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E se si ripristinasse la Leva Militare Obbligatoria per tutti questi giovani NEET che stiamo perdendo?

15-11-2022 05:30

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus,

E se si ripristinasse la Leva Militare Obbligatoria per tutti questi giovani NEET che stiamo perdendo?

Sicuri che sia stata una cosa intelligente abolirla?

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Consapevole che, in pieno terzo millennio, un titolo simile potrebbe apparire quanto meno provocatorio, alcune premesse sono opportune.

 

La prima è che non si tratta di una provocazione, semmai una proposta di riflessione, possibilmente serena.

 

Seconda premessa, anche questa necessaria: chi scrive non è di destra e non ha alcuna simpatia per autoritarismi di qualsiasi genere, è dall'adolescenza un liberal-democratico di cultura radicale e la riflessione, non di oggi e non estemporanea, nasce da alcune considerazioni che hanno più valenza civica, sociale ed economica che non militaresca.

 

Terza premessa, il riferiferimento alla categoria alquanto liquida dei NEET non è causale: si tratta di un acronimo, "Not in Education, Employment or Training".  Ingloba tutti quei giovani che non studiano, non lavorano e non sono nemmeno coinvolti in un processo di formazione.

 

Una recente statistica Eurispes quantifica i NEET italiani in 3.085.000 unità, di cui ben 1,7 milioni sono donne. La maggior parte dei NEET si concentra al sud: in Sicilia il 30,3%,; in Calabria 28,4.

 

È o non è assolutamente ed oggettivamente drammatico?

Qualcosa, forse anche di bizzarro, magari laterale, bisogna inventarsi per risolvere anche questo problema che non è da poco tra i mille che stiamo vivendo. Per forza. 

 

Oltre tre milioni di giovani che dovrebbero mangiarsi il mondo costretti da un sistema idiota a consumarsi nella depressione rappresenta una bomba sociale incontenibile, oltre che uno spreco di energie e potenzialità intollerabile.

 

E allora, intanto mettiamo sul tavolo questa del ripristino della vecchia Leva Obbligatoria, quella che una volta era militare e adesso andrebbe ovviamente rivista, riformata, adeguata alle esigenze, ma potrebbe rappresentare uno strumento forse anche un tantino più costruttivo del "reddito di cittadinanza" che, sia chiaro, assolve alla funzione di aiutare qualcuno che ne ha bisogno ma ne premia troppi che ne approfittano.

 

La Leva Obbligatoria è stato uno strumento che ha accompagnato generazioni di ragazzi italiani per quasi 150 anni, dal 1861 al 2005, anno in cui fu definitivamente abrogata.

 

Consisteva in una "chiamata" per i giovani che compivano 17 anni e che, salvo motivi di esenzione o rinvio, venivano arruolati nelle varie armi, mandati a crescere, nel vero senso della parola, a centinaia di chilometri di distanza dalle cure materne, che in Italia si sa sono spesso eccessivamente asfissianti.

 

Usciti dalle case avite, molti cominciavano a conoscere finalmente cosa fosse la vita vera, farsi il letto, alzarsi all'alba, fare guardie e marce forzate, imparare a cucinare e lavare piatti e latrine, imparare ad obbedire anche ad ordini assurdi come fare flessioni la notte o stare sull'attenti sotto la pioggia. 

 

Cose apparentemente inutili ma che col tempo possono riconoscersi come allenamenti alla resilienza, a quell'adattamento necessario per chi deve vivere in società.

 

Inutile dilungarsi, chi ha vissuto il "militare" non ha bisogno di spiegazioni, e chi non lo ha conosciuto non lo capirebbe comunque.

 

Quello che ci interessa è trovare l'occasione per avviare una riflessione su quello che potrebbe essere uno strumento capace di rimettere un minimo di visione in categorie demografiche prive di prospettive.

 

Certo, improponibile oggi ed anche sterile pensare di replicarne il modello fatto di alza bandiera e marce abbastanza inutili, ma si potrebbe utilizzare l'anno di coscrizione per formare i più moderni militari di leva nell'utilizzo delle nuove tecnologie, nell'analisi e gestione di big data, nella realizzazione e manutenzione di infrastrutture, ma anche compiti di controllo sui servizi pubblici come la raccolta rifiuti o la viabilità, oltre che nei più classici compiti di presidio armato, non dimenticando che, piaccia o no, siamo nel bel mezzo di una nuova guerra mondiale: fare finta di non esserlo, che finirà per incanto e che si possa fare a meno dei militari per difendere le nostre libertà, acquisite ma non scontate, non pare essere la cosa più intelligente.

 

Insomma, una riflessione, possibilmente serena e senza pregiudizi, non sarebbe peregrina: agli oltre tre milioni di NEET di oggi ed a quelli che verranno qualcosa si dovrà far fare, e questa potrebbe essere una, tra le tante altre, magari più originali, ma che comunque ci si deve inventare per non perdere intere generazioni e con loro la nostra intera società.

 

PS: Io il militare l'ho fatto, e se avessi 18 anni oggi lo rifarei. Volentieri.

Ero un figlio di papà, e mi è servito.

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