È un vero e proprio colpo di scena, di quelli che non ti aspetti un sabato pomeriggio, mentre si celebrano feste e festini in cui si rivedono sempre le stesse facce periodicamente in trasferta dai sarcofagi della storia.
A Ribera una “Festa dell'Amicizia” con una improbabile riedizione di una DC, starebbe per Democrazia Cristiana, che pretenderebbe di ripiombare al 1993.
Un parterre che sin dalla grafica delle locandine riporta a qualche ventennio fa, mentre sugli ospiti sono riusciti a fare una scivolata che neanche il più masochista dei Tafazzi sarebbe riuscito.
Nel parterre d'onore, infatti e lasciamo stare gli altri, niente meno che moglie e figlia del defunto e controverso leader palestinese Yasser Arafat: la brillante idea di Cuffaro si realizza proprio nel giorno in cui Israele subisce da parte dei terroristi di Hamas uno degli attacchi più violenti e vigliacchi della storia recente, con decine di civili innocenti morti e altrettanti ostaggi.
Un tempismo perfetto.
Ed a prescindere dal momento, risulta incomprensibile il messaggio che lo “statista di Raffadali” intendeva lanciare con questa ospitata; per rivendicare ruoli da strateghi di pseudo o psico ecumenismi sarebbe intanto saggio recuperare consapevolezza di quello che si è e rimanere nell'ambito dei propri limiti, provinciali, senza provare complicati voli pindarici. Dai quali si cade, pesantemente.
Ma il colpo di scena non viene da Ribera, lì è accaduto niente di più di quello che poteva accadere: una reunion di reduci che reduci resteranno.
La scena se l'è presa, come è sempre riuscito a fare nei momenti più impensabili, un altro testimonial del tempo che fu e che non rinuncia ad essere, ma a modo suo e senza clamori festaioli, protagonista del presente: Raffaele Lombardo, che risponde all'iperattivismo alquanto spregiudicato del suo ex amico eterno avversario agrigentino con un accordo inaspettato, che fa saltare i vari banchetti che si stavano mettendo in piedi.
Nel primo pomeriggio arrivano infatti una sfilza di comunicati, e non dalle fonti ufficiali del Movimento per l'Autonomia ma direttamente dal secondo partito della maggioranza di governo: la Lega, oggi Prima l'Italia del vice premier Matteo Salvini.
Sono i suoi massimi esponenti regionali a dare la notizia dell'intesa siglata tra i due movimenti autonomisti, con in testa la commissaria regionale ed euro deputata Annalisa Tardino, il vice presidente della regione Luca Sammartino, l'on. Valeria Sudano ed i deputati Marianna Caronia, Anastasio Carrà, Vincenzo Figuccia, Salvo Geraci, Nino Germanà, Pippo Laccoto, Nino Minardo, Mimmo Turano e il coordinatore regionale enti locali Matteo Francilia.
Certo, leggere la firma di Sammartino in calce al giubilo per l'accordo con Lombardo dopo i tempi di guerra aperta, confonde un pò: ma la politica è l'arte dell'incredibile e quindi ci sta questo e anche di più.
Nel comunicato lanciato alle agenzie nel primo pomeriggio di ieri, gli esponenti siciliani della Lega scrivono:
“Accogliamo con entusiasmo la decisione del rilancio del patto federativo con l’MPA, anche in vista delle prossime elezioni europee e auspichiamo un’azione politica e amministrativa fondata su sinergia e condivisione ad ogni livello istituzionale e territoriale, avente come unico obiettivo la crescita della Sicilia e il benessere dei siciliani. Oggi abbiamo ulteriore dimostrazione dell’appeal della Lega come movimento attrattivo sul territorio, grazie in primo luogo al lavoro instancabile del vicepremier e ministro Matteo Salvini, impegnato nel rilancio del sistema infrastrutturale italiano, ma soprattutto siciliano con ingenti investimenti.
L’obiettivo comune che ci poniamo con la federazione è, infatti, lo sviluppo economico e infrastrutturale della Sicilia, partendo da priorità fondamentali come la realizzazione del Ponte sullo Stretto, l’Alta velocità ferroviaria sull’asse Catania-Messina-Palermo, il completamento dell’anello autostradale e i collegamenti viari interni su tutte le province, ma non solo, pensiamo anche al ruolo del turismo, dell’agroalimentare siciliano, e alla competitività delle nostre aziende che vanno aiutate a costruire nuovo lavoro.
Tutto ciò passa dal risultato alle europee del 2024, in cui i due movimenti correranno insieme e che saranno fondamentali fondamentali per costruire una nuova maggioranza in Europa, che sappia davvero fare gli interessi dei cittadini siciliani anziché piegarsi alle logiche dei poteri forti di Bruxelles”.
Poi arriva anche il presidente della Commissione Difesa della Camera Nino Minardo a rivendicare l'idea originaria di questo accordo che già in passato ha avuto momenti di reciproca soddisfazione:
“Sulle necessità della Sicilia la Lega e gli autonomisti sono stati sempre d’accordo è stato naturale ritrovarsi. Salvini e Lombardo rilanciano un accordo che ha al centro il Ponte sullo Stretto, la strategia infrastrutturale e dei trasporti in Sicilia e l’autonomia differenziata. Un accordo politico-programmatico che sarà la naturale piattaforma per una forte proposta politica attrattiva anche nei confronti dei moderati e dei civici da presentare alle prossime elezioni europee ed anche nelle competizioni elettorali locali”.
Adesso quindi la partita si fa seria, in gioco le imminenti elezioni europee sui cui esiti si giocheranno gli equilibri politici del prossimo decennio.
La mossa Lombardo-Salvini scombina i piani dell'altro “statista”, in questo caso palermitano, cioè il presidente della regione che chissà come si era messo in testa di diventare leader di una sorta di “rassamblement centrista”, magari con l'ambizione di sfilare quel che resta di Forza Italia al delfino designato Tajani.
La decisione del movimento autonomista rende di fatto impraticabile la velleità schifani-cuffariana di porsi alla guida di chissà che cosa e riduce a due la volata verso le europee, con Fratelli d'Italia saldamente in testa e Lega-MPA pronti a rincorrere.
Gli altri probabilmente rimarranno a farsi i festini…tra di loro.