
La domenica il più delle volte la dedichiamo a Cultura, Spettacolo e cose belle in genere.
Per questa ne abbiamo una che ci è parsa rivoluzionaria nella sua dolcezza, straordinaria nella sua semplicità.
Da qualche (poco) tempo si sta tentando, per come si può, di rimediare ai danni dell'età che avanza e dei troppi stop da lockdown aprendo la giornata con lunghe passeggiate ed una delle mete preferite è un luogo catanese forse sottovalutato: il Parco Gioeni.
Si corricchia o passeggia tra una folta vegetazione che potrebbe magari essere più manutenuta, ma in fondo forse meno la toccano e meglio è.
Si è in pochissimi la mattina presto, e si guadagna una sensazione di pace che poi ti porti dietro per tutta la giornata.

Venerdì, intorno alle 8.30, in lontananza una insolita confusione ordinata, niente schiamazzi ma movimento colorato.
Mi sono avvicinato ed ho visto radunarsi un gruppo di ragazzini, con i loro zainetti accompagnati dai genitori che li consegnavano ad alcune signore che non era troppo difficile capire fossero insegnanti, perché le Insegnanti si riconoscono subito dalla sola postura, hanno sempre un qualcosa che le distingue.
Curioso per mestiere e per natura, mi sono avvicinato ad una di loro, la signora che guidava la fila, ed ho chiesto cosa stesse succedendo, cosa fosse quella meravigliosa invasione.
Era la prof. Sabrina Grasso, referente del progetto "Scuola-Natura" dell'Istituto Comprensivo Italo Calvino di via Leucatia a Catania: "Veramente lo facciamo da almeno cinque anni, è "didattica all'aperto", uno dei tanti progetti che il nostro istituto realizza per i suoi studenti."
E me lo dice come fosse la cosa più normale del mondo, a me che che quasi ogni giorno devo scrivere di porcherie immani.
Mi sono incuriosito ancora di più e li ho seguiti sino allo spiazzo con vista su tutta Catania dove avrebbero fatto le loro lezioni divisi per gruppetti, ciascuno con a capo un'insegnante.
Mentre mi spiegava quello che facevano, avendo espresso il desiderio di raccontarlo su un giornale garantendo foto da lontano con bambini irriconoscibili, mi blocca un attimo: "Meglio chiamiamo il preside."
E risponde subito il prof. Salvatore Impellizzeri, che mi invita il prossimo 25 febbraio quando ci sarà un open day e sarà possibile approfondire meglio quello che si fa in questa scuola che per me, incontrare quella mattina, è stata una boccata di ossigeno e speranza.
La prof. Grasso, oltre a spiegarmi rapidamente come funziona questa didattica all'aperto, mi informa infatti che lo stesso 25, dopo la presentazione in Istituto, i ragazzi andranno a far laboratori a Wonderlad, altra meraviglia catanese, la Casa che ospita bambini affetti da malattie oncologiche fondata da Cinzia Favara, Emilio Randazzo ed i tanti amici che li hanno sostenuti in uno dei più bei progetti d'Europa: li seguiamo e raccontiamo da tempo e li stimiamo enormemente per quello che hanno fatto e fanno.

Li lascio sistemarsi, questi bambini, mentre uno splendido labrador arriva a salutarli dolcemente mentre la sua padrona fa yoga sul prato: mi sembra di sognare.
Perché Catania è anche questa, momenti di meraviglia semplice che danno emozioni.

E si apre una riflessione, immediata, spontanea, forse banale: l'importanza della Scuola e dei suoi Insegnanti.
Probabilmente la parte decisiva di questa comunità allo sbando, perché da lì si deve assolutamente ripartire, una Scuola degna, protetta, sostenuta, potenziata, con i docenti restituiti al loro ruolo di Guida, di Maestri di vita, per sperare di poter ancora costruire una società orientata alla pace, al rispetto ed amore per la natura, alla conoscenza ed accoglienza dell'altro, dove ogni diversità possa essere tesoro tutelato e riconosciuto.
Mi è capitato di vedere insegnanti stanchi, trasformati in burocrati, scippati del loro fondamentale ruolo di formatori delle nuove generazioni e ridotti a ventisettisti col miraggio di andarsene in pensione il prima possibile.
Queste Signore incontrate al Parco Gioeni con i loro bambini erano tutte belle, eleganti, sorridenti: si è percepita subito passione, consapevollezza e restituivano dignità, autorevolezza.
Grazie a queste insegnanti ed al loro istituto Italo Calvino di Catania: perché, purtroppo, questa passione non è scontata, ma perseverando con questo impegno che oggi è davvero eroico e rivoluzionario, un giorno anche questo potrà tornare ad essere "normale".
È stato bello questo incontro inaspettato, mi ha fatto bene: mi ha regalato un momento benessere e speranza.
E di questi tempi non è cosa da poco.