
Attenzione!
Attenzione!
Stanno accadendo cose brutte, pessimi segnali.
Ed è bene dirlo subito, qui e da ogni parte, in ogni occasione.
A poche ore di distanza, a Pisa, Firenze e Catania manifestazioni di studenti inermi brutalmente sedate dai manganelli della polizia in tenuta antisommossa: no buono.
A Roma un manichino con le sembianze del premier Meloni dato a fuoco in piazza: no buono.
Gli episodi delle manifestazioni inibite inquietano un pò di più, proprio perché le violenze provengono da quelle forze che prima che dell'ordine devono essere poste a tutela della democrazia, ed i diritti di manifestare e protestare ne sono il principio cardine.
Anche e soprattutto quando non si è d'accordo con chi manifesta.
Dispiace ancor di più se accade a Catania, nella nostra città, dove l'insediamento del nuovo questore Bellassai ha prodotto sin da subito, dobbiamo riconoscerlo, diverse operazioni anticrimine di notevole rilevanza: peccato sporcarle aderendo a direttive di “tolleranza zero” nei confronti di chi manifesta che evidentemente arrivano dall'alto.
Non può infatti essere un caso che da qualche tempo, ad ogni manifestazione, ci siano episodi di repressione come non si vedevano da decenni, e per di più del tutto sproporzionati rispetto alle circostanze.
Cerchiamo di essere chiari: la gestione dell'ordine e della sicurezza pubblica in occasioni di assembramenti è attività difficile e delicatissima, quindi bisogna essere equilibrati nel giudicare i fatti almeno quanto si pretende lo siano quanti a quei servizi sono deputati.
Le immagini però sono evidenti: in tutti e tre i casi non c'erano infiltrati pericolosi black block o provocatori, si trattava per la maggior parte di studenti inermi e manifestanti innocui.
Quelle manganellate, quelle violenze, quella rudezza sono chiaramente ingiustificate.
Non devono ripetersi.
Dall'altro lato, non meno orribile quell'immagine del manichino raffigurante la premier Meloni dato a fuoco: non deve ripetersi e le forze sane di opposizione non devono consentirlo.
Si comincia così e non si sa dove si va a finire.
Anzi, si sa benissimo.