Grazia Giurato, la pasionaria catanese, si è spenta a 86 anni senza dare al terribile 2022 la confidenza di oltrepassarlo. Eppure avrebbe potuto farlo, come tante altre volte.
Vogliamo dedicargli il pezzo di apertura di un'importante anno nuovo perché la sua figura lo merita: per la sua passionalità rimasta sempre intatta nonostante la marginalità rispetto agli eventi di questa terra, rispetto alla deriva che non è riuscita ad arginare, lei come tante altre pasionarie e pasionari che alle falde dell'Etna sono rimasti schiacciati da un potere che li ha sempre irrisi e spesso derisi, frullandone l'ingenuità, facendosene beffe dell'innocenza urlante ai troppi diritti negati.
Eppure, non si è mai arresa. Mai.
Grazia Giurato è stata una militante, parola ormai sconosciuta, per tutta la vita: nel PCI, nell'UDI, in Città Insieme che ha contribuito a fondare come della Rete, movimento per il quale fu anche consigliera comunale tra il 93' ed il '97.

Ha partecipato a tutti i cortei e tutte le manifestazioni possibili ed immaginabili, sempre in prima fila, noncurante del fatto che non cambiava mai niente, anzi probabilmente peggiorava, quel potere che avversava diventava sempre più potente, nell'indifferenza incosciente e colpevole di mandrie lamentose sempre in fila a ricevere santini elettorali in cambio di promesse mai mantenute.
Grazia Giurato è stata portatrice di una storia pesante, vissuta con dignità, che ad un certo punto ha raccontato perché era figlia di quella memoria e nella memoria si trova la forza per le lotte impossibili, quelle di Davide contro tronfi Golia che per valore hanno solo la spregiudicatezza.
Ha scritto due libri, o meglio ne è stata protagonista: "Ancora ci credo" (2012) e "Gli Altri" (2016), lasciando la testimonianza di una donna coraggiosa e coerente che ha sempre combattuto per le sue idee senza mai tirarsi indietro.
Ed è stata una testimonianza di valore, che è uscita sconfitta dal sopraffare degli affari consumati sulla città e sulla pelle delle prossime generazioni, ma lasciando un seme, quel seme di coerenza e coraggio dal quale può sempre sorgere qualcosa di buono.
Questo e probabilmente molto altro è stata Grazia Giurato e quel che resta di Catania, quel che di buono si riuscirà a recuperare lo si dovrà anche a lei e sarebbe bene che ci ricordassimo di queste personalità che non si sono piegate mai.
Perché ce ne sono state e ce ne sono. Anche a Catania. Per fortuna. Ed è quello di cui abbiamo bisogno.