO a 20, pur non essendovi posti letto destinati alla neuroriabilitazione presso la struttura pubblica A.O.U. Policlinico.
In seguito alla denuncia di Dattola si procedeva ad un primo approfondimento investigativo'', all'esito del quale la P.G. confermava quanto segnalato."
"Con ulteriore denuncia depositata il 18.6.2020, il prof. DATTOLA ribadiva quanto già rappresentato, aggiungendo che i posti letto assegnati dal Piano Regionale alla U.0.S.D.1 di neuroriabilitazione del Policlinico di Messina per la riabilitazione (codice 56) non erano mai stati attivati, mentre al centro NEMOSUD erano stati "dirottati" 12 posti letto di neuro-riabilitazione (codice 75), non previsti dal piano regionale."
Decisioni queste che, come vedremo, hanno comportato un esborso illegittimo per le casse regionali di milioni euro.
"Avviata l'attività di intercettazione, si acquisivano al contempo sommarie informazioni che confermavano
l'esistenza di una gestione irregolare delle risorse pubbliche.
In particolare, le dichiarazioni assunte dal dott. Giampiero BONACCORSI, nominato Commissario Straordinario dell'A.O.U. Policlinico di Messina con D.A. n. 697 del 31.7.2020, hanno evidenziato numerose ed eclatanti irregolarità del centro NEMOSUD, quali l'assenza di autorizzazione in capo all' A.O.U. Policlinico all'esternalizzazione delle prestazioni di cui al codice 75 da parte dell'assessorato regionale (obbligatorio ai sensi dell'art. 21 legge regionale n. 5/2009), su cui ci si soffennerà in seguito.
Inoltre, da notizie giornalistiche si apprendeva che, a ridosso della scadenza prevista nel gennaio 2021, era in atto una accesa disputa tra il Policlinico di Messina e la dirigenza della Fondazione Aurora sul rinnovo della convenzione per il centro NEMOSUD, proprio a causa dei rilievi mossi dal nuovo Commissario, dott. BONACCORSI.
In seguito all'acquisizione di tali nuovi elementi, era avviata una nuova attività di intercettazione per approfondire le questioni sollevate da BONACCORSI ed accertare l'avvenuta illecita distrazione di risorse pubbliche in occasione della stipula della terza convenzione (sottoscritta da VULLO Michele, LAGANGA SENZIO Giuseppe e REITANO Paolina per il Policlinico; da FONTANA Alberto per il Centro NEMOSUD), astrattamente ipotizzabile sulla scorta delle dichiarazioni rese dal Commissario Straordinario."
Tra gli atti rinvenuti dagli inquirenti, “una relazione di LAGANGA SENZIO Giuseppe del 19.4.2019 (prot n. 39447), indirizzata al Rettore, con cui il D.G. ripercorreva l'excursus dei rapporti tra AOU e NEMOSUD e concludeva per la legittimità della convenzione in corso. In realtà, - scrive il Giudice nell'ordinanza - quanto sostenuto nella nota di Laganga Senzio non corrisponde ai dati documentali ed alla realtà fattuale.”
In pratica, secondo la ricostruzione degli inquirenti, è proprio Laganga Senzio a rappresentare in maniera fuorviante la realtà dei fatti, consentendo il perpetuarsi delle illegittimità.
Infatti: “Il rinvio contenuto nelle note di LAGANGA SENZIO e di TOZZO al DA 62912017 - che non assegnava posti letti con codice 75 all'AOU Policlinico di Messina - fa comprendere come la comunicazione tra Azienda e l'Assessorato si sia fondata su un equivoco terminologico certamente consapevole, quanto meno da parte della dirigenza del Policlinico che, da un lato, conosceva il contenuto delle convenzioni e delle prestazioni erogate da NEMOSUD e dall'altro, ben sapeva di non avere la disponibilità di posti letto con codice 75 nel piano regionale. Ciò nonostante, con delibera n. 1051 del 11.7.2017 il dott. LAGANGA SENZIO Giuseppe ampliava i posti letto del centro clinico NEMOSUD e consegnava a Fondazione Aurora ulteriori locali allocati presso il Padiglione B del nosocomio, ben sapendo che si sarebbe trattato di P.L. con il con codice 75.”
