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Brutta storia all'Ordine degli avvocati di Catania: il caso dell'avvocato Monica Foti

15-12-2021 07:02

redazione

Cronaca, Focus,

Brutta storia all'Ordine degli avvocati di Catania: il caso dell'avvocato Monica Foti

Vedremo come andrà a finire...

Il caso lo sintetizziamo subito per poi dare la parola alla protagonista.

 

Monica Foti è una battagliera avvocata penalista del foro di Catania ed anche componente del COA, il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Catania.

 

Nelle ultime settimane viene coinvolta in una brutta vicenda che sta prendendo una deriva surreale, trasformandola da denunciante di un mal costume a vittima prima di insulti sessisti di varia natura, con tanto di volantinaggio anonimo e vigliacco nelle aule del Tribunale, e poi addirittura sottoposta ad un incredibile procedimento disciplinare da parte dell'Ordine stesso.

 

Cosa è successo?

 

L'avvocata Foti, insieme ad altri colleghi, nei mesi scorsi ha fondato una pagina chiusa sul social  Facebook denominata "Tribunale di Catania" sulla quale addetti ai lavori pongono e dibattono di temi inerenti l'avvocatura catanese ed i vari problemi che l'attanagliano.

 

Negli scorsi mesi l'avvocato Monica Foti, proprio su quella pagina, ha sollevato una questione particolarmente odiosa, pubblicando un post che stigmatizza il comportamento di quei professionisti che senza scrupoli fanno di tutto, e di più, per accaparrarsi clienti:

aveva denunciato che presso il tribunale di Catania opererebbe una sorta di lobby di pochi (pare siano cinque) avvocati che presidiano le udienze al fine di accaparrarsi le nomine d'ufficio.

 

La risposta, vigliacca dicevamo, non si è fatta attendere ed è arrivata con una serie di volantini fatti trovare nelle varie aule del Tribunale di Catania: 

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A darne notizia la stessa Foti che su Facebook scrive:

 

"Stamattina questo foglio era posizionato presso aula 2 GIP del Tribunale di Catania ( non so in altre aule) con le seguenti scritte “ come può un avvocato parlare così dei suoi colleghi e come può questo avvocato ricoprire il ruolo di consigliere?”

Questo è un atto vile, schifoso, di gente bassa,invertebrata.

Ribadisco quanto scritto nel post e si parlo così di alcuni soggetti che non considero colleghi perché colleganza ha un significato forte per me e si sono Consigliere del Coa di Catania facente parte della commissione difesa d’ufficio.

Se pensate che possiate tacitarmi con questo atto sbagliate di grosso perché io ci metto la faccia sempre in quel che faccio mentre chi fa questa è solo sterco…

Per suscitare questo volantino mi sa che ho toccato un tema molto caldo che è afferente le difese d’ufficio.

Ebbene sarà mia cura come consigliere chiedere che si monitorino, con ulteriore attenzione, le difese d’ufficio e specificamente le difese in aula ex art 97 quarto comma cpp e se del caso e se sussistono estremi di reato segnalare alla procura poiché non voglio essere connivente di qualcosa che io ritengo illecita.

Tengo a precisare che questo gruppo è un gruppo chiuso composto solo da avvocati e operatori del diritto sicche’ questo foglio con mia foto e mio nome lo ha stampato chi sta nel gruppo.

Vergognatevi chi lo ha fatto perché non avete le palle ( figurato) di esporvi .

Se siete genitori potete insegnare ai vostri figli la codardia . Se non lo siete siete codardi ugualmente.

Ringrazio chi mi ha avvisato e sono stati numerosi .

Ricordiamo che indossiamo una toga e io la porto sempre con dignità e non mi fermate perché io sono libera."

La vicenda si complica successivamente perché insieme alla solidarietà da parte di molti colleghi, si moltiplicano anche gli insulti nei confronti dell'avvocato Foti, che essendo donna, manco a dirlo, prendono le peggiori e più triviali derive sessiste.

 

Il tutto sino all'epilogo più che clamoroso, che pone ancora una volta il tema della qualità ed autorevolezza degli ordini professionali in questo paese: lo abbiamo posto più volte.

 

Accade infatti che a finire sotto un'incredibile e oltraggioso procedimento disciplinare è proprio la Foti, che decide di darne notizia pubblica annunciando le sue dimissioni dall'Ordine di cui fa parte e la cui presidenza ha deciso di metterla sotto accusa, basandosi nientemeno che su un ancòra più vigliacco esposto anonimo che la accuserebbe di violare un malinteso principio solidaristico nei confronti di quei colleghi che ha giustamente sputtanato per i loro comportamenti spregiudicati:

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"SCUSATEMI IO MI FERMO QUI Ma il mio impegno continuerà sempre..: 


Mi è stata  notificato da parte del COA dì Catania l’apertura di un procedimento disciplinare.
Un esposto anonimo mi accusa di aver offeso (non so chi ... ), con un mio post su FB nel mio gruppo chiuso Tribunale Catania dove censuravo il comportamento di alcuni difensori di ufficio. La stessa vicenda dei volantini che tappezzarono il Tribunale alcune settimane fa e per la quale ho presentato una querela contro ignoti. 

E continua:


"La Giurisprudenza del CNF, in armonia con quella del codice di procedura penale, chiarisce che gli esposti anonimi possono essere utilizzati solo quando siano comprovati e l’accusa sia comunque ascrivibile.
 

Pertanto per il Coa di Catania quel mio post, che rivendico oggi con convinzione, è valutabile disciplinarmente.
Non mi stupisce, perché ricordo il comunicato sul “ volantinaggio “ da parte del COA di Catania dove non mi veniva espressa alcuna solidarietà anzi si invitavano le “parti ad abbassare i toni“.

 

Singolare che quando si viene diffamati è il diffamato ad essere invitato a moderare i toni.
 

Mi difenderò nelle sedi opportune, rinnovando tutte le mie critiche ad un modo di fare l’Avvocato che infanga le nostre Toghe.

 

Non va taciuto quello che assistiamo da anni con le difese d’ufficio. Io non posso tacere avendo visto lo scadimento sia come avvocato che come consigliere facente parte della commissione dei difensori d’ufficio.
Prendo atto comunque del comportamento del Coa, che ritiene me censurabile.

 

Ma prendo anche atto che il Coa dì Catania nulla dice su un componente COA che pubblicamente fa battute sessiste ed irridente sulle Consigliere dell’ordine, a margine di convegni forensi e non vengono presi provvedimenti insabbiando. 
 

Tanto parliamo dì violenza dì genere presiedendo convegni e poi sottacciamo su un fatto grave noto a tutti noi Consiglieri. 
 

Un Coa che vuol solo apparire “ istituzionale “ e lava i panni tra mille chat . 
 

La non presa di posizione in tante questioni nel corso di questi miei tre anni di consiliatura che attengono agli avvocati del nostro Foro da parte di tanti componenti del COA è uno dei motivi per i quali ho ritenuto, ascoltando la mia famiglia e le persone a me più vicine di dimettermi dal COA.
 

Questo Consiglio non è per larga parte rappresentativo degli Interessi veri degli Avvocati.
E’ da parte di alcuni consiglieri una continua ricerca di visibilità personale ed utilitaristica.  
Si litiga su chi deve andare ai convegni ed è veramente scadente.
Una filosofia di rappresentanza che mina tutto il funzionamento del  Consiglio. 
Una filosofia che non mi vede semplicemente estranea, ma dalla quale ritengo opportuno per la mia dignità e di tutti quelli che hanno visto in me un cambiamento, tirarmene fuori.

 

Non mi interessano i convegni la visibilità anche se più volte nel corso dei consigli sono stata accusata dì questo e nessuno, dicasi nessuno, pochi mi hanno mai difesa.
Mi è stato pure chiesto di chiudere questo gruppo su FB
Mi è sempre interessato fare bene il mio lavoro, dare voce agli avvocati.
Non la vedo come una sconfitta , anche se sono molto amareggiata. 
Non mi sono mai risparmiata un attimo per gli Avvocati catanesi, ma ritengo che il mio piccolo contributo possa darlo da fuori senza rimanere invischiata in una ragnatela di rancori e personalismi, che fanno male a tutti.
Grazie e spero di non aver deluso nessuna e nessuno."

Brutta storiaccia, davvero. 

Numerose le attestazioni di solidarietà che stanno giungendo all'avvocato Foti sulla pagina FB, con anche la richiesta di ritirare le dimissioni da consigliere dell'Ordine, "perché le battaglie si fanno dall'interno".

 

Vedremo come andrà a finire, ma il fatto che questa vicenda sia diventata di dominio pubblico è già un risultato importante, perché sottrae chi denuncia malcostumi al potenziale ostracismo vessatorio che si scatena nei gruppi ristretti e che diventa odioso e pericoloso quando accade in enti ed istituzioni chiamati per legge a presidiare interessi di rilevanza pubblica e generale.

Questo è già un buon risultato di cui essere orgogliosi, avvocato Foti.

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