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Festa della Repubblica, nessun catanese tra i nuovi Cavalieri del Lavoro: bruttissimo segnale

02-06-2023 08:07

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus,

Festa della Repubblica, nessun catanese tra i nuovi Cavalieri del Lavoro: bruttissimo segnale

METTETEVI A LAVORARE,SIATE SERI E ABBIATE CORAGGIO!

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Il 2 giugno segna la data della festa laica più importante della nazione: la Festa della Repubblica.

 

In quel giorno dell'ormai lontanissimo 1946 si celebrò il referendum che segnò il passaggio dalla monarchia alla repubblica, quella forma di governo che ci troviamo ancora oggi e che ormai è abbastanza evidente che non funzioni più, ma questa è altra storia.

 

La festa resta importante e rende memoria dei tanti sacrifici fatti da eroiche figure, molte sconosciute e anonime, che riuscirono a traghettare l'Italia e gli italiani fuori dal terribile periodo della folle guerra nazi-fascista e dall'orrore del Ventennio. Milioni di morti e miliardi di sofferenze. 

Al di là delle polemiche e delle solite denunce di brogli sulle schede, il popolo italiano decise che re e regine tornavano nelle favole dove erano meno squallidi di come comportatisi nella realtà e si apriva l'era di presidenti e premier più o meno eletti dal popolo e dai loro rappresentanti.

 

Poteva essere una bella cosa e per un certo periodo lo fu; vennero eletti in prima battuta capi partigiani, intellettuali, accademici, imprenditori, professionisti, grandi personalità di varia estrazione ideologica che riuscirono a varare una Costituzione che, almeno nei suoi princìpi, resta tra le più belle ed immaginifiche del mondo, un trionfo di diritti e di tutele per tutte le componenti della società, almeno sulla carta ed almeno se fosse attuata. Ma anche questa è un'altra storia.

 

Arrivò, col grande aiuto di americani e piani Marshall vari, il periodo straordinario del boom economico e l'Italia visse momenti felici, non per tutti ma di certo per molti. 

Si tornò a sperare negli effetti benefici di una democrazia traballante, poi scossa da stragi e tentativi di svolte autoritarie, e così rimasta sempre in bilico, come adesso.

 

Poi la storia cambiò, non è certo esattamente quando e per colpa di chi, ma venne il tempo dei ladri e dei profittatori al potere, tutti nascosti all'ombra di simboli gloriosi di partiti che avevano superato guerre e conflitti e finiti in mano a comitati d'affari dediti all'occupazione di ogni spazio pubblico, con l'unico obiettivo di conquistare potere e denaro, denaro e potere.

 

Il periodo dei cannibali al potere, dei parassiti al comando.

Periodo lungo e pericoloso, che in questa fase storica ha raggiunto il suo acme e non è per niente chiaro come finirà: probabilmente male, malissimo.

 

Questa lunga premessa per arrivare al nostro interesse più diretto, come conviene ad una testata “iper-local”, quello che interessa alla nostra Catania e dintorni, per noi l'ombelico del mondo, se non altro perché ci viviamo ogni santo giorno e quanto vi accade alimenta il nostro umore.

 

Il 2 giugno, oltre allo splendido sorvòlo delle gloriose Frecce Tricolori, parate varie e deposizione di corone d'alloro, vengono formalmente insigniti dei fregi simbolici 25 personalità scelte con una complessa procedura e che dovrebbero rappresentare il meglio del mondo produttivo nazionale: i Cavalieri del Lavoro.

 

Sui loro nomi vengono effettuate verifiche stringenti dalle varie autorità di controllo con il coordinamento delle singole prefetture, che sottopongono alla Presidenza della Repubblica i vari candidati tra cui effettuare la scelta finale.

 

In questo difficile 2023, il risultato finale di questa “scrematura” ha portato un solo siciliano, anzi una sola siciliana, ad essere ritenuta meritevole del prestigioso riconoscimento: l'imprenditrice palermitana, Iolanda Riolo, classe 1967.
È amministratrice di quattro società concessionarie in Sicilia dei principali marchi automobilistici, tra cui Audi, Toyota, Volvo, Mercedes, Smart, Opel e Ducati per le due ruote. Nel 1995 entra nell’azienda di famiglia, allora concessionaria Volkswagen con 33 addetti. Nel 1999 ne assume la guida e avvia l’espansione acquisendo nuovi marchi e ampliando gli spazi espositivi e le officine per le attività di assistenza. Realizza così tra il 2002 e il 2008 il centro “Toyota city”, su un’area di 10.000 metri quadrati, il centro Mercedes, in un hangar di 5 mila metri quadrati e l’Audi Zentrum Palermo, in un hangar di 6.400 metri quadrati. Occupa 270 addetti.

 

Bene, complimenti.

 

Quello che però ci fa specie è che la nostra città Catania, che si colloca tra le prime nove città d'Italia, una volta definita la “Milano del Sud” per la sua vivacità imprenditoriale, non riesce ad esprimere neanche un imprenditore o manager degno di finire nella rosa dei Cavalieri del Lavoro 2023.

 

Si potrà dire che è un caso, un momento di mera sfortuna. Che non si possono premiare tutti i territori.

 

Sarà, ma se fosse il segnale che Catania è ormai davvero marginale, neanche considerata dai poteri che contano, abbandonata ad un destino miserabile dove l'imprenditoria locale, quella che resta,  si è totalmente abbandonata a logiche di mera sopravvivenza che si limitano alla speculazione piuttosto che a visione ed investimento, allora la questione sarebbe, e probabilmente è, molto più seria e pericolosa di quanto si immagini.

 

Sappiamo, conosciamo un mondo produttivo locale fatto di grandi energie, molti giovani imprenditori che hanno studiato e fatto esperienza anche all'estero ma che non trovano spazi da queste parti, soffocati da un potere oppressivo, burocrazia assassina, rappresentanze inadeguate.

 

Speriamo che questo oltraggio, di non avere in questo 2023 un Cavaliere del Lavoro capace di rappresentare il mondo produttivo catanese, sia da monito e da sprone per le varie organizzazioni di rappresentanza imprenditoriale:  METTETEVI A LAVORARE ,SIATE SERI E ABBIATE CORAGGIO!

 

 

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