“In seguito a tale ampliamento, il costo del progetto NEMOSUD aumentava considerevolmente, passando da euro 1.636.841 (importo dell'addendum alla 2° convenzione) a euro 2.738.026,00 (costo del progetto indicato nella 3° convenzione).”
Annotano gli inquirenti: "Si evidenzia il particolare interesse per la vicenda mostrato da LAGANGA SENZIO che, pur non ricoprendo alcun incarico nell'AOU da oltre un anno, si attivava con i massimi vertici politici regionali (assessore e presidente) per farli intervenire sul recalcitrante BONACCORSI; ciò avveniva su richiesta di MELAZZINI che lo aveva chiamato per chiedere un suo interessamento ("Mi fa... dice: Ma che facciamo? Ci vogliamo riprovare?"), in quanto NEMOSUD era una sua ideazione ("era una cosa che aveva ideato lui e gli dispiace che si chiuda "). In quel momento ìnvero LAGANGA era il direttore dell'IRCCS di Pavia, istituto della S.p.A. Istituti Clinici Scientifici MAUGERI, il cui amministratore delegato è proprio Mario MELAZZINI."
Ah ecco…
Quindi, leggiamo sempre: "il Centro Nemosud ha funzionato per anni all'interno di un'azienda pubblica, occupandone i locali, utilizzandone il personale e avvalendosi dei suoi beni strumentali.
Al contempo, il personale -non selezionato con procedure pubblicistiche concorsuali, ma assunto con contratti di natura privatistica dalla Fondazione - è stato retribuito mediante il rimborso da parte del Policlinico alla Fondazione Aurora, con risorse economiche pubbliche, in quanto provenienti dalla Regione (cui era stato richiesto peraltro un finanziamento) e destinate allo svolgimento dell'attività sanitaria di natura pubblica propria dell'AO.D.
È quindi condivisibile quanto affermato dal P.M.: "la situazione venutasi a creare è paragonabile, di fatto, alla costituzione di una clinica privata all'interno di una struttura ospedaliera pubblica, clinica che ha potuto utilizzare beni mobili ed immobili di proprietà pubblica e ha ricevuto fondi pubblici destinati alla sanità, pur essendo priva dei requisiti minimi per esercitare in ambito sanitario".
Roba da matti, è questo è andato avanti per anni, macinando ad uso privatistico milioni e milioni di euro pubblici, fino alle denunce di Dattola e Bonaccorsi.
Ci si avvia alla conclusione: "Si consideri che LAGANGA SENZIO Giuseppe è uno dei personaggi ricorrenti nella vicenda in esame, presente sotto varie forme e incarichi sin dalla nascita della Fondazione (era uno dei testimoni in sede di rogito notarile per la modifica dello statuto, insieme a VITA Giuseppe) e, dopo la lunga esperienza al Policlinico di Messina, il IO luglio del 2020 è stato assunto dalla Fondazione Maugeri con il ruolo di nuovo direttore dell'IRCCS di Pavia, prendendo il posto di MELAZZINI Mario Giovanni.
Infine, con la terza convenzione sottoscritta nel 2017, l'AOU Policlinico ha riconosciuto alla Fondazione Aurora onlus per gli anni 201812022 un contributo di euro 2.738.026,88, somma di gran lunga superiore alla precedente.
Con la delibera n. 483 del 22.Il.2017, gli indagati VULLO. LAGANGA SENZIO e REITANO autorizzando la stipula di un nuovo accordo a condizioni economiche più favorevoli e rendendo disponibili i relativi importi presso il settore economico finanziario dell'Azienda, consentivano alla Fondazione Aurora (presieduta da FONTANA) di incassare la somma di 6.251.801,54 per gli anni 201812021.
Nel complesso, l'operazione NEMOSUD è costata all'AOU Policlinico di Messina circa 11.680.598,39, oltre al valore dei beni strumentali conferiti (computer, letti, materiale sanitario e altro)".
Afferma il giudice: “Sotto il profilo dell'elemento soggettivo, nessun dubbio può esservi sulla consapevole distrazione operata dagli indagati, sia per la conoscenza specifica del progetto da parte di alcuni di essi (LAGANGA SENZIO, PECORARO, MELAZZINI, FONTANA) sia per l'eclatante illegittimità delle convenzioni, il cui contenuto doveva essere noto a tutti i firmatari degli atti in ragione del ruolo ricoperto e della competenza specifica in materia.”
E ancora: “In buona sostanza, si ritiene che la macroscopica illegittimità della distrazione sia tale da presupporre esclusivamente la realizzazione di un interesse personale, non sovrapponibile all'interesse pubblico, con conseguente realizzazione del reato di peculato e non di quello meno grave di abuso d'ufficio”.
E quindi la decisione sulle misure cautelari: "Le esigenze cautelari nei confronti di Laganga Senzio Giuseppe appaiono chiare laddove si consideri che egli, nonostante la posizione apicale nell' Azienda Ospedaliera Policlinico, ha reso possibile, con la sua condotta, la distrazione in favore della Fondazione Aurora di rilevantissime somme di denaro, in condizioni di piena illegittimità, non solo limitandosi a reiterare quanto già fatto da chi lo aveva preceduto ma, altresì, assumendo ulteriori iniziative per avvantaggiare l'ente privato e segnatamente per ampliare la disponibilità di posti letto del centro Nemo, fornendo all'assessorato una visione parziale circa il numero di posti previsti per il Policlinico dal Piano di Rete Ospedaliera, limitandosi a segnalare che i posti Ietto aggiuntivi erano disponibili presso lo stesso padiglione che ospitava Nemosud, ma senza alcuna indicazione ai codici, pur sapendo che il centro gestiva di fatto posti Ietto contraddistinti dal codice 75.
Trattandosi di dirigente tuttora in servizio impegnato nel settore sanitario, si ritiene che vi sia un elevato rischio di reiterazione di condotte analoghe".
"Nei confronti di Melazzini, Fontana e Laganga si ritengono idonee e adeguate, al fine di arginare il ravvisato pericolo di recidiva specifica, le misure interdittive previste dall'art. 289 bis c.p. del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e dall'art. 290 c.p.p. del divieto temporaneo di esercitare l'attività di impresa in ambito sanitario, richieste dal P.M., per la durata che si reputa congrua - avuto riguardo alla gravità delle condotte agli stessi ascritte - di dodici mesi".
Vengono anche effettuati sequestri preventivi per “MELAZZINI Mario Giovanni, RESTUCCIA Marco, LAGANGA SENZIO Giuseppe, VOLO Giovanna, sul denaro e sui beni mobili e immobili a loro intestati sino alla concorrenza di 2.433.678,07 euro” relativamente ai reati di cui al capo 2 dell'incolpazione ed altri 6.251.80l,54 euro nei confronti di FONTANA Alberto, VULLO Michele, LAGANGA SENZIO Giuseppe, REITANO Paolina per il reato di cui al capo 3".
Insomma, stavolta li hanno scoperti, anche grazie al coraggio di chi ha denunciato e di chi non li ha coperti: ma quanti ce ne sono di questi giochini?
E quanti sono i manager che si sono opposti ed hanno pagato per il loro rigore vedendosi distrutte le carriere e spesso anche la vita?
In danno non solo loro, ovviamente, ma di tutta la popolazione che si ritrova la situazione sempre più drammatica e pericolosa.
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