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Il Teatro Stabile presenta il suo bilancio: una buona pratica

11-10-2021 08:09

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Cultura&Spettacolo, Focus,

Il Teatro Stabile presenta il suo bilancio: una buona pratica

EVVIVA I TEATRI CATANESI. TUTTI!

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Occorre, oggi più che mai, porre massima attenzione ai centri di produzione culturale della nostra comunità: è importante...

Il Teatro Stabile di Catania ha pubblicato il suo ultimo bilancio, accompagnandolo con una sorta di relazione che ne illustra la gestione nei sui punti salienti: è una buona pratica perché offre alla comunità di riferimento l'opportunità di capire  alcune scelte e magari attivarci sopra un dibattito che muova da dati certi, numeri, sgombrando il campo da pregiudizi o magari interessi personali, che possono anche essere legittimi ma devono tenere conto del contesto per poter essere soddisfatti.

 

Non guasta l'avvertenza che la gestione di un Teatro, di prosa come lirico, non può essere paragonato a quella di una qualsiasi azienda, il suo bilancio non può essere valutato con criteri meramente ragioneristici: ed è un errore che  si fa spesso, costituendo alibi per le istituzioni pubbliche che dovrebbero sostenerne l'azione culturale che non può essere trattata come un prodotto qualsiasi.

 

Il bilancio di un ente culturale va considerato in termini "consolidati", come fosse parte di una più vasta e complessa "holding", deve cioè essere vagliato per l'indotto che crea e per le ricadute che comporta nel contribuire alla crescita anche civile del pubblico cui si rivolge, per le azioni che svolge sul territorio di riferimento, nella formazione delle giovani generazioni, etc.

 

Detto questo, non significa certo che possono ammettersi gestioni "allegre" o peggio ancora dolose, come pure è capitato e capita, ma è opportuno ragionarci con meno superficialità di quanto si fa in genere: i centri di produzione culturale sono troppo importanti per mantenere viva la riflessione sull'andamento delle cose del mondo ed in Italia ci si investe troppo poco, in Sicilia ancora meno e ancora peggio.

 

Veniamo a quanto si legge nella relazione di accompagnamento al bilancio 2020, dove gli spunti di confronto e ragionamento non sono pochi e con alcune affermazioni che paiono smentire la percezione che si sia trattato di una gestione che si è rivolta principalmente all'esterno del bacino interno.

Il primo titoletto, anzi un vero e proprio catenaccio grafico è: "Il TSC ritrova la credibilità nazionale con la valorizzazione dei talenti siciliani."

 

E su questo sappiamo che il mondo del Teatro locale non è unanime, ma i numeri sono numeri, come si leggerà appresso l'80% delle produzioni è composto da artisti del territorio e quindi c'è poco da recriminare.

Poi, sulle scelte si può anche discutere, ma lo si farebbe in ogni caso e qualunque esse siano: nessuno sarà mai in grado di accontentare tutti, bisogna avere pazienza ed incentivare spazi alternativi in cui ciascun operatore possa trovare soddisfazione per le proprie legittime ambizioni.

 

Continuiamo a leggere: "Nonostante la crisi economica degli anni passati e la nuova crisi determinata dalla pandemia,
il Teatro Stabile di Catania sta portando avanti la sua azione di risanamento finanziario nel segno del rinnovamento artistico e di un ritrovato rapporto con il pubblico, con le istituzioni e con il sistema teatrale nazionale.

 

Come si ricorderà, nel 2016 il Teatro Stabile di Catania è stato commissariato a causa del sovraindebitamento che la gestione precedente aveva maturato: oltre 13 milioni di euro di debiti.

Nel 2017 è stato nominato il nuovo consiglio di amministrazione, che nel febbraio 2018, a seguito di una gara pubblica, ha scelto la direttrice Laura Sicignano.

 

Il quadro finanziario
Nel 2018 il nuovo CdA ha ottenuto la ristrutturazione del debito sancita dal Tribunale di Catania:

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Un debito mostruoso, che molti pensavano avrebbe portato alla chiusura del glorioso Teatro fondato da Mario Giusti e Turi Ferro e che ha rappresentato per decenni un'eccellenza assoluta nel panorama nazionale ed internazionale. E invece, a quanto pare è stato salvato e sta riprendendo il suo ruolo: è corretto darne atto!

 

Continua la relazione: "L’incidenza di questo debito sui bilanci dell’ente è di circa 500 mila euro l’anno. Dal 2015 al 2020, i contributi pubblici si sono ridotti complessivamente di circa 1 milione 400 mila euro.
 

In questo contesto, è stata avviata un’attività di recupero crediti, sono state risolte decine di vertenze legali
e si è cercato l’accesso a nuove fonti di finanziamento (sponsor privati e, per la prima volta nella storia del Te-
atro Stabile, fondi europei).

E grazie a una oculata gestione delle risorse, il Teatro ha effettuato l’attività prevista per conservare il finanziamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Questo e tutti gli altri risultati ottenuti in questi anni - ci tengono a precisare il presidente Carlo Saggio, la vicepresidente Lina Scalisi e la direttrice Laura Sicignano - sono stati possibili innanzitutto grazie all’impegno comune e all’unità di intenti di tutti (lavoratori, collaboratori, artisti, amministratori, istituzioni)."

 

Altro capitolo è dedicato ai Lavoratori

 

"Nel 2018 è iniziata la riorganizzazione del lavoro, mirata ad una migliore efficienza e all’attuazione di percor- si di formazione permanente.
Da allora i dipendenti sono sempre stati pagati regolarmente e anche durante l’emergenza Covid sono stati tutelati: sono state salvaguardate e riprogrammate tutte le produzioni, le ospitalità, le tournée, e sono stati in- ventati progetti capaci di preservare la continuità del lavoro di attori e ma- estranze, anche in digitale. Lo dimo- stra il fatto che le giornate lavorative dell’ente non hanno subito sostanziali diminuzioni tra il 2019 e il 2021.

 

Il rapporto col pubblico

Prima della brusca interruzione dovuta al Covid19, la nuova governance aveva ottenuto ottimi risultati di pubblico. Basterà citare il dato relativo all’aumento di oltre il 25% degli abbonamenti dal 2016/2017 al 2019/2020.

Questi risultati si mostrano nuovamente all’avvio della campagna abbonamenti 21/22: è stato registrato già nelle prime tre settimane un riallineamento ai dati pre-Covid, con una richiesta crescente che rischiava di essere frenata dalle norme sul distanziamento.

Con il ripristino del cento per cento dei posti disponibili appena stabilito dal Governo nazionale, l’auspicio è che il pubblico ritrovi tutte le opportunità di tornare a frequentare il Teatro.

 

Il rapporto col territorio

Centrale in questo percorso di rinnovamento è stata anche l’attenzione riservata agli artisti siciliani.

Dal 2018 a luglio 2021 sono stati effettuati 218 provini per la selezione degli attori.

Nel complesso sono stati oltre 30 i progetti realizzati, tra produzioni e co-produzioni, con oltre 100 artisti coinvolti nelle sole produzioni, scelti prestando attenzione all’equilibrio di genere: oltre l’80% di loro sono siciliani.

In questi anni il Teatro ha riallacciato i rapporti con le principali istituzioni culturali del territorio, tra cui l’Università di Catania, l’Accademia delle Belle Arti, le scuole, oltre che con associazioni, aziende, realtà impegnate nel sociale.

La programmazione è stata strutturata in modo da valorizzare i siti di pregio del territorio, con attività svi- luppate anche in estate.

 

Il Teatro Stabile nel panorama teatrale nazionale
Il Teatro Stabile di Catania è riuscito a riconquistare la propria credibilità nazionale.

Grazie a questo, oggi vanta prestigiose coproduzioni: Teatro Stabile di Napoli, Teatro Stabile di Torino, Teatro di Roma, LAC Lugano arte e cultura, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Biondo di Palermo, Gitiesse Artisti Riuniti, Teatro Stabile di Brescia.

 

Diverse tournée hanno già toccato e toccheranno anche nel 2022 i principali teatri italiani, ad esempio: Palermo, Genova, Milano, Verona, Trieste, Brescia, Bologna.

 

Prestigiosi i premi ottenuti con gli spettacoli di produzione: Premio Nazionale Franco Enriquez 2020, Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici italiani nel 2020, Premio Le Maschere del Teatro (finalista) nel 2021. Forte la presenza sui media nazionali, tra cui: La Stampa, Il Corriere della Sera, La Repubblica, Rai, Il Sole 24 Ore, Radio Vaticana, Famiglia Cristiana, Ansa.

 

Gli spazi

Il rinnovamento del Verga è iniziato nel 2019: ad oggi sono stati ristrutturati il botteghino e il ridotto, è stato

realizzato il restyling della facciata frontale e laterale ed è stato avviato l’ammodernamento della platea.

 

L’autunno 2021 segnerà inoltre il ripristino della seconda sala, la Sala Futura, a cinque anni dalla perdita

del Teatro Musco, e del magazzino/laboratorio. Il laboratorio rappresenta un’opportunità per realizzare internamente scene e costumi, impegnando le maestranze e tornando a lavorare su commissione anche per altri Teatri."

Sin qui la relazione ed in calce pubblichiamo i dati di bilancio, ma prima vogliamo/dobbiamo dare atto del lavoro che è stato fatto da questa governance; al netto di tutte le opinioni che si possono esprimere, possibilmente non pregiudiziali o interessate, è onesto riconoscere che il Teatro Stabile di Catania era stato assassinato ed è resuscitato: di questo, da catanesi innamorati della nostra Città nonostante tutto e tutti, non possiamo che esserne felici e fare il possibile affinchè questi percorsi di rilancio importantissimi per la Comunità vengano sostenuti e, soprattutto, non interrotti stupidamente.


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