Sconcertante. Non c'è altro aggettivo per definire quello che capita da queste parti.
E ogni giorno se ne può uscire una, anche di più probabilmente.
Quella di oggi riguarda il Servizio Sanitario Regionale, chiamiamolo così, perché di servizio ormai ha poco, di sanitario non ne parliamo neanche, resta il regionale e trattandosi di Sicilia abbiamo già detto tutto.
Il campanello è suonato nel leggere un articolo apparso su La Sicilia del 22 agosto a firma della brava Maria Elelna Quaiotti.
Il titolo è trionfale e riporta un'affermazione di quelle delle sue dell'attuale commissario straordinario (in scadenza e prospettiva di rinnovo) dell'ASP di Catania Maurizio Lanza: “Interventi chirurgici, 2.489 in 4 mesi”.
Ah però che bravo, pensiamo.
Poi però leggiamo il sottotitolo e ci insospettiamo: “ASP. Entro dicembre saranno recuperate tutte le operazioni in attesa del 2021 e 2022”.
Cavolo, forse tanto bravo non è se siamo indietro di due anni…
Poi arriviamo a quello che in gergo si chiama “catenaccio”, con altro virgolettato dello stesso top manager e qua lo sconcerto diventa sgomento: “il dg Lanza: ”Con inizio del 2024 si procederà con quelli rinviati nell'anno 2023."
Immediatamente, infatti, ci viene in mente l'articolo che abbiamo pubblicato lo scorso 29 giugno dal titolo: “Sanità pubblica in mani assurde - ASP Catania annulla tutti i ricoveri già programmati: si sono accorti che arriva l'estate”, ma ci torneremo dopo, intanto continuiamo a leggere le dichiarazioni di Lanza.
Si danno una serie di numeri sulle centinaia di interventi chirurgici non effettuati, quindi con pazienti in attesa da mesi o anni, e, questo il passaggio interessante, si fa riferimento a fondi straordinari messi a disposizione dal governo regionale per abbattere queste maledette liste d'attesa, come se fossero causate dagli alieni che hanno invaso la sicilia.
Si legge che con questi fondi straordinari, quindi fondi pubblici pagati anche da quei cittadini che attendono i loro comodi per essere operati, “il personale sanitario verrà pagato come prestazione aggiuntiva, caso per caso.” Capito?
E ancora: “per le liste d'attesa del 2023 cominceremo a inizio 2024 e valuteremo se il caso di avviare convenzioni con il settore privato.”
Capito anche questo? Anche il privato, ovviamente.
Quindi, a prescindere dai numeri che dà e lasciano da capire con quale personale riuscirà a fare in quattro mesi questi quasi 3 mila interventi chirurgici, ci torna in mente l'articolo di cui parlavamo del 29 giugno.
Anche perché questo giochetto degli “incentivi” della regione siciliana per abbattere le liste d'attesa chenon si abbattono mai, lo fanno ogni santo anno: basta vedere uno dei decreti del 2021, che quantifica in 7 milioni di euro i fondi per queste liste o quello del 2022 che “rimodula” il piano del 2020 ed arriva alla bellezza di 16 milioni di euro.
Ma in realtà, tra i meandri di decreti e delibere ci si perde e non è semplice capire quanto spendono davvero di fondi pubblici per ri-pagare prestazioni che in realtà avrebbero dovuto eseguirsi in regime ordinario se solo ci fosse un minimo di capacità organizzativa.
Ed infatti questo è l'assurdo di un sistema che pare congegnato per danneggiare utenti e sprecare immense risorse pubbliche.
Un sistema che non premia il merito di chi lavora bene, ma arriva ad incentivare chi non lavora, e per di più senza neanche un minimo di valutazione sul merito delle prestazioni erogate.
Se infatti operano per due volte una povera signora di appendicite e la devono trasferire in altro ospedale perché in quello non sono riusciti a trovare…l'appendice, magari gli danno il premio perché hanno fatto due interventi…tanto per dire. Ma questa è un altra storia.
Il sistema dicevamo: la cosa più logica sarebbe legare gli incentivi al numero di prestazioni regolari effettuate e magari al loro esito positivo, premiando chirurghi ed equipe efficienti, orca miseria.
Invece questi scienziati del management sanitario pubblico i fondi li destinano per “recuperare” il lavoro che non effettuano nel periodo in cui sono pagati per farlo.
Paradossalmente premiano chi crea liste d'attesa, mentre chi non ne ha resta a bocca asciutta: ma non è pazzesco?
E qui ci torna alla mente l'articolo, che già ci aveva sconcertato, del 29 giugno.
Con quella circolare dispositiva assurda, firmata dai vertici dell'ASP di Catania che ora annunciano il miracolo dei tre mila interventi in quattro mesi, che sospendeva tutte le visite e gli interventi per l'intera estate.
La circolare la riproponiamo così come l'abbiamo pubblicata allora, perché adesso ha un altra senso, ben più sconcertante:
E secondo voi, la “sospensione” delle attività di ricovero, e quindi anche gli interventi, per tre mesi non provocano “liste d'attesa”?
E secondo voi, l'anno prossimo gli daranno altri “incentivi” per abbatterle?
E secondo voi, visto che anche l'anno prossimo è probabile che arrivi l'estate, è ipotizzabile un'altra sospensione emergenziale delle attività sanitarie?
E poi?
PS: a scanso di equivoci e ad uso giudiziario, gli aggettivi del titolo si riferiscono a noi cittadini, che ancora accettiamo questi metodi di gestione della Cosa Pubblica. Tanto per essere chiari.