È una fase difficile per questo nostro mondo, molto complicata, succedono troppe cose brutte.
Non siamo sereni.
È sappiamo bene che il rischio più alto è farsi travolgere dall'apatia, dal considerare ineluttabile questa deriva che sembra inarrestabile, dove prevale il più violento e spregiudicato sul più capace e volenteroso.
Sta accadendo in ogni angolo del pianeta e da noi, nella nostra meravigliosa Sicilia, lo soffriamo in maniera ancora più drammatica, una sorta di contrappasso che ci fa subire il peggio come contraltare a quel meglio che abbiamo in eredità da millenni e non abbiamo mai saputo onorare, difendere, proteggere.
I nostri figli sono in giro per il mondo perché qui non trovano più nulla da fare, mentre tutto il mondo proprio qui vorrebbe venire per godere dell'incredibile bellezza da cui siamo circondati, salvo tornarsene troppo spesso sconsolati per l'imbecille incapacità di chi questa bellezza pervicacemente distrugge.
Insomma, luci ed ombre, con le seconde sempre più incombenti: e che possiamo fare?
Andare avanti, non rinunciare a tentarci, qualsiasi cosa sia purché fatta bene, ripudiare con determinazione ogni forma di rassegnazione; aborrire persino la moda della “resilienza”: combattere, combattere, combattere.
Ognuno con gli strumenti che si ritrova, combattimenti senza armi da sparo o taglio ma quelle della convinzione che non ci si possa arrendere, che ogni cedimento è diserzione, attentato al futuro dei propri figli.
E che c'entra un nuovo giornale tra i tanti che già ci sono?
E di sport poi…
Forse niente, forse tutto.
Il nostro gruppo di testate ne ha già tre, Sudpress, Sudstyle, Sudlife (quest'ultimo in fase di restyling e rilancio): tre stili diversi, tre linguaggi alternativi, un target liquido che si contamina e scambia informazioni, trasferendo esperienze e competenze diverse, alcune prima magari ritenute inconciliabili e che invece si scoprono complementari, com'è accaduto con l'esperienza dei Talk domenicali in cui gli appassionati delle inchieste sul potere di Sudpress si ritrovano sedotti dal mondo dell'Arte e Cultura raccontati da SudStyle.
Con SudPress, che ormai conta la bellezza di 13 anni di difficile attività, pensiamo di aver svolto un ruolo importante e continuiamo a farlo, pagando in prima persona prezzi pesanti ma con la soddisfazione di non esserci mai piegati, mai distratti.
Con un claim irrinunciabile: “Non ci si può né intimidire né comprare, solo convincere!”
Contro ogni potere famelico ed a sostegno di ogni iniziativa generosa.
Non per moralismo, ma solo perché siamo assolutamente convinti che il potere in mano ad incapaci o delinquenti, come l'imprenditoria parassitaria e speculatrice, siano un pericolo insopportabile per l'intera comunità, per la sua sopravvivenza.
E a Catania, in Sicilia, si è esagerato da tempo.
Adesso arriva lo Sport, altro mondo affascinante, con le sue competizioni e la costante ricerca di eccellenza.
Un mondo che proveremo a raccontare mantenendo il nostro carattere “iper-local”, un'attenzione sempre fissata sul territorio cui apparteniamo, alla nostra gente che vorremmo più felice e soddisfatta.
Lo Sport è uno strumento politico e sociale di straordinaria potenza, capace di trasformare la realtà di un quartiere se solo vi fossero impianti adeguati, associazioni sostenute dalle istituzioni.
Non a caso in questa nuova impresa ci troviamo accanto la Fondazione YMCA Italia, parte di quella federazione mondiale che conta decine di milioni di soci in centinaia di paesi e che ha fatto proprio dello Sport una straordinaria occasione di aggregazione per i giovani: e lo capirono e metà dell'800 inventando letteralmente basket e pallavolo.
Proveremo a dare voce a tutti quanti vorranno raccontare delle proprie esperienze, dei successi e dei fallimenti, i secondi non meno importanti dei primi se servono a capire e migliorare, spazio alle emozioni delle centinaia di organizzazioni che operano sul territorio come alle migliaia di praticanti di qualsiasi sport.
Proveremo ad esserci, anche nello Sport, con SudSport.
A modo nostro.