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Aveva 84 anni il prof. Sebastiano Maggio e non stava bene da qualche tempo, essendo particolarmente autonomo ed attivo probabilmente avrebbe sofferto troppo il degenerare delle sue condizioni.
E se n'è andato in punta di piedi, senza dare disturbo a nessuno, lui che per carattere si è, al contrario, sempre fatto notare.
Epiche le sue battaglie sindacali in favore della categoria dei docenti come anche degli studenti sui cui diritti ha speso la vita, periodi in cui gli scontri erano feroci tra le varie visioni, ma almeno in qualche modo le visioni c'erano…
Docente di Storia Medievale presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell'Università di Catania, ha lasciato un'impronta decisa sulle tante generazioni di studenti che ha formato, come anche dei tanti colleghi dei quali ha difeso i diritti senza mai arretrare di un millimetro.
Coltissimo ed instancabile studioso, piacevolissimo conversatore, amava trasferire la sua cultura ed è infatti autore di numerosi libri e pubblicazioni scientifiche, tra i più significativi “La lunga marcia dell'alfabetizzazione. Verso i saperi essenziali”, “Le associazioni professionali nell'alto Medioevo. Artigiani e commercianti in Italia dal VI all'XI secolo”, “L'immaginario percettivo - L'organizzazione sociale ed economica dello spazio terrestre in Sicilia”, e nel 1998 un'opera ancora oggi di particolare attualità: “Il diritto violato: la dispersione scolastica nella provincia di Catania”.
Intensa anche l'attività giornalistica, fu tra i fondatori della redazione catanese della gloriosa testata L'Ora.
Alla moglie signora Adriana ed alla figlia Gilda le condoglianze del giornale.
In particolare ci stringiamo al figlio Lucio, già direttore generale dell'Università di Catania, che del carattere pugnace del padre ha certamente ereditato l'amore per la cultura e, soprattutto, la tensione indomita contro ogni prevaricazione, divenuto nostro carissimo amico proprio a seguito delle coraggiose battaglie condotte contro un sistema che ha provato lungamente a schiacciarlo, sino a risolversi negli esiti noti di quanto emerso in “Università Bandita”: siamo testimoni diretti delle sue ragioni che hanno trovato inconfutabili riscontri persino giudiziari.
Una battaglia che il Prof. Sebastiano ha condiviso e sostenuto sempre nonostante le tante amarezze procurate e ancora oggi non compensate adeguatamente, anche perché gran parte di quel sistema, per quanto ormai dileggiato, resta ancora saldamente a far danni alla comunità.
Proprio alla famiglia di Lucio, alla moglie Patrizia ed all'amatissimo nipote Claudio, già collaboratore di questo giornale ed oggi avviato all'impegnativa carriera di psicologo, esprimiamo la vicinanza di Sudpress per la grave perdita, sperando che possano essere tutti confortati dalla certezza che hanno condiviso un lungo ed intenso percorso di vita con una personalità non comune e che lascia un significativo esempio di intellettuale appassionato e militante.
L'ultimo saluto sabato 15 luglio alle 16.30 Chiesa di Sant'Agata al Borgo